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Dicembre 2004: operaio, 26 anni, muore nel cantiere TAV
A Settimo Torinese, in un cantiere del TAV Torino-Novara in Strada della Cebrosa, Renato Chiadò Caponet della ditta Industrie e Costruzioni di Saint Vincent stava lavorando per conto della SMAT (Società Metropolitana Acque Torino).
Operava in fondo ad una buca profonda circa 3 metri, priva di paratie di protezione al terrapieno, in evidenti condizioni di grave pericolo: alle 12 circa tutto è franato, seppellendo letteralmente l’operaio. Ancora una volta la corsa dell’ambulanza del 118 è stata inutile; ancora una volta il cantiere è stato chiuso e messo a disposizione dell’ispettorato del lavoro.
Siamo
al quarto caso di incidente mortale in due anni nei cantieri della tratta
Torino-Novara del TAV, citati ad esempio di efficienza nel rispetto dei tempi, a
modello di correttezza formale per i protocolli di intesa tra sindacati, imprese
ed istituzioni, inerenti la sicurezza sul lavoro.
Il
compagno che operava con la vittima ha detto “Lo ha seppellito vivo; non si
lavora così, non è giusto …”
Renato era nato in Ecuador, abitava a Corio Canavese in provincia di Torino ed aveva solo 26 anni.