Protezione civile Super Spa
di Fabrizio Gatti
da L’Espresso (21 dicembre 2009)
Aiuto, qualcuno protegga i nostri soldi da Guido Bertolaso. Ora che la Protezione civile diventa una società per azioni nessuno potrà più chiedere conto al governo su appalti ed eventuali spese allegre. Pochi giorni fa, il 17 dicembre, Gianni Letta ha fatto approvare al Consiglio dei ministri il decreto studiato e voluto dal Guido più amato dagli italiani, e da Silvio Berlusconi, in cambio del ritiro delle sue annunciate dimissioni. Un'altra mossa che toglie di mezzo il Parlamento. Il passaggio chiave è scritto in poche parole: «Il rapporto di lavoro dei dipendenti della società è disciplinato dalle norme di diritto privato». Scende così un ulteriore velo di riservatezza su forniture, contratti, progetti per centinaia e centinaia di milioni di euro all'anno, e su assunzioni e consulenze, che non dovranno più passare sotto la lente della trasparenza pubblica. Una scorciatoia che unita alle ordinanze di urgenza e ai poteri di emergenza di cui gode la Protezione civile, trasformerà Bertolaso, 60 anni il 20 marzo prossimo, in un vicerè dalle mani d'oro a completo servizio del presidente del Consiglio di turno. Come già succede ora, ma con meno obblighi da rispettare.
La questione non riguarda soltanto la rapidità di
intervento dopo terremoti, frane o alluvioni. Prendete il tentativo di
Berlusconi, per adesso soltanto rinviato, di scippare il Tfr agli italiani, la
liquidazione di milioni di lavoratori dipendenti. Quei soldi il governo li
voleva trasferire al fondo Grandi eventi di Palazzo Chigi. Cioè la cassaforte
affidata in questi anni proprio a Bertolaso per organizzare summit, party
esclusivi, adunate religiose, gare sportive attraverso procedure d'urgenza e
poteri straordinari. Da quando nel 2001 diventa capo e indossa la famosa
maglietta blu, fior di ingegneri e tecnici vengono dirottati a occuparsi di
serate di gala, piscine e trampolini (Roma, mondiali di nuoto 2009), alberghi,
aiuole e parcheggi (La Maddalena e L'Aquila, vertice G8 2009), asfaltatura di
strade e rotonde (Varese, mondiali di ciclismo 2008). Risorse e professionalità
che così non possono essere dedicate a tempo pieno ai veri pericoli naturali
che minacciano l'Italia. Negli armadi della Protezione civile in via Ulpiano e
in via Vitorchiano a Roma vengono infatti tenute segrete previsioni da paura.
Sono le «Proiezioni rischio sismico XXI secolo»:
in base a quanto è avvenuto negli ultimi 200 anni, è scritto nel rapporto
riservato, nei prossimi 90 anni in Italia bisogna aspettarsi tra i 50 mila e i
200 mila morti e feriti per terremoti, con danni tra i 100 e i 200 miliardi di
euro.
È fine novembre quando
a Palazzo Chigi si studia come inserire nella legge finanziaria il prelievo del
Tfr da destinare ai grandi eventi. Proprio in quei giorni a Rivoli, vicino a
Torino, si ricorda il primo anniversario dalla morte di Vito Scafidi, 17 anni,
lo studente del liceo scientifico Darwin ucciso dal crollo del soffitto della
classe, collassato senza nemmeno la spintarella di una scossa sismica. I
miliardi del trattamento di fine rapporto potrebbero servire a rendere più
sicuri scuole e ospedali. Ma nel governo pensano a tutt'altro. Il primo dei
grandi eventi che potrebbe entrare nel calendario della nuova Protezione civile
spa è l'Expo 2015 a Milano: dove i ritardi, ormai sospetti, nella progettazione
stanno creando le condizioni per la solita ordinanza d'urgenza. Oppure la
candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020: con la possibilità di usare le
procedure in deroga sugli appalti come grimaldello per scardinare il piano
regolatore e, sul modello dei Mondiali di nuoto, costruire centri sportivi e
villaggi residenziali nella campagna intorno alla capitale. Altri contratti potrebbero
arrivare con il trasferimento del gran premio di Formula 1 a Roma, oltre agli
interventi collaterali che accompagneranno le grandi opere considerate
strategiche per il futuro, come il ponte sullo Stretto o le centrali nucleari.
Bertolaso ha trasformato la Protezione civile in una macchina per creare
consenso. Anche tra gli imprenditori. Basta leggere i bilanci della società
privata che dal 2001 in poi ha vinto tutti i principali appalti per
l'organizzazione finale dei grandi eventi. È una srl con appena 35 mila euro di
capitale. Si chiama Gruppo Triumph e ha sede a Monte Mario a Roma.
A capo del gruppo c'è
una ex interprete dell'ambasciatore Usa in Vaticano, Maria Criscuolo, 47 anni,
ben addentro al potere. Dal centrodestra al centrosinistra. Da Gianni Letta a
Walter Veltroni. E anche nella Santa Sede. Maria Criscuolo guadagnava bene già
nel 1994, con un fatturato in lire equivalente a 632 mila euro. Spiccioli
rispetto a quanto fattura ora: 28 milioni 32 mila 705 euro, secondo i bilanci
2008 delle sue società a responsabilità limitata.
Guido
Bertolaso non bada a spese quando c'è da fare bella figura.
Per il vertice Nato-Russia del 27 maggio 2002 a Pratica di Mare, alle porte di
Roma, la Triumph di Maria Criscuolo incassa dalla Protezione civile 7 milioni
45 mila euro soltanto per le attività connesse all'organizzazione, gli
allestimenti, la ristorazione, le fotocopiatrici, gli interpreti. Per preparare
i due giorni di incontri, a cui partecipano Vladimir Putin e George Bush, il
dipartimento di Bertolaso firma contratti per 36 milioni 284 mila euro. E nel
resoconto non mancano cifre curiose. Come i 74 mila euro per il «facchinaggio
da Pratica a Castelnuovo e trasporto statue»: 69 chilometri al costo di 1.072
euro a chilometro. Oppure il milione di euro per il taglio di prato e siepi, i
662 mila per la «riqualificazione del circolo ufficiali», i 21 mila per la
«pedana per giornalisti», i 457 mila per la «consultazione dei notiziari di
agenzia», i 42 mila per gli «annunci viabilità», i 17 mila per la stampa di
menù e inviti.
Nel settore Maria Criscuolo ha la stessa fama di Michael
Schumacher. Continua a vincere. Sono consulenze che pagano bene. Firmano
contratti con lei ministri ed ex: Roberto Maroni, Franco Frattini, Antonio
Martino, Altero Matteoli, Gianni Alemanno, Rocco Buttiglione, Giuliano Urbani,
oltre al presidente dell'Istituto per il commercio estero, l'ambasciatore
Umberto Vattani con cui allestisce il G8 di Genova. Il 7 dicembre 2007 un alto
ufficiale delle forze armate che lavora a Palazzo Chigi scrive su due fogli e
sigilla in due buste i nomi di chi vincerà l'appalto per l'organizzazione del
G8 2009. È una specie di scommessa tra colleghi. Berlusconi è all'opposizione e
in quel periodo il presidente del Consiglio, Romano Prodi, vuole portare il vertice alla Maddalena. Bertolaso
fa propria l'idea. Anche se la sua nomina viene firmata da Berlusconi il 7
settembre 2001, la sua formazione professionale cresce nel centrosinistra come
vicecommissario per il Giubileo del 2000, accanto a Francesco Rutelli,
commissario e sindaco di Roma. Ma il suo padrino politico è Giulio Andreotti.
Come ripete più volte ai suoi collaboratori, Bertolaso è diventato Bertolaso
grazie agli insegnamenti dell'anziano leader democristiano che il capo della
Protezione civile chiama pubblicamente «zio Giulio». Un rapporto nato quando
Andreotti era presidente del Consiglio e Guido, laureato in medicina, un
giovane assistente del suo seguito. Tra il 2008 e il 2009 la Protezione civile
indice le gare e assegna gli appalti per il G8 dell'estate scorsa. Le buste
sigillate con le previsioni sui vincitori non hanno nessun valore legale.
Ma l'alto ufficiale e i suoi colleghi, che chiedono l'anonimato,
indovinano con mesi di anticipo. Il contratto ultramilionario e riservato per
il vertice della Maddalena, poi trasferito a L'Aquila, lo vince ancora una
volta la Triumph. E dal 23 settembre scorso, sul sito Internet della società
già si guarda avanti: «La dottoressa Maria Criscuolo, presidente del Gruppo
Triumph», è scritto, «è stata inserita da Eduardo Montefusco, vicepresidente
dell'Unione industriali di Roma, nel comitato tecnico di Expo 2015». Le
scommesse a Palazzo Chigi azzeccano anche chi sarà il coordinatore del G8 per
la Protezione civile. È Marcello Fiori, 50 anni il mese prossimo, promosso
dirigente generale della presidenza del Consiglio con un salto in avanti di
diverse posizioni. Fiori ha una laurea in lettere e nessuna esperienza con
alluvioni e terremoti. Un passato di portavoce dell'Acea, l'Azienda elettrica
di Roma, nel 2007 è segretario generale del ministro delle Comunicazioni, Paolo
Gentiloni.
Il suo nome appare il
22 marzo 1999 in una lettera di raccomandazione firmata da Francesco Rutelli,
di cui allora è vice capo di gabinetto. Il sindaco-commissario per il Giubileo
chiede al segretario generale della presidenza del Consiglio, Paolo De Ioanna,
di affidare a Fiori l'incarico «di coordinare le attività nell'azione di lotta
al degrado ambientale, ai fini della salvaguardia del decoro nella città di
Roma». Sospinto da Rutelli e Bertolaso, farà strada. Fino ai rifiuti di Napoli.
Prima però Fiori diventa responsabile dell'ufficio emergenze della Protezione
civile. La notte del 26 dicembre 2004 la sala operativa di via Vitorchiano lo
sveglia per avvertirlo del fortissimo terremoto registrato dai sismografi di
tutto il mondo e del successivo maremoto. Dove? In Indonesia, rispondono dalla
sala operativa. Va bene, buona notte.
Qualche ora dopo Gianni Letta, chiamato dal ministero degli
Esteri, butta giù dal letto Bertolaso che ancora non sa nulla. La regola
prevede che sia il capodipartimento ad informare il governo. Questa volta
succede il contrario. Ci sono migliaia di turisti italiani ed europei di cui
non si hanno più notizie. Bertolaso vuole fare tutto da solo. Gestisce i
soccorsi e i 16 milioni e 156 mila euro raccolti dagli italiani con l'idea
degli sms. Snobba perfino il ministro degli Esteri. Il capo della Protezione
civile fa decollare due Canadair del servizio antincendio, Can 23 e Can 24.
Sono aerei inadatti alle operazioni di lungo raggio. Non superano i 365
chilometri orari di velocità e le 6 ore di autonomia. Quanto tempo impiegano
per arrivare in Sri Lanka lo racconta una scheda sul sito della presidenza del
Consiglio: «Partiti dall'Italia il 31 dicembre e arrivati a destinazione dopo
quattro giorni di volo».
L'aereo è progettato per scaricare acqua. Non ha spazio per
trasportare materiali. Così a ogni missione vengono recapitate soltanto 6
tende. Alla fine i piloti accumulano 452 ore di volo di cui 59 ore per distribuire
soltanto 250 tende. Al costo di esercizio di un Canadair: 14 mila euro l'ora.
Guido Bertolaso non parla mai più del dovuto. Quando davanti al consiglio
comunale della Maddalena un rappresentante del Pdl critica i metodi di
affidamento degli appalti, lui lo interrompe: «Lei è pregato di misurare le
parole... Io posso anche fare direttamente degli esposti alle autorità
competenti, per le affermazioni ingiuriose nei confronti di un rappresentante
del governo. Sia ben chiaro».
Così nemmeno in quell'occasione il capo spiega perché la
Protezione civile abbia invitato alle gare per il G8 e per i mondiali di nuoto
proprio la famiglia di un imprenditore, Diego
Anemone, 38 anni, in società con Filippo Balducci, 30 anni, figlio di Angelo:
cioè il soggetto attuatore degli appalti che dal 2003, dall'emergenza Gran
Sasso, al 2008 fa coppia fissa con Bertolaso nell'applicazione delle ordinanze
di urgenza. La sua Protezione civile si occupa nel frattempo della
canonizzazione di padre Pio (2002), di quella del fondatore dell'Opus Dei,
Josemarìa Escrivà de Balaguer (2002), dell'incontro nazionale di Azione
cattolica a Loreto con il papa (2004), dei funerali del papa (2005), della
regata Vuitton Cup a Trapani (2007), dell'incontro a Loreto con il nuovo papa
(2007), dei mondiali di ciclismo a Varese (2008), dei Giochi del Mediterraneo a
Pescara (2009) e del 150° anniversario dell'Unità d'Italia (da celebrare fino
al 2011). Tra feste e raduni, nonostante l'Abruzzo sia tra i territori più
aggiornati nel censimento degli edifici pubblici a rischio sismico, il
protocollo di prevenzione tra Regione e Protezione civile viene lasciato
scadere (2008).
E il 6 aprile a L'Aquila abbiamo visto come è andata a finire.
Meglio affidare la prevenzione delle catastrofi ai collaboratori esterni?
Sembra di sì: infatti sono passati dai 113 del 2008 ai 199 di quest'anno. Quasi
il doppio. Un po' per la ricostruzione a L'Aquila, un po' per le voci che
prevedono un'infornata di trecento assunzioni nella nuova Protezione civile
servizi spa. Ma anche loro devono dividersi.
Come Flaminia Lais,
messa per metà del tempo a lavorare sulle frane del 2007 in provincia di
Messina e l'altra metà sui grandi eventi. Nel 2008 l'emergenza messinese può
contare anche su Gilda Miele, Fabrizia Spirito e Maria Anna Tortora. Quattro
donne, 24 mila euro a testa Quest'anno i collaboratori per Messina e provincia
salgono a quota sette. Cinque però hanno il compito di «far fronte ai problemi
del traffico». Gli altri due possono dedicarsi agli «eccezionali eventi atmosferici»
del 2007: nessuno però verifica che l'allerta meteo dell'ottobre 2009 nella
stessa zona sia tradotta in uno sgombero preventivo di Giampilieri, Scaletta
Zanclea e Altolia. Sei mesi dopo l'allarme mancato in Abruzzo, altri trentasei
morti. E questo è nulla rispetto agli scenari custoditi negli armadi del
dipartimento.
Esistono modelli in grado di stabilire il numero delle vittime di
un terremoto, in base al materiale e all'anno di costruzione di case, uffici,
scuole e ospedali. Se oggi si ripetesse il sisma di Avezzano del 1915, i morti
e i feriti sarebbero 22.448. Gli sfollati 385.784. E i danni supererebbero i 20
miliardi. Nel caso di un terremoto e un maremoto a Messina come nel 1908, ci
sarebbero 112.312 morti e feriti, 399.675 senzatetto, 25 miliardi di danni. Con
onde che distruggerebbero il porto ed entrerebbero nella città per 350 metri.
Sulle pagine di questi rapporti riservati, una piccola nota spiega che il danno
economico è stato calcolato in base a un costo di ricostruzione di 820 euro al
metro quadro. Per gli alberghi del G8 mancato alla Maddalena, gli uomini di
Guido Bertolaso hanno invece autorizzato costi di costruzione di 4.345 euro al
metro quadro. Ecco la differenza tra una e l'altra Protezione civile.