Oggi (merc. 28/3/07) un gruppo di
valsusini ha manifestato la propria contrarietà all’“Autorizzazione ad
Inquinare l’Ambiente” rilasciata dalla Provincia di Torino all’acciaieria
Beltrame, davanti al TAR dove si discuteva il ricorso per l’annullamento del
provvedimento.
Il ricorso era stato presentato
dal Comitato Emissioni Zero, Legambiente, Pro Natura; dai Comuni di San Didero
e Bruzolo; dalla Coldiretti; e, in forma ad
adiuvandum, dai Comuni di Villarfocchiardo e Borgone. La sentenza si
conoscerà nei prossimi 15 giorni.
Se il giudizio si basasse
unicamente sulla ragione, saremmo certi che il TAR annullerebbe l’AIA; ma
temiamo che peseranno ben altri interessi. Riteniamo indicativa la difesa
dell’avvocato della Provincia: “lo scopo
primario della normativa è la semplificazione amministrativa, in subordine
valutare il peso complessivo degli impatti sull’ambiente”, “l’azienda esiste da
30 anni, la REGOLA è che l’impianto DEVE continuare ad essere autorizzato;
d’altra parte la Beltrame ha speso milioni di euro”.
Qualunque sia l’esito di questo
primo passo giudiziario, continueremo a lottare non solo contro l’inquinamento
dell’ambiente ma anche contro l’inquinamento della politica da parte dei poteri
forti. Anche per questo desideriamo ringraziare calorosamente tutti gli
avvocati, in particolare l’avv. Videtta e l’avv. Lamacchia, per la
determinazione e la passione con cui hanno condotto le proprie arringhe, che
hanno lasciato alla controparte solo risposte fiacche e fuori tema.
E ringraziamo le amministrazioni
comunali di Borgone, Bruzolo, San Didero e Villarfocchiardo, che hanno compreso
che anche per questo caso “Provincia-Beltrame”, come per il TAV, occorre
lottare giuridicamente e politicamente contro gli interessi dei poteri forti,
che la politica ormai non solo non modera ma difende; e ci auguriamo che siano
di esempio e di sprone per le altre amministrazioni della Valle che forse non
hanno ancora capito che si tratta di combattere sempre lo stesso malaffare che
distrugge l’ambiente.
Claudio
Giorno
Paolo
Miletto
Paola Rando
Enrico Vair