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RELAZIONE IGIENICO-SANITARIA

COLLEGAMENTO TORINO-LIONE

PARTE COMUNE ITALO-FRANCESE

12 Ottobre 2006

 

PREMESSA

 

La recente predisposizione del “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente” da parte dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) del Piemonte nel 2003, nell’ambito della costituzione del Forum Agenda 21 locale della Comunità Montana Bassa Val Susa e Val Cenischia (A21L), ha fornito una rappresentazione complessiva dello stato di salute della popolazione e delle matrici ambientali effettuando una valutazione del livello di sensibilità del territorio agli impatti, del suo livello di degrado e delle situazioni di rischio per l’ambiente e la salute pubblica.

 

Il concetto di salute, così come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), esprime “lo stato di completo benessere psico-fisico dell’individuo”; pertanto anche fattori ambientali, che non necessariamente provocano effetti patologici oggettivamente osservabili, possono condizionare lo stato di benessere.

 

L’ambiente in cui una popolazione vive riveste un ruolo importante nel determinarne le sue condizioni di salute.

 

La difficoltà nel reperire dati attendibili sull’effettiva esposizione di una popolazione e nel quantificarne gli effetti pone problemi nel valutare con certezza il ruolo dell’effettiva incidenza delle matrici ambientali. Per alcune di esse esistono, tuttavia, evidenze sufficienti per giustificare l’adozione delle indispensabili azioni preventive; in particolare ciò avviene quando l’impatto è consistente, su ampia scala, e tale da giustificare l’adozione del principio di precauzione.

 

Secondo un rapporto dell’OMS del 1999 i fattori di rischio ambientale, per i quali sono disponibili dati di esposizione e di effetto di buona qualità, sono stimati essere responsabili di circa il 5% delle malattie in Europa.

 

Le cause ambientali di tale incidenza sono rappresentate principalmente da:

1 − inquinamento atmosferico

2 − inquinamento da rumore

3 − inquinamento delle acque potabili.

 

L’Ambiente e lo Stato di Salute nel territorio della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia

 

La popolazione complessiva dell’area, secondo i dati anno 2003, è pari a 68872 soggetti, con un aumento rispetto al 1992 del 6,9 % circa. L’analisi per fascia di età dimostra un aumento delle fasce più anziane (> 65 anni). La popolazione è quindi nel suo complesso invecchiata, con un andamento simile al resto della Regione.

Considerando l’area nel suo insieme, la mortalità generale della popolazione adulta residente nei comuni della Bassa Val di Susa è del 7% superiore a quella regionale tra gli uomini e del 9% superiore tra le donne ed entrambi questi indici sono statisticamente significativi.

Le malattie dell’apparato circolatorio evidenziano tra gli uomini un aumento del 7% e tra le donne dell’11% ed entrambi questi valori sono statisticamente significativi. Solo per gli uomini si rileva inoltre un aumento del 10 % della mortalità per malattie ischemiche del cuore.

La mortalità per malattie dell’apparato respiratorio evidenzia eccessi statisticamente significativi sia tra gli uomini (+18%), sia tra le donne (+16%).

Per quello che riguarda le patologie tumorali considerate nel loro insieme, il dato è invece pienamente sovrapponibile a quello regionale. Si riscontra inoltre, solo tra gli uomini, un incremento di mortalità per patologie dell’apparato digerente.

Nell’area studiata, nel corso degli ultimi 10 anni, si sono registrati eccessi statisticamente significativi di ricoveri per le patologie non tumorali.

Tra gli uomini i ricoveri per asbestosi sono stati 67 e risultano avere incidenza doppia rispetto al confronto con il dato regionale (SMR 201); questo aumento è statisticamente significativo.

 

Matrice: Atmosfera

Il problema della qualità dell’aria costituisce una delle maggiori criticità ambientali su cui si concentra l’attenzione dell’opinione pubblica. In termini generali, mentre per alcuni inquinanti atmosferici si è assistito negli ultimi anni ad una significativa diminuzione delle concentrazioni, per altri inquinanti quali il biossido di azoto, il PM10 e l’ozono la situazione risulta ancora spesso critica.

 

Gli ossidi di azoto sono da ritenersi tra gli inquinanti atmosferici di maggiore criticità, sia perché hanno effetti irritanti, sia perché, in condizioni di forte irraggiamento solare, danno inizio ad una serie di reazioni che portano alla costituzione di altre sostanze inquinanti quali l’ozono, creando il cosiddetto “smog fotochimico”.

Gli ossidi di azoto (NO, N2O, NO2, ecc) sono generati in tutti i processi di combustione, qualsiasi sia il tipo di combustibile utilizzato, e si formano maggiormente quando i motori degli autoveicoli funzionano ad elevato numero di giri, come accade con maggior frequenza proprio sulle arterie a scorrimento veloce e sulle autostrade, così significative per la Valle.

Possono essere causa di potenziali impatti anche sull’ambiente, contribuendo infatti alla formazione di piogge acide e favorendo l’accumulo di nitrati al suolo che nel tempo possono provocare alterazione degli equilibri ecologici ambientali.

Il biossido di azoto è un gas tossico, irritante per le mucose, ed è responsabile di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio con diminuzione delle difese polmonari (bronchiti, allergie, irritazioni).

 

Stima delle medie annuali di biossido di azoto nei comuni della Comunità Montana Bassa Valle di Susa

I risultati complessivi della stima sono di seguito riportati. I territori comunali sono ordinati in cinque classi a criticità crescente, definite sulla base dei valori di riferimento previsti dal D.M. 60/2002.

Terza classe: Avigliana; Chiusa S. Michele; S. Ambrogio; Susa; Vaie

Quarta classe: Borgone di Susa (limite annuale di stima)

 

Emissioni di PM10 (Polveri inalabili) in atmosfera: con il termine PM10 si indica una categoria di polveri caratterizzate da particelle con un diametro inferiore a 10 micron, e pertanto inalabili. La valutazione delle emissioni di PM2 (diametro delle particelle inferiore a 2 micron), ovvero le polveri respirabili, in quanto in grado di raggiungere e depositarsi ai livelli più profondi dell’apparato respiratorio, viene oggi segnalata dal mondo scientifico come maggiormente strategica e significativa, ma le fonti di dati sono al momento assolutamente scarse. Le sorgenti antropiche di tali polveri sono riconducibili ai processi produttivi, a diverse lavorazioni industriali, ma anche al trasporto su strada, attraverso il consumo dei pneumatici e l’usura dell’asfalto. Il rischio sanitario legato alle sostanze presenti in forma di particelle sospese dipende sia dalla loro concentrazione che dalla loro dimensione.

 

Tale inquinante è tra quelli che necessitano di un monitoraggio continuo data la sua elevata pericolosità per la provata correlazione con il manifestarsi di malattie croniche alle vie respiratorie.

Gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico sono tradizionalmente distinti in effetti a breve ed a lungo termine. Negli effetti a breve termine (acuti), rientrano soprattutto quelli a carico delle patologie respiratorie e cardiovascolari generate da forti episodi puntuali di inquinamento, tipici delle aree fortemente urbanizzate.

Tra gli effetti a lungo termine (cronici) rientrano malattie croniche delle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti ed enfisemi e patologie tumorali, in particolare quelle a carico dell’apparato respiratorio.

L’inquinamento atmosferico gioca anche un ruolo importante nella genesi e nell’aggravamento delle patologie allergiche, in costante aumento, soprattutto tra le fasce di popolazione più giovani.

Stima delle medie annuali di PM10 nei comuni della Comunità Montana Bassa Valle di Susa

Dall’esame dei dati si rileva come tutti i comuni della Comunità Montana appartengano alla terza classe di criticità.

 

Benzene

Il benzene presente in atmosfera viene prodotto dall’attività umana, in particolare dall’uso del petrolio, degli oli minerali e dei loro derivati. La maggior fonte di esposizione per la popolazione deriva dai gas di scarico degli autoveicoli, in particolare dei veicoli alimentati a benzina. Il benzene è una sostanza così classificata:

- dalla Comunità Europea come cancerogeno di categoria 1,45;

- dalla I.A.R.C. (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1 (sostanze per le quali esiste un’accertata evidenza in relazione all’induzione di tumori nell’uomo);

- dalla A.C.G.I.H. (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) in classe A1 (cancerogeno accertato per l’uomo).

Stima delle medie annuali di benzene nei comuni della Comunità Montana Bassa Valle di Susa

Seconda classe:

Almese; Avigliana; Bruzolo; Bussoleno; Caprie; Caselette; Chianocco; Chiusa San Michele; Condove; Mattie; Mompantero; Novalesa; Rubiana; San Didero; San Giorio; S. Antonino; Vaie; Venaus; Villardora; Villarfocchiardo

Terza classe: Borgone di Susa; Sant’Ambrogio; Susa

Per quanto riguarda il comune di Borgone di Susa, nel periodo primaverile, si è registrato il valore medio orario massimo per il biossido di azoto, a causa del traffico pesante in circolazione. E’ tuttavia importante evidenziare come in nessuna campagna sia stato superato il valore limite per la protezione della salute umana.

Valore limite: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e/o sull’ambiente nel suo complesso, che dovrà essere raggiunto entro un dato termine e che non dovrà essere superato.

 

Matrice: Rumore

Il rumore può dare luogo ad una varietà di effetti sulla salute che dipendono dalla tipologia, dalla durata e dal periodo della giornata in cui avvengono gli episodi più acuti nonchè dalla suscettibilità della popolazione esposta. I bambini appaiono essere la categoria a maggior rischio, soprattutto nella fase dell’acquisizione del linguaggio.

 

Il rumore rappresenta una criticità ambientale fortemente percepita dalla popolazione.

Per ciascun comune facente parte della Comunità Montana Bassa Valle di Susa è stata eseguita una stima del numero di persone residenti in una fascia di 100 metri su entrambe le carreggiate delle strade provinciali che percorrono il territorio della Bassa Valle, e che risultano esposte al rumore durante il periodo notturno.

Viene riportata la quantificazione del numero di persone esposte al rumore prodotto dalle infrastrutture stradali (Provinciali) presenti sul territorio della Comunità Montana.

Livelli sonori periodo notturno (22.00-06.00) in dB(A) <50 50-55 55-60 60-65 >65

Totale 13991 1020 1569 1527 1333

 

Il rumore contribuisce anche all’insorgenza dell’ipertensione arteriosa che è una delle principali cause di ricovero ospedaliero e uno dei principali fattori di rischio per la mortalità cardiovascolare e cerebrovascolare nei paesi industrializzati.

 

Matrice: Suolo

Il Polo Microinquinanti dell’ARPA Piemonte ha coordinato un’attività di definizione dello stato di contaminazione dei suoli da parte di microinquinanti organici (policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorobifenili e idrocarburi policiclici aromatici) che nel corso del 2003 e del 2004 ha visto come campo di indagine il territorio della Valle di Susa, nell’ambito dell’attività produttiva svolta dall’Acciaieria Beltrame S.p.A. ubicata tra i Comuni di San Didero e Bruzolo. Lo studio era finalizzato a indagare l’area circostante allo stabilimento in quanto l’azienda in questione poteva rappresentare un soggetto ad elevato impatto ambientale per le categorie di composti indagate.

La particolarità dell’area della Bassa Valle di Susa è data dal fatto che i fenomeni diffusivi degli inquinanti prodotti dai processi, sia da quelli antropici (emissioni autoveicolari, emissioni da impianti termici e da processi industriali, etc,) che da quelli naturali (incendi boschivi, etc.) risentono degli andamenti dei venti che tipicamente percorrono la valle nonchè della geomorfologia dell’area che agisce da effetto limitante per la dispersione degli inquinanti presenti nella matrice aria.

I risultati analitici ottenuti dallo studio delle contaminazioni diffuse evidenziano andamenti abbastanza omogenei per tutti gli inquinanti oggetto dello studio ( IPA, PCB, PCDD e PCDF). Nelle aree limitrofe all’acciaieria si evidenziano concentrazioni che eccedono i valori limite accettabili nel suolo e sottosuolo riferiti alla destinazione d’uso privato e residenziale di cui al D.M. 471/99.

I massimi valori di concentrazione al suolo, per tutte e tre le specie chimiche ricercate, sono stati evidenziati nei campioni prelevati nella porzione di territorio compresa tra i Comuni di Borgone di Susa e Bruzolo.

 

Matrice: Acqua

La qualità delle acque rappresenta un fattore di rischio significativo di origine ambientale per la salute. Il problema non riguarda particolarmente le acque potabili ma principalmente le acque di falda sotterranee, il cui grado di inquinamento, prevalentemente rappresentato da nitrati e solventi, appare in continua crescita. Il monitoraggio della qualità delle acque superficiali rappresenta il supporto tecnico conoscitivo indispensabile per l’indirizzo e per la pianificazione delle azioni di tutela e di risanamento della risorsa nonché dell’ambiente che da essa dipende.

 

Il fiume Dora Riparia è stato individuato quale corpo idrico significativo soggetto agli obiettivi di qualità ambientale. Il corpo idrico viene monitorato in sei specifiche stazioni, di cui solo tre ricadono nel territorio della Comunità Montana Bassa Valle di Susa.

Il fiume Dora Riparia avendo uno Stato di Qualità “sufficiente” adempie alle imposizioni della normativa vigente (D.Lgs 152/99) la quale prevede che ogni “corpo idrico significativo” debba conseguire almeno il requisito di stato sufficiente entro il 31.12.2008.

Pressioni e impatti esercitati dall’attività antropica sul fiume Dora Riparia.

La valutazione dei potenziali impatti che derivano dalla presenza di pressioni che insistono sulla Dora Riparia, è utile per stimare il potenziale depauperamento della risorsa idrica e la possibile compromissione dello stato di qualità. Per stimare gli impatti connessi all’attività antropica sulla qualità ambientale delle acque superficiali si è fatto riferimento alle seguenti possibili fonti:

1. pressioni in termini quantitativi: prelievi (captazioni)

2. pressioni relative ai carichi inquinanti, distinte in pressioni che si originano:

- da fonte puntuale (scarichi domestici e industriali in fognatura, scaricatori di piena cittadini,

scarichi industriali)

- da fonte diffusa: apporti dal comparto agro-zootecnico, apporti da dilavamento di aree urbane

- da fonte accidentale: siti contaminati, industrie a rischio, discariche, aree di bonifica.

C’è da segnalare che, sebbene al corpo idrico venga riconosciuto il requisito della sufficienza, in alcuni tratti la valutazione oscilla tra uno stato di degrado medio-alto e molto alto.