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PARTE COMUNE ITALO-FRANCESE
La recente predisposizione del
“Rapporto sullo Stato dell’Ambiente” da parte dell’Agenzia Regionale per la
Protezione Ambientale (ARPA) del Piemonte nel 2003, nell’ambito della
costituzione del Forum Agenda 21 locale della Comunità Montana Bassa Val Susa e
Val Cenischia (A21L), ha fornito una rappresentazione complessiva dello
stato di salute della popolazione e delle matrici ambientali effettuando una valutazione
del livello di sensibilità del territorio agli impatti, del suo livello di
degrado e delle situazioni di rischio per l’ambiente e la salute pubblica.
Il concetto di salute, così come
definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), esprime “lo stato di
completo benessere psico-fisico dell’individuo”; pertanto
anche fattori ambientali, che non necessariamente provocano effetti patologici
oggettivamente osservabili, possono condizionare lo stato di benessere.
L’ambiente in cui una popolazione
vive riveste un ruolo importante nel determinarne le sue condizioni di salute.
La difficoltà nel reperire dati
attendibili sull’effettiva esposizione di una popolazione e nel quantificarne
gli effetti pone problemi nel valutare con certezza il ruolo dell’effettiva
incidenza delle matrici ambientali. Per alcune di esse esistono, tuttavia,
evidenze sufficienti per giustificare l’adozione delle indispensabili azioni
preventive; in particolare ciò avviene quando l’impatto è consistente, su ampia
scala, e tale da giustificare l’adozione del principio di precauzione.
Secondo un rapporto dell’OMS del 1999 i fattori di rischio ambientale, per i quali sono disponibili dati di esposizione e di effetto di buona qualità, sono stimati essere responsabili di circa il 5% delle malattie in Europa.
Le cause ambientali di tale incidenza sono rappresentate
principalmente da:
1 − inquinamento atmosferico
2 − inquinamento da rumore
3 − inquinamento delle acque potabili.
La popolazione complessiva
dell’area, secondo i dati anno 2003, è pari a 68872 soggetti, con un aumento
rispetto al 1992 del 6,9 % circa. L’analisi per fascia di età dimostra un
aumento delle fasce più anziane (> 65 anni). La popolazione è quindi nel
suo complesso invecchiata, con un andamento simile al resto della Regione.
Considerando l’area nel suo
insieme, la mortalità generale della popolazione adulta residente nei
comuni della Bassa Val di Susa è del 7% superiore a quella regionale tra gli
uomini e del 9% superiore tra le donne ed entrambi questi indici sono
statisticamente significativi.
Le malattie dell’apparato
circolatorio evidenziano tra gli uomini un aumento del 7% e tra le donne
dell’11% ed entrambi questi valori sono statisticamente significativi. Solo per
gli uomini si rileva inoltre un aumento del 10 % della mortalità per
malattie ischemiche del cuore.
La mortalità per malattie
dell’apparato respiratorio evidenzia eccessi statisticamente significativi sia
tra gli uomini (+18%), sia tra le donne (+16%).
Per quello che riguarda le
patologie tumorali considerate nel loro insieme, il dato è invece pienamente
sovrapponibile a quello regionale. Si riscontra inoltre, solo tra gli uomini,
un incremento di mortalità per patologie dell’apparato digerente.
Nell’area studiata, nel corso
degli ultimi 10 anni, si sono registrati eccessi statisticamente significativi
di ricoveri per le patologie non tumorali.
Tra gli uomini i ricoveri
per asbestosi sono stati 67 e risultano avere incidenza doppia
rispetto al confronto con il dato regionale (SMR 201); questo aumento è
statisticamente significativo.
Matrice: Atmosfera
Il problema della qualità
dell’aria costituisce una delle maggiori criticità ambientali su cui si
concentra l’attenzione dell’opinione pubblica. In termini generali,
mentre per alcuni inquinanti atmosferici si è assistito negli ultimi anni ad
una significativa diminuzione delle concentrazioni, per altri inquinanti
quali il biossido di azoto, il PM10 e l’ozono la situazione risulta ancora
spesso critica.
Gli ossidi di azoto sono da
ritenersi tra gli inquinanti atmosferici di maggiore criticità, sia perché
hanno effetti irritanti, sia perché, in condizioni di forte irraggiamento
solare, danno inizio ad una serie di reazioni che portano alla costituzione di
altre sostanze inquinanti quali l’ozono, creando il cosiddetto “smog
fotochimico”.
Gli ossidi di azoto (NO, N2O, NO2,
ecc) sono generati in tutti i processi di combustione, qualsiasi sia il tipo di
combustibile utilizzato, e si formano maggiormente quando i motori degli
autoveicoli funzionano ad elevato numero di giri, come accade con
maggior frequenza proprio sulle arterie a scorrimento veloce e sulle
autostrade, così significative per la Valle.
Possono essere causa di potenziali
impatti anche sull’ambiente, contribuendo infatti alla formazione di piogge
acide e favorendo l’accumulo di nitrati al suolo che nel tempo possono
provocare alterazione degli equilibri ecologici ambientali.
Il biossido di azoto è un gas
tossico, irritante per le mucose, ed è responsabile di specifiche patologie a
carico dell’apparato respiratorio con diminuzione delle difese polmonari
(bronchiti, allergie, irritazioni).
Stima delle medie annuali di biossido
di azoto nei comuni della Comunità Montana Bassa Valle di Susa
I risultati complessivi della
stima sono di seguito riportati. I territori comunali sono ordinati in cinque
classi a criticità crescente, definite sulla base dei valori di riferimento previsti
dal D.M. 60/2002.
Terza classe: Avigliana;
Chiusa S. Michele; S. Ambrogio; Susa; Vaie
Quarta classe: Borgone di
Susa (limite annuale di stima)
Emissioni di PM10 (Polveri
inalabili) in atmosfera: con il termine PM10 si indica una categoria di
polveri caratterizzate da particelle con un diametro inferiore a 10 micron, e
pertanto inalabili. La valutazione delle emissioni di PM2 (diametro
delle particelle inferiore a 2 micron), ovvero le polveri respirabili,
in quanto in grado di raggiungere e depositarsi ai livelli più profondi
dell’apparato respiratorio, viene oggi segnalata dal mondo scientifico come
maggiormente strategica e significativa, ma le fonti di dati sono al momento
assolutamente scarse. Le sorgenti antropiche di tali polveri sono riconducibili
ai processi produttivi, a diverse lavorazioni industriali, ma anche al
trasporto su strada, attraverso il consumo dei pneumatici e l’usura
dell’asfalto. Il rischio sanitario legato alle sostanze presenti in forma di
particelle sospese dipende sia dalla loro concentrazione che dalla loro
dimensione.
Tale inquinante è tra quelli che
necessitano di un monitoraggio continuo data la sua elevata pericolosità per la
provata correlazione con il manifestarsi di malattie croniche alle vie
respiratorie.
Gli effetti sulla salute
dell’inquinamento atmosferico sono tradizionalmente distinti in effetti a breve
ed a lungo termine. Negli effetti a breve termine (acuti), rientrano
soprattutto quelli a carico delle patologie respiratorie e cardiovascolari generate
da forti episodi puntuali di inquinamento, tipici delle aree fortemente
urbanizzate.
Tra gli effetti a lungo termine
(cronici) rientrano malattie croniche delle vie respiratorie, in
particolare asma, bronchiti ed enfisemi e patologie tumorali, in
particolare quelle a carico dell’apparato respiratorio.
L’inquinamento atmosferico gioca
anche un ruolo importante nella genesi e nell’aggravamento delle patologie
allergiche, in costante aumento, soprattutto tra le fasce di popolazione
più giovani.
Stima delle medie annuali di PM10
nei comuni della Comunità Montana Bassa Valle di Susa
Dall’esame dei dati si rileva come
tutti i comuni della Comunità Montana appartengano alla terza classe di
criticità.
Benzene
Il benzene presente in atmosfera
viene prodotto dall’attività umana, in particolare dall’uso del petrolio, degli
oli minerali e dei loro derivati. La maggior fonte di esposizione per la
popolazione deriva dai gas di scarico degli autoveicoli, in particolare dei
veicoli alimentati a benzina. Il benzene è una sostanza così classificata:
- dalla Comunità Europea come
cancerogeno di categoria 1,45;
- dalla I.A.R.C. (International
Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1 (sostanze per le quali esiste
un’accertata evidenza in relazione all’induzione di tumori nell’uomo);
- dalla A.C.G.I.H. (American
Conference of Governmental Industrial Hygienists) in classe A1 (cancerogeno
accertato per l’uomo).
Stima delle medie annuali di
benzene nei comuni della Comunità Montana Bassa Valle di Susa
Seconda classe:
Almese; Avigliana; Bruzolo;
Bussoleno; Caprie; Caselette; Chianocco; Chiusa San Michele; Condove; Mattie;
Mompantero; Novalesa; Rubiana; San Didero; San Giorio; S. Antonino; Vaie;
Venaus; Villardora; Villarfocchiardo
Terza classe: Borgone
di Susa; Sant’Ambrogio; Susa
Per quanto riguarda il comune di
Borgone di Susa, nel periodo primaverile, si è registrato il valore medio
orario massimo per il biossido di azoto, a causa del traffico pesante in
circolazione. E’ tuttavia importante evidenziare come in nessuna campagna sia
stato superato il valore limite per la protezione della salute umana.
Valore limite: livello fissato in
base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli
effetti nocivi sulla salute umana e/o sull’ambiente nel suo complesso, che
dovrà essere raggiunto entro un dato termine e che non dovrà essere superato.
Matrice: Rumore
Il rumore può dare luogo ad una
varietà di effetti sulla salute che dipendono dalla tipologia, dalla durata e
dal periodo della giornata in cui avvengono gli episodi più acuti nonchè dalla
suscettibilità della popolazione esposta. I bambini appaiono essere la
categoria a maggior rischio, soprattutto nella fase dell’acquisizione del
linguaggio.
Il rumore rappresenta una
criticità ambientale fortemente percepita dalla popolazione.
Per ciascun comune facente parte
della Comunità Montana Bassa Valle di Susa è stata eseguita una stima del
numero di persone residenti in una fascia di 100 metri su entrambe le
carreggiate delle strade provinciali che percorrono il territorio della Bassa
Valle, e che risultano esposte al rumore durante il periodo notturno.
Viene riportata la quantificazione
del numero di persone esposte al rumore prodotto dalle infrastrutture
stradali (Provinciali) presenti sul territorio della Comunità Montana.
Livelli sonori periodo notturno
(22.00-06.00) in dB(A) <50 50-55 55-60 60-65 >65
Totale 13991 1020 1569 1527 1333
Il rumore contribuisce anche
all’insorgenza dell’ipertensione arteriosa che è una delle principali cause di
ricovero ospedaliero e uno dei principali fattori di rischio per la mortalità
cardiovascolare e cerebrovascolare nei paesi industrializzati.
Matrice: Suolo
Il Polo Microinquinanti dell’ARPA
Piemonte ha coordinato un’attività di definizione dello stato di
contaminazione dei suoli da parte di microinquinanti organici
(policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorobifenili e
idrocarburi policiclici aromatici) che nel corso del 2003 e del 2004 ha
visto come campo di indagine il territorio della Valle di Susa, nell’ambito
dell’attività produttiva svolta dall’Acciaieria Beltrame S.p.A. ubicata
tra i Comuni di San Didero e Bruzolo. Lo studio era finalizzato a indagare
l’area circostante allo stabilimento in quanto l’azienda in questione poteva
rappresentare un soggetto ad elevato impatto ambientale per le categorie di
composti indagate.
La particolarità dell’area della
Bassa Valle di Susa è data dal fatto che i fenomeni diffusivi degli inquinanti
prodotti dai processi, sia da quelli antropici (emissioni autoveicolari,
emissioni da impianti termici e da processi industriali, etc,) che da quelli
naturali (incendi boschivi, etc.) risentono degli andamenti dei venti che
tipicamente percorrono la valle nonchè della geomorfologia dell’area
che agisce da effetto limitante per la dispersione degli inquinanti presenti
nella matrice aria.
I risultati analitici ottenuti
dallo studio delle contaminazioni diffuse evidenziano andamenti abbastanza
omogenei per tutti gli inquinanti oggetto dello studio ( IPA, PCB, PCDD e
PCDF). Nelle aree limitrofe all’acciaieria si evidenziano concentrazioni che
eccedono i valori limite accettabili nel suolo e sottosuolo riferiti alla
destinazione d’uso privato e residenziale di cui al D.M. 471/99.
I massimi valori di concentrazione
al suolo, per tutte e tre le specie chimiche ricercate, sono stati evidenziati
nei campioni prelevati nella porzione di territorio compresa tra i Comuni di
Borgone di Susa e Bruzolo.
Matrice: Acqua
La qualità delle acque rappresenta
un fattore di rischio significativo di origine ambientale per la salute. Il
problema non riguarda particolarmente le acque potabili ma principalmente le
acque di falda sotterranee, il cui grado di inquinamento, prevalentemente
rappresentato da nitrati e solventi, appare in continua crescita. Il
monitoraggio della qualità delle acque superficiali rappresenta il supporto
tecnico conoscitivo indispensabile per l’indirizzo e per la pianificazione
delle azioni di tutela e di risanamento della risorsa nonché dell’ambiente che
da essa dipende.
Il fiume Dora Riparia è stato
individuato quale corpo idrico significativo soggetto agli obiettivi di qualità
ambientale. Il corpo idrico viene monitorato in sei specifiche stazioni, di cui
solo tre ricadono nel territorio della Comunità Montana Bassa Valle di Susa.
Il fiume Dora Riparia avendo uno
Stato di Qualità “sufficiente” adempie alle imposizioni della normativa
vigente (D.Lgs 152/99) la quale prevede che ogni “corpo idrico significativo”
debba conseguire almeno il requisito di stato sufficiente entro il 31.12.2008.
Pressioni e impatti esercitati
dall’attività antropica sul fiume Dora Riparia.
La valutazione dei potenziali
impatti che derivano dalla presenza di pressioni che insistono sulla Dora
Riparia, è utile per stimare il potenziale depauperamento della risorsa idrica
e la possibile compromissione dello stato di qualità. Per stimare gli impatti
connessi all’attività antropica sulla qualità ambientale delle acque
superficiali si è fatto riferimento alle seguenti possibili fonti:
1. pressioni in termini
quantitativi: prelievi (captazioni)
2. pressioni relative ai carichi
inquinanti, distinte in pressioni che si originano:
- da fonte puntuale (scarichi
domestici e industriali in fognatura, scaricatori di piena cittadini,
scarichi industriali)
- da fonte diffusa: apporti dal comparto
agro-zootecnico, apporti da dilavamento di aree urbane
- da fonte accidentale: siti
contaminati, industrie a rischio, discariche, aree di bonifica.
C’è da segnalare che, sebbene al
corpo idrico venga riconosciuto il requisito della sufficienza, in alcuni
tratti la valutazione oscilla tra uno stato di degrado medio-alto e molto alto.