TAV, il segno del sondaggio
Sulla
montagna di S. Giorio lettere e croci di un vivido color arancione, quasi
fluorescenti:
sono
i punti in cui dovrebbero accamparsi le trivelle per saggiare il terreno sopra
al tunnel dell’Orsiera
di Claudio Rovere
da Luna Nuova del 20/11/09 – pag. 2
I gerani rosa e
scarlatti che accolgono chi arriva da valle e annunciano che sta per entrare
nella borgata Grangia non sono ancora appassiti. L'autunno, finora, è stato
particolarmente mite e anche in questa parte della montagna sangioriese i
raggi di sole, sempre più radenti, garantiscono giornate tiepide e piacevoli.
I castagni, che qui da secoli hanno trovato il loro habitat ideale, colorano di
un giallo vivo questa fascia di Inverso valsusino. Ma c'è un colore nuovo, molto
meno rassicurante delle tonalità calde autunnali, che rischia di diventare
tristemente di moda da queste parti. E' l'arancione, bello, quasi
fosforescente, da giubbotto catarifrangente, con cui sono stati tracciati dei
segni e delle sigle sulla strada. Si tratta dei punti di riferimento dei primi
sondaggi Tav sul tracciato, previsto qualche decina, forse qualche centinaio di
metri qui sotto, in quello che è ormai noto come il "tunnel Orsiera".
Sulla strada che sale alla Città, tra il chilometro 3,5 ed il 4,5, sono tre. Due di essi poche centinaia di metri a monte della frazione Grangia, un gruppo di case che insieme alla sua gemella Pognant conta una cinquantina di residenti, acuì si aggiunge il centinaio di Martinetti e Viglietti, poco sotto. L'altro un chilometro più a monte, sulla curvatura esterna di un ampio tornante da cui si diparte la strada sterrata che conduce alla borgata abbandonata ed al pilone della Volpiera. Qui, dove lo sguardo spazia fra gli ultimi castagni ed i primi faggi, fin giù nel vallone del rio delle Boine, confine tra San Giorio e Bussoleno, ed al pianoro di Castello Borello, le prime avanguardie dell'esercito dei sondaggi sono arrivate la scorsa settimana e nella giornata di mercoledì hanno effettuato le misurazioni necessarie all'individuazione dei punti in cui dovrebbero svolgersi i carotaggi per sondare il terreno e le rocce sottostanti a varie profondità, da poche decine fino a oltre 400 metri.
Due i tecnici che,
armati di teodolite, le hanno portate a termine. A "scoprirli" un
sangioriese, Cesare Martin, No Tav della prima ora, che scendendo dalla
montagna, dove era andato a far legna, ci si è imbattuto quasi per caso. «Ho
notato che stavano facendo misurazioni con il teodolite elettronico ed allora
mi sono subito venuti in mente i sondaggi - racconta - così mi sono
fermato e ho domandato loro cosa stessero facendo». I due non si sono
nascosti ed hanno rivelato subito l'oggetto del loro lavoro. «Ma pensando di
rassicurarmi hanno detto "tanto poi non ci sono i soldi per farlo"».
Una rassicurazione che
però non convince i sangioriesi delle borgate di montagna. «Non ci fidiamo e
continuiamo a vigilare - affermano con sicurezza Ugo Reviglietti e Franco
Secchio, abitanti dei Viglietti - abbiamo il dovere di farlo nei confronti
delle generazioni che verranno, cui non possiamo lasciare un futuro tra
cantieri infiniti ed una valle invivibile». Tranciante anche i 1 giudizio
di Luigi Tornior, che dopo essere vissuto a lungo lontano dal paese, da due
anni ha riscoperto le sue origini sangioriesi («mia nonna era
dell'Airassa») aprendo proprio alla Grangia un bed&breakfast, Baita
Evelina, dal nome della nonna, appunto. «Certo che sono contrario a questo progetto
devastante, si guardi intorno, la risposta è in questo paesaggio. In questi
colori, in questo silenzio, come si può pensare di deturparlo per arrivare
mezzora prima dall'altra parte dell 'Europa? E' una cosa che grida vendetta
agli occhi di Dio». Il problema, sostiene, non sono certo i sondaggi, quanto
l'opera ben più ampia a cui sono propedeutici. «Ci dicono che il tunnel
passa sotto di noi, entra a Susa ed esce a Villarfocchiardo, ma non ci spiegano
che in una galleria come questa, di oltre 11 chilometri, sono necessari sfiati,
finestre, uscite di sicurezza: dove li faranno sbucare, se non qui?».
Intanto sull'asfalto
grossolano della strada per Città l'arancione di quei cerchi spicca accanto
alle foglie cadute dai castagni secolari. "Sg1" e "Sg2" sta
scritto accanto ai due della Grangia, quello del bivio per la Volpiera è più
anonimo, tracciato su una pietra ed accompagnato, a qualche metro di distanza,
da una "X". «Ci hanno detto che sarebbero previsti sondaggi anche
più su, alla Garda, ma per il momento non si è visto niente», concordano
Reviglietti e Secchio. Intanto però proprio nel pomeriggio di martedì, a poche
ore dalla nostra "caccia a novembre arancione", un altro tecnico è
stato sorpreso a prelevare campioni d'acqua dal troppo pieno dell'acquedotto di
borgata Ravoira. «Ha detto che aveva già fatto altri prelievi ad agosto», rivela
Cesare Martin. Era già accaduto anche nella vicina Villarfocchiardo. Ma
"tanto poi non ci sono i soldi per farlo". Con tutto questo
spiegamento di forza lavoro, mica di volontari, diventa difficile crederlo.