tratto dal sito www.lavoce.info
19-12-2005
In questo articolo proponiamo alcuni possibili
interventi tecnici e tecnologici per potenziare la attuale linea ferroviaria
Torino–Lione, come alternativa alla realizzazione del tunnel di base previsto
dal progetto di collegamento ad alta velocità. Al di là degli
elementi puramente tecnici, dovrebbero comunque emergere i contorni di un progetto
altrettanto efficace per soddisfare la domanda di traffico merci, ma assai meno
costoso dell’alta velocità.
La pausa di riflessione di sei mesi, recentemente decisa, potrebbe essere utilizzata
anche per un esame approfondito di queste proposte.
Gli interventi possibili
L’offerta di trasporto nello scenario
di adeguamento della linea storica, che si dichiara essere insufficiente per
far fronte agli incrementi futuri del traffico ferroviario merci (che oggi è
in fase di riduzione), si basa su due assunti: medesima composizione dei treni
attuali per il traffico merci; rilevanti aumenti di offerta di servizi passeggeri
(treni più frequenti) sia nella tratta più abitata del tracciato,
che nella tratta dell’alta valle. Occorre invece sviluppare un programma
di interventi mirati a incrementare radicalmente la capacità della linea
attuale, agendo anche sull’offerta di servizi di trasporto e non solo
sull’infrastruttura, secondo standard internazionali consentiti dalla
tecnologia attuale.
Tali interventi possono così essere riassunti:
1. Adeguamento degli impianti di trazione elettrica tramite il potenziamento
delle sottostazioni (aumentando il numero di sottostazioni o potenziando le
esistenti è possibile aumentare il carico assorbito dai treni in linea
e quindi aumentare il numero di treni od il carico dei treni stessi); passaggio
al sistema monofase francese (25kv – 50Hz) nella tratta Modane–Torino
Orbassano, che consente treni più pesanti degli attuali con minori problemi
legati al contatto pantografo – catenaria (problemi di usura e captazione
dell’energia).
2. Adeguamento dei moduli di stazione (aumentando il numero dei binari di precedenza
e la loro lunghezza, definendo un modulo standard per l’intera direttrice
sia in territorio italiano che in territorio francese) e incremento dei punti
di passaggio da un binario all’altro. Ampliamento delle sagome delle gallerie
attuali.
3. Nuovo sistema di segnalamento, tramite l’introduzione del blocco mobile
o di sezioni di blocco brevi (ad esempio, 450m) allo scopo di massimizzare la
capacità della linea.
4. Eliminazione di tutte le interferenze residue con la viabilità stradale
(con cavalcavia e sottovia) e messa in sicurezza di banchine di stazioni e fermate
5. Utilizzo generalizzato di materiale di trazione politensione (adatto a circolare
sia sotto la rete francese che italiana), allo scopo di eliminare le manovre
e le operazioni di cambio macchina nella stazione di confine, fonti di perditempo
e possibili ritardi, migliorando così sia la puntualità che la
velocità commerciale dei servizi merci.
6. Esercizio merci a trazioni multiple intercalate, ottenuto realizzando "supertreni"
più lunghi unendo due o più treni in scali merci posti alle estremità
della tratta di valico (ad esempio, Torino-Orbassano); in tal modo si realizzano
meno treni ma più lunghi con costi di manipolazione delle unità
di carico circa nulli e con la possibilità di spezzare in tempi rapidi
il "supertreno" al termine della tratta di valico consentendo così
ai due treni originari di raggiungere le destinazioni finali (si noti come non
sia necessario l’aggancio automatico, potendosi agganciare manualmente
i due treni con gli organi di aggancio attuali); la trazione intercalata elimina
i problemi di sforzo al gancio. Le problematiche di assorbimento energetico
di tali "supertreni" sono risolte dagli interventi di cui al punto
1. Anche se il carico assiale non aumenta, sarà necessario verificare
la necessità di interventi su alcune strutture per il carico dinamico.
7. Circolazione omotachica in alcune fasce della giornata con precedenza nella
progettazione dell’offerta e nell’assegnazione delle tracce ai treni
merci (sembra possibile individuare alcune fasce orarie – centro mattina,
sera, notte – in cui è possibile attivare una circolazione perfettamente
omotachica su tutta la direttrice o su porzioni rilevanti della stessa, a una
velocità idonea per treni merci – esempio 70km/h – allo scopo
di massimizzare la capacità della linea; in tali fasce orarie, i treni
passeggeri circolano alla velocità di impostazione dei treni merci; è
cosi possibile ottenere frequenze di un treno ogni cinque minuti per senso di
marcia). Quindi anche per i servizi pendolari si possono ottenere elevate frequenze
nelle ore in cui se ne presenti la necessità.
8. Sostituzione dei servizi passeggeri ferroviari locali in alcune fasce orarie
a bassa frequentazione con autoservizi, almeno nella tratta Susa–Modane;
nelle fasce orarie in cui non circolano treni passeggeri veloci (attualmente,
tre coppie/giorno) i treni passeggeri regionali circolano alla velocità
commerciale dei treni merci. La capacità del materiale rotabile per i
servizi pendolari e per i passeggeri di lunga distanza può essere aumentata,
sia in termini di composizione che di caratteristiche (carrozze a due piani),
qualora analisi dettagliate ne dimostrassero la necessità.
9. Realizzazione di barriere antirumore o anche di coperture scatolari (integrali),
con mitigazione ambientale radicale nelle tratte urbane o prossime ad insediamenti
residenziali od aree di pregio ambientale, paesaggistico e naturalistico
10. Eventuale realizzazione di un terzo binario in affiancamento alla linea
attuale tra Torino e Susa, qualora necessario per consentire la circolazione
di treni merci e passeggeri regionali/internazionali nella tratta della bassa
Val Susa, tratta dove sono maggiormente necessari i servizi passeggeri (l’ipotesi
di un raddoppio della linea nella bassa valle va analizzato con realistiche
previsioni sull’andamento della domanda di passeggeri).
Quante tonnellate si possono trasportare
Da alcuni calcoli preliminari, assumendo valori
estremamente prudenti ("on the safe side"), sembra possibile ipotizzare
un traffico servibile di duecento treni merci da 800 tonnellate di carico utile
al giorno per trecento giorni (si noti, solo con trazione multipla, ma con circolazione
omotachica molto limitata). Tali valori generano 48 milioni di tonnellate all’anno,
superiori alle previsioni di traffico più ottimistiche, anche di lungo
periodo (che comunque assumono uno scenario di pesante tassazione dei camion).
Sulla linea attuale del Gottardo, che ha caratteristiche simili a quella del
Frejus, circolano già oggi treni in trazione multipla di più di
mille tonnellate utili (i maggiori costi delle trazioni multiple sono di fatto
quelli riconducibili agli interventi di cui al punto 1).
La prudenza del semplice calcolo sopra fatto è dimostrabile rammentando
che, con circolazione omotachica "spinta" e treni da 1000 tonnellate
di carico utile, si potrebbe arrivare addirittura a superare agevolmente i 100
milioni di tonnellate annue. Tutto ciò, ovviamente, a tecnologie date;
nell’arco di un decennio potrebbero però divenire disponibili nuove
possibilità di incremento delle prestazioni della linea.
Si ricorda infine che le ferrovie italiane non si sono mai trovate in condizioni
di dover aumentare la capacità standard per le merci, in quanto finora
la domanda è stata statica o declinante, e comunque sempre molto lontana
dalla saturazione della capacità delle linee di valico.
(*)
Marco Ponti: docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano
Marco Brambilla: ingegnere civile, ricercatore (aspetti economici, ingegneristici e di pianificazione nel settore trasporti)
Stefano Erba: assegnista di ricerca presso il Politecnico di Milano sul tema “Analisi economico – finanziaria di progetti di infrastrutture di trasporto”