Pinard: «Impensabile andare avanti così per anni».

Il decreto del prefetto scade il 31, probabile che venga prorogato

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 22/7/11 – pag. 2

 

Il decreto del prefetto scade il 31 luglio, ma già si prevede che verrà reiterato. Intanto scoppia il caso del rispetto del divieto alla circolazione nelle vie chiomontine che portano al ponte sulla Dora. Come è noto, il prefetto ha vietato lo stazionamento delle persone solo nel piaz­zale della Maddalena dove i No Tav avevano messo in piedi la "libera repubblica". In via Avanà, dove c'è il cancello della polizia, è invece vietata la circolazione. Ma il transito veicolare è vietato dallo stesso decreto anche in tutta via Roma (la via che scende dal centro di Chiomonte alla centrale e sulla strada che dal ponte di Exilles porta alla stessa centrale). Mentre in via Avanà il divieto alla circolazione viene applicato, e rigidamente, come un vero divieto di accesso, nessuno fa invece rispettare il divieto di circolazione in via Roma e sulla provinciale.

 

Il sindaco, Renzo Pinard, sapeva dello sgombero del 27 già prima ma non si aspettava un divieto di circolazione su strade così importanti per il paese. Eppure, a quanto gli avrebbe detto lo stesso prefetto, spetterebbe al Comune piazzare i cartelli di divieto di transito. E lo stesso Comune dovrebbe a quel punto contribuire a farlo rispettare utilizzando il suo unico vigile. Invece, anche in questi giorni, le macchine accedono tranquillamente alla zona del ponte e al campeggio No Tav.

 

Sulla legalità del campeggio No Tav, poi, vige la più profonda confusione. Per ragioni di ordine pubblico potrebbe essere sgomberato in qualunque mo­mento. Ma il sindaco si è sentito dire che a fare scattare lo sgombero dovrebbe essere una sua ordinanza. Che non ha nessuna intenzione di emettere. «Quelli sono terreni di privati - osserva - Hanno un accordo con i proprietari, come potrei sgomberarli?». Piuttosto, al campeggio è stato concesso un allaccia­mento da 10 Kw alla rete elettrica della società intercomunale. Là sotto, il campeggio, per ora, non crea particolari problemi al paese. Solo qualche lamentela per il rumore dei concerti.

 

Intanto, Ltf ha ritirato la "Segnalazione di inizio attività" per il cantiere della Maddalena. Ma l'ufficio tecnico comunale, dopo un sopralluogo, non ha ravvisato irregolarità. L'area che è stata oggetto di lavori è stata cantierizzata in forza di un decreto del prefetto, emesso per ragioni di ordine pubblico. Per la parte che non ricade nel decreto, Ltf dovrà sottostare alla procedura prevista per le aree di interesse archeologico con pronunciamento della commissione paesaggistica e della Soprintendenza.

 

Proprio la Soprintendenza riceverà nei prossimi giorni il progetto di realiz­zazione di un "Parco archeologico" intorno alla Maddalena. Con il benestare al progetto (che prevede un museo diffuso con itinerari di visita) Arcus, l'istituto del ministero dei beni culturali, potrà dare il via libera al progetto finanziato per 800mila euro. «Noi la convenzione con Arcus la firmiamo - prevede il sindaco - iniziamo anche la progettazione esecutiva. Ma in queste condizioni mi sembra ridicolo iniziare i lavori». La partita dovrebbe comunque essere affidata anche al nuovo assessore alla cultura, che sta per sostituire Cristina Uran, dimessasi in polemica con Pinard dopo l'occupazione della Maddalena da parte delle forze dell'ordine.

 

Ma con la prospettiva di 4-5 anni di cantieri e di divieto di accesso, ha senso parlare di progetti di valorizzazione dell'area archeologica? La necropoli, devastata dai mez­zi della polizia che difendevano l'area recintata, è stata protetta con teloni e sabbia (e recintata con i new jersey). Ma il museo è interdetto alle visite. «Stiamo pensando seriamente di proporre lo spostamento dei reperti qui in paese, come una volta. Abbiamo i locali di palazzo Levis, che tra l'altro sono già dotati di sistemi di allarme».

 

Certo che la prospettiva che questa "militarizzazione" di fatto e il clima di scontro perdurino per anni, è devastante per una comunità come quella chiomontina. Ora che sono arrivati gli alpini, il segno che questo cantiere è di fatto militarizzato è sotto gli occhi di tutti. «Certo, pensare di andare avanti in queste condizioni per anni, prima qui, poi magari a Susa, è impensabile. Però il sito non è stato dichiarato dì importanza strategica. Gli alpini supportano solo le forze dell’ordine. Già così c'è una parte del territorio comunale che è di fatto tolto dalla giurisdizione del sindaco. Ma almeno è un'ordinanza che arriva da un organo amministrativo. Se arrivasse un vero decreto del governo e l'area fosse affidata solo più ai militari, sarebbe un fatto del tutto illogico. Si fa una ferrovia, non una base militare».

 

Ma il sindaco continua anche a lamentare un impegno delle forze dell'or­dine esclusivamente alla Maddalena: «In paese non c'è protezione». In realtà i carabinieri, oltre ai militari di stanza nella stazione, sono presenti con gli uomini della Compagnia di intervento operativo del battaglione Lombardia. Ma Pinard si sta affidando a un proprio servizio di sicurezza messo in piedi con dipendenti della sua azienda. Uno staziona in auto sotto gli uffici e gira per il paese, l'altro lo segue negli spostamenti in zona. «Sono stato pesantemente minacciato quando i No Tav hanno occupato il municipio. Hanno dimostrato di conoscere gli spostamenti dei miei figli. A questo punto è meglio non girare più da solo».