Tav, il governo promette 630 milioni
Ieri l’incontro a Roma sul Piano Strategico per i territori della To-Lione
di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 24/11/09 – pag. 4
Il governo ha inserito
quello della Torino-Lione tra i 12 piani strategici di importanza nazionale ed
ha «ritenuto congrua» la cifra di 630 milioni a suo carico, su un totale
di un miliardo 349 milioni. Inoltre, il Piano strategico avrà d'ora in poi un
tavolo nazionale che per prima cosa dovrà individuare gli interventi
immediatamente finanziabili.
Ieri è finita così la
riunione al ministero delle infrastrutture sul "Piano strategico per il
territorio interessato al progetto della nuova linea Torino-Lione". Anche
se l'aveva più volte annunciato, alla riunione non ha partecipato il ministro
Altero Matteoli ma al suo posto c'erano il direttore del dipartimento
infrastrutture Domenico Crocco ed Ettore Incalza, consigliere del ministro in
materia di grandi opere.
Di fronte a loro la cabina di pilotaggio che in questi mesi ha fatto capo alla Provincia di Torino per la stesura dell'intero piano: dal presidente della Provincia Saitta all'assessore regionale ai trasporti Borioli fino ai rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria. Per il territorio della Torino-Lione c'erano però solo il sindaco di Settimo Corgiat (quello della proposta della marcia pro Tav), il commissario liquidatore della Comunità val Sangone, Gianni Turello, e il commissario liquidatore della Bassa valle di Susa, Antonio Ferrentino. Non hanno partecipato né rappresentanti di Torino né tanto meno gli altri due sindaci rappresentanti della Bassa valle, Carla Mattioli e Nilo Durbiano, che avevano chiesto lo stralcio dal Piano strategico dei riferimenti al Tav.
Nel documento approvato
alla fine della riunione, invece, si ribadisce «l'ineludibile interdipendenza
del progetto della Torino-Lione con il piano strategico» e la necessità
del «coinvolgimento dei comuni interessati» attraverso una «sollecita
ridefinizione delle rappresentanze istituzionali dei territori ai tavoli
nazionali per la Torino-Lione».
In pratica, i Comuni interessati dal piano strategico saranno solo più quelli dei territori interessati direttamente al passaggio della Torino-Lione e nello stesso tempo quelli che vorranno sfilarsi dal piano strategico saranno liberi di farlo. Una massima che vale anche per le rappresentanze in Osservatorio e al Tavolo di Palazzo Chigi. Entro il 20 dicembre sarà riconvocata una nuova riunione al ministero. Nel frattempo Saitta ne convocherà una in Provincia per ridefinire le rappresentanze nella Cabina di pilotaggio.
«Non si poteva non
riconoscere che lo scenario è cambiato - commenta Ferrentino - E
soprattutto non si poteva non riconoscere che i piani strategici sono strumenti
di programmazione legati alle grandi opere. Non si possono scollegare dalle
opere per le quali nascono e vengono finanziati dal governo. I sindaci che
vorranno sfilarsi potranno benissimo farlo ma se ne dovranno assumere la
responsabilità di fronte ai cittadini». Il documento finale suona come un
patto con il governo anche per Osservatorio e Tavolo politico. «E'
passato il concetto che chi vuole uscire dai tavoli dove si sta discutendo solo
della progettazione preliminare può farlo benissimo, così come sono legittimati
ad uscire quei comuni che non si sentono "interessati "»,
conclude Ferrentino.
Ma i soldi per un progetto da oltre un miliardo e 300 milioni chi li mette? Il governo avrebbe dovuto arrivare già con qualche proposta di finanziamento, invece tutto è rimandato alla scrematura dei primi progetti urgenti. Su quelli il governo darà le prime risposte. I progetti ritenuti più urgenti riguardano gli interventi occupazionali (con gli insediamenti produttivi ecologicamente compatibili) e il miglioramento del trasporto pubblico locale. Su questo ultimo punto il governo conferma di garantire per il Nodo di Torino i primi 20 milioni (a cui si aggiungono 14 della Regione). Nella riunione è tra l'altro venuto fuori che d'ora in poi i soldi per il trasporto ferroviario locale saranno trasferiti non più a Trenitalia ma direttamente alle Regioni. In tutto, un miliardo e 440 milioni.
«Giovedì vedrò a
Roma il ministro Matteoli - ha poi riferito Saitta - con il
quale definiremo il percorso di lavoro perché i suoi tecnici oggi hanno ritenuto
assolutamente congruo il piano finanziario che abbiamo presentato con la richiesta
al governo di intervenire per 630 milioni di euro. Ora perciò è necessario
avviare il confronto sui passi da muovere per attuare nel concreto il piano di
rilancio della valle di Susa e di tutto il territorio interessato dal passaggio
della Torino-Lione. Il finanziamento del Piano strategico dovrà trovare risorse
certe nel finanziamento dell’opera; su questo abbiamo avuto oggi le
assicurazioni necessarie».
«Abbiamo inviato
una bozza di accordo di programma per utilizzare subito i primi 34 milioni di
euro (20 del governo più 14 della Regione) stanziati sul Nodo di Torino -
ha annunciato l'assessore regionale Borioli - Fondi che serviranno per
l'attivazione della fermata Dora sul Passante, per il collegamento delle
stazioni Dora Fs-Dora Gtt, per l'attivazione della fermata e la
rifunzionalizzazione dello scalo di Orbassano, quale avvio del Sistema
ferroviario metropolitano all'interno dell'accordo da 300 milioni di euro per
il nodo di Torino firmato da Regione e governo lo scorso gennaio».