Tav: il centrodestra chiama alle armi

Susa: convegno “segreto”con gli imprenditori sullo sviluppo della valle

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 21/3/08 – pag. 4

 

Non hanno detto niente a nessuno. Si sono riuniti in gran segreto nel teatrino Monsignor Rosaz di Susa, lontani da taccuini e riflettori, e hanno discusso a porte chiuse di Tav e di sviluppo economico della valle partendo da un punto fermo: il si convinto alla Torino-Lione. Alla fine, secondo gli organizzatori, erano più di 150. Fuori, nessuno: né bandiere, né manifestanti. Solo carabinieri a piantonare l'ingresso.

 

Il convegno è stato lanciato da Salvatore Panaro, consigliere di minoranza a Susa, tra i primi in valle ad aderire al Popolo della libertà, ed è stato raccolto anche dal centrodestra torinese: l’onore­vole Osvaldo Napoli, il portavoce provinciale de La Destra Giuseppe Lonero, già consigliere comunale a Buttigliera ed Avigliana e Franco Botta, consigliere provinciale passato dai banchi dell’Udc a quelli di Forza ltalia, che hanno partecipato alla serata insieme a diversi espo­nenti del centrodestra di valle.

 

Panaro ha inviato a tutto il mon­do dell'imprenditoria e del com­mercio zonale una lettera d'invito alla serata. Una sorta di "chiamata alle armi". Poi ha incaricato la società Azeta Services di Susa, che fa quello di mestiere, di occuparsi della parte strettamente organizza­tiva dell'evento, con tanto di uomi­ni dello staff, vestiti di tutto punto, ad accogliere gli accreditati. Il convegno era infatti ad invito e non era stato pubblicizzato «per evitare strumentalizzazioni», dicono gli organizzatori. Tradotto: per evitare sia che i No Tav si presentassero in massa davanti alle porte del Rosaz, sia che un convegno di quel tipo scatenasse da subito un polverone politico-mediatico. Alla serata, però, non sono stati ammessi nem­meno i giornalisti. Non certo una novità, di questi tempi, segno del clima che si respira in valle su que­sto tema.

 

I promotori della serata non vorrebbero che l'iniziativa di mercoledì sera passasse agli onori delle cronache come un "convegno Sì Tav", ma se vogliamo andare al sodo quello è stato. Il si alla Tori­no-Lione era, come detto, il punto fermo da cui sviluppare una serie di ragionamenti sul futuro di questo territorio, coinvolgendo impren­ditori, commercianti, albergatori e addetti del settore turistico. Nella sua introduzione, Panaro ha detto apertamente che «ilNo Tav non ha fatto altro che danneggiare l'im­magine della valle, contribuendo ad alimentarne il suo già precario sviluppo: siamo ormai identificati, purtroppo, come la valle del cesio, dell'amianto e dell'uranio». E ri­cordando la nascita del movimento Si Lavoro, il consigliere segusino ha definito quella di mercoledì come la prima riunione in cui «la valle che lavora e che produce si è riunita per sviluppare costrutti­vamente il futuro attraverso una progettualità che coinvolgerà ogni settore, producendo benefici anche ai residenti tutti».

 

Ma il messaggio che esce dalla serata è anche un attacco frontale al centrosinistra che ha ammi­nistrato la valle in questi ultimi anni: «Nessuno - ha sottolineato Panaro nella sua lettera d'invito agli imprenditori - ha saputo pro­grammare per costruire il futuro di una valle ormai deindustrializzata, dove esiste una gravosa situazione di "non lavoro ". È giunta l'ora di unire tutte leforze per manifestare pubblicamente e costruttivamente a viva voce il nostro fermo disap­punto». Il concetto, espresso anche da Lonero e Napoli e condiviso dalla platea, è che i sindaci si tro­vano davanti ad una grande sfida che può dare una svolta epocale allo sviluppo di questo territorio e che, per questo, devono saper giocare fino in fondo.

 

Per loro la strada maestra è dun­que accettare il Tav in quanto opera necessaria allo sviluppo del paese, per poi portare a casa soldi ed opere sotto forma di compensazioni. Logica che è poi quella che l'ono­revole Napoli, deputato uscente e  sicuro eletto nelle liste del Pdl, ha già lanciato e rilanciato più volte: la proposta di legge per il 5 per cento del costo dell'opera a vantaggio del territorio, nel settore dell'ambiente e della salute pubblica e, in seconda battuta, degli investimenti. Poi le agevolazioni fiscali per le famiglie e le imprese locali. Il tutto prose­guendo il dialogo tra enti locali e governo, passando però nei fatti ad una discussione sul "come" fare l'opera.


«In questa valle - ha detto Napoli - si è pensato solo a dire "no ". Ma anche dicendo "no ", non è stato fatto nulla per garantire al terri­torio un suo sviluppo. C'è stato un blocco totale dell'economia della valle perché il pensiero era rivolto esclusivamente alla questione No Tav. Ho ascottato volentieri le preoccupazioni dell'imprenditoria e del commercio di un territorio che ha enormi potenzialità di svi­luppo finora mai sfruttate. Davanti a me ho trovato una platea diversa rispetto a quella che avrebbe potuto essere un anno fa: il messaggio è stato recepito». Anche Lonero, parlando di turismo, enogastronomia, imprenditoria, sviluppo sostenibile e di strategie comunicative univoche per la promozione della valle, ha lanciato altre proposte concrete. Ad esempio ottenere de­roghe all'applicazione delle norme comunitarie e della legislazione sui lavori pubblici per favorire l'impiego di imprese e artigiani locali o per far sì che si assuma manodopera locale; ma anche la realizzazione di una stazione ferroviaria a Susa, come punto di accesso privilegiato della valle ai turisti e come punto di smistamento logistico delle merci.

 

Gli stessi promotori hanno defi­nito l'incontro di mercoledì come «l'inizio di un percorso» che ora, stando alle loro intenzioni, dovrà uscire allo scoperto. «Stiamo co­struendo il popolo del fare», ha detto Panaro nelle sue conclusioni, chiedendo espressamente alla platea di radunare collaboratori, famigliari ed amici attorno a que­sto movimento d'idee costruito sull’equazione "Tav uguale lavoro uguale sviluppo del territorio". Tra 10-15 giorni, probabilmente a Susa, Panaro e soci hanno già in mente un'assemblea pubblica aperta a tutti, a cui dovrebbero essere invitate anche Regione, Provincia e le parti istituzionali in­teressate allo sviluppo della valle. Tema, questo, che in piena campa­gna elettorale è ormai diventato lo spunto che permette di affrontare il nodo Tav senza mettere in prima linea la "parolina magica", visto che anche il Pd sta organizzando a Cascina Roland un convegno pro­prio sul tema dello sviluppo.