Estratto dall’articolo:
Di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 11/7/08 – pag. 2
Ieri i sindaci
dellaTorino-Lione sono stati convocati dalla Regione che con l'assessore
Borioli ha voluto chiedere conto dell'atteggiamento dei comuni dopo la
bocciatura dell'accordo di Pra Catinat nel Consiglio comunale di Avigliana. Visto
che il documento è stato approvato da tutti e con l'incontro del 29 con il
governo lo si vuole fare accettare da Palazzo Chigi, c'è ora il timore che nei
consigli comunali questa approvazione venga bocciata. Da Ferrentino è arrivata
così di nuovo l'esortazione ai colleghi a discutere del documento nei consigli
ma senza sottoporlo ad approvazione, approvando soltanto eventuali aggiunte ed
emendamenti.
Naturalmente tutti guardavano a Carla Mattioli quasi nella veste di imputato per il dietrofront dimostrato su Pra Catinat e Fare. Il sindaco di Avigliana ha invitato tutti a comprendere la delicatezza delle situazioni locali, prima tra tutte proprio quella aviglianese.
Ma la scomunica contro Carla Mattioli arrivata praticamente da tutto il Pd ha messo in luce ancora una volta soprattutto la debolezza del nuovo partito sul tema dell'alta capacità. Non sembra essere ancora cambiato molto da quando il Pd si è visto bloccare dai No Tav il convegno elettorale di Almese. Allora nel Pd valsusino ci furono reazioni miste di rancore personale verso gli esponenti No Tav, ma anche sommesse manifestazioni di compiacimento per il fallimento della "forzatura della Bresso e Chiamparino". Posizioni e sentimenti opposti che da allora non sembrano avere trovato ancora una conciliazione.
Forse sotto sotto c'è
ancora quella voglia di autonomia programmatica che sul Tav esisteva per i Ds
e i margheritini valsusini. E oggi come allora c'è chi chiede di rimettere in
riga i compagni/amici del partito.
In una nota stampa il deputato torinese Stefano
Esposito e la sua corrente (dalemiani) chiedono che chi è contro il Tav esca
dal Pd. «E' giunto il momento - afferma Esposito - che dentro al Pd
venga fatta chiarezza e si prenda nettamente le distanze da chi è contrario
alla realizzazione della linea Torino-Lione, perché su questo tema nessuno può
invocare la libertà di coscienza. Chi dissente deve trarre le dovute
conseguenze circa l'opportunità di continuare ad aderire al Pd. Chiedo, quindi,
al segretario regionale Morgando di convocare al più presto a porte chiuse una
segreteria regionale (allargata ai parlamentari piemontesi, ai capigruppo di
Regione, Provincia e Comune di Torino, ai presidenti Bresso e Saitta e al sindaco
Chiamparino). Inoltre chiedo al segretario nazionale Walter Veltroni
di convocare a Torino una riunione del governo ombra, alla presenza di
parlamentari ed amministratori, dedicata ad affrontare la questione della
Torino-Lione per lanciare un chiaro segnale di completo appoggio al lavoro del
commissario Virano».
Poi aggiunge: «II documento approvato dal consiglio
comunale di Avigliana costituisce un fatto molto grave in quanto boccia complessivamente
il lavoro fatto finora dall'Osservatorio di Mario Virano e dai sindaci. Un
fatto grave che pone interrogativi non più eludibili sul ruolo e sull'azione
che il Pd sta svolgendo a livello regionale come a livello nazionale. E'
inaccettabile che il
sindaco Carla Mattioli continui a utilizzare l'alibi del "doppio
binario": da un lato è dirigente del Partito democratico, dall'altro
avalla le posizioni di esponenti del movimento No Tav presenti nella sua
coalizione. Se da un lato è da apprezzare la coerenza del Pdl che ha votato
contro il documento, dall'altro bisogna ricordare al sindaco Mattioli che gli
esponenti No Tav non sarebbero risultati determinanti qualora i consiglieri del
Pd avessero presentato un documento di sostegno all'accordo tecnico raggiunto
dall 'Osservatorio».
Così ieri pomeriggio i
sindaci sono stati convocati dall'assessore regionale ai trasporti Daniele
Borioli su mandato della Bresso. Una convocazione per chiedere ai sindaci
coerenza con il compromesso accettato a Pra Catinat e in vista del Tavolo
politico del 29 luglio. Ma Borioli è intervenuto con un comunicato anche come
esponente Pd. «Come dirigente del Partito democratico - ha dichiarato
l'assessore - trovo politicamente imbarazzante che l'affossamento aviglianese
dell'accordo di Pra Catinat sia avvenuto con l'avvallo degli amministratori locali del Pd il quale,
ricordo, ha assunto su questo tema, sia a livello nazionale sia a livello
locale, posizioni non equivoche. In questo senso mi auguro che ci sia al più
presto un chiarimento. Il prossimo anno infatti si voterà per il rinnovo di
molte amministrazioni locali e nel 2010 per il nuovo governo regionale,
scadenze alle quali il Pd e i suoi rappresentanti dovranno presentarsi con
indirizzi politici e proposte programmatiche chiare: non c'è dubbio che la
valorizzazione del lavoro dell'Osservatorio deve costituire tra queste un
punto cardine ineliminabile».
In realtà il Pd aviglianese, che sul Tav è diviso in due correnti, si rende conto che chiudere con l'alleanza con gli indipendenti aprirebbe la strada alle elezioni anticipate, al pensionamento della Mattioli e alla vittoria della destra nella città dei laghi. Però, il documento aviglianese è andato oltre. E’ persino contro il FARE, il programma per fasi elaborato dai tecnici della Comunità montana nell’Osservatorio, che era stato adottato dal partito di valle.
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