Gli studenti universitari di Siena
ci hanno invitato ad un loro incontro cui non abbiamo potuto partecipare.
Abbiamo inviato loro questa lettera.
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Carissime/i ragazze/i,
vi ringraziamo davvero dell'invito che ci avete fatto e ci duole non essere con
voi a Siena. Più facile ci sarebbe esserlo a Firenze, dove abbiamo rapporti con
i vostri colleghi.
Vi dico subito che il movimento che avete sollevato ha ridato speranza a chi,
come noi, sta ingoiando rospi da anni. Dopo le speranze suscitate dai
movimenti, incarnatisi per una breve stagione nei social forum, abbiamo
assistito ad uno spettacolo pietoso offertoci dalla politica di ogni parte.
Il senso dello Stato, ma soprattutto il senso di appartenenza ad una
collettività, ad un gruppo che si chiama “genere umano”, è stato rimosso a
favore del mito dell'arricchimento personale, all'esasperazione
dell'individualismo che dimentica di essere persona in mezzo ad altre uguali a
lei. Lo spettacolo vergognoso dei metodi con cui viene gestita la cosa pubblica
ne è specchio fedele. Se guardate l'intreccio di interessi economici,
affaristici, speculativi dei più grossi gruppi finanziari e industriali
dell'Italia, verificherete che la distinzione tra “destra” e “sinistra” è ormai
impossibile da tracciare; questa distinzione è ormai solo fumo negli occhi di
quei cittadini condotti a scegliere il loro futuro carnefice in quella che è
ormai solo una farsa elettorale. Anche le frange escluse da questo saccheggio
del bene comune come la “sinistra radicale” è ormai solo ceto politico che
sopravvive nelle pieghe del sistema burocratico dei partiti, assolutamente
incapace i immaginare e proporre un modello sociale alternativo, succube delle
“finzioni democratiche” che ci condannano all'esclusione da ogni decisione e da
ogni potere.
Vi voglio citare un breve passo di un recente articolo di Gustavo Zagrebelsky: Quando
le oligarchie soppiantano la democrazia, le forme di quest’ultima (il voto, i
partiti, l’informazione, la discussione, ecc.) possono anche non scomparire, ma
si trasformano, anzi si rovesciano: i diritti di partecipazione politica
diventano armi nelle mani di gruppi potere, per regolare conti della cui
natura, da fuori, nemmeno si è consapevoli.
Come cittadini ci siamo ritrovati assieme casualmente, colpiti da un
particolare problema ambientale o sociale che vediamo vicino a noi; il nostro
comitato si è trovato davanti un progetto di tunnel sotto la città di Firenze
dannatamente pericoloso per l'ambiente, dannoso per la città, costosissimo e
praticamente inutile per il miglioramento dei trasporti. Altri cittadini si
sono riuniti in comitati per difendersi da inceneritori, centrali a carbone,
discariche, industrie inquinanti, colate di cemento speculativo, basi militari,
distruzione del paesaggio... L'elenco dei pericoli sarebbe lungo, praticamente
infinito quello dei comitati che in tutta Italia sono sorti spontaneamente dal
bisogno collettivo di difendere la propria vita. Solo in Toscana quasi duecento
comitati si sono ritrovati in una sola volta a seguito di un appello del
professor Asor Rosa in difesa del paesaggio della Val d'Orcia; a Firenze ne
contiamo quasi ottanta ancora attivi e vitali.
Questi comitati, questi cittadini attivi sono quelli che da anni e decenni
denunciano il degrado ambientale, sociale ed economico dal nostro paese, sono
quelli che puntano il dito contro quelli amministratori che hanno ridotto le
istituzioni degli enti locali a bivacchi di affaristi e cementificatori. Quello
che sta accadendo a Firenze, la nostra città dove sta emergendo un metodo di
gestione del “bene pubblico” come patrimonio personale di pochi grossi gruppi
finanziari, è emblematico. I testi delle intercettazioni telefoniche a seguito
di indagini della magistratura, anche se non mostrassero fatti penalmente
rilevanti, ostentano un opportunismo e un disprezzo per i cittadini che ci fa
domandare se viviamo davvero in un sistema democratico.
I cittadini che si organizzano spontaneamente in comitati sembrano ormai quasi
l'unico anticorpo vivo contro la degenerazione del sistema in un chiaro
totalitarismo.
In questo giorni intensi e che non ci permettono di essere a Siena, abbiamo gli
occhi puntati su di voi, sul movimento che avete fatto sorgere in maniera
semplice, decisa, splendidamente cosciente dei problemi che avete e che volete
risolvere. Vi stiamo percependo come compagne/i e sorelle/fratelli nel nostro
percorso per far rinascere una società in cui sia dignitoso vivere, vi vediamo
come una delle poche speranze per il nostro paese e per i destini della nostra
specie; sì della nostra specie, il genere umano; perché se assieme non
riusciremo a far sì che tutti possiamo partecipare alla vita, alla ricerca
della felicità con cui siamo nati, se assieme non sapremo sterilizzare quella
oligarchia impazzita che pensa che il resto dell'umanità sia solo risorsa da
sfruttare e da spremere non ci sarà futuro per nessuno, nemmeno per quelli che
si ritengono padroni del mondo.
Immaginatevi adesso che vi abbracciamo tutti: potreste essere nostre figlie e
nostri figli; vedere che alzate la testa e volete ribellarvi ci fa sperare che
il mondo che costruirete sarà migliore di quello che vi stiamo lasciando.
Grazie per quello che fate, non lo fate solo per voi.
Comitato notav Firenze
28/11/08