dal blog di Oliviero Beha
(http://www.behablog.it/dett.php?id=685) -
02/01/09
I telegiornali di Martedì 30 Dicembre hanno dato grande rilievo ad una notizia che di per sé non meriterebbe neppure un titolo che scorre nella parte bassa dello schermo mentre un servizio mostra immagini che parlano d'altro. I principali quotidiani hanno poi ripreso la notizia con ampio risalto nelle pagine nazionali: Mario Virano ha rimesso al governo il mandato di presidente dell'Osservatorio Tecnico per la Torino Lione.
In molti si saranno chiesti chi
mai sarà questo Virano per meritarsi tanta pubblicità, pochi al di fuori della
Val di Susa avevano forse sentito parlare dell'Osservatorio; in valle tutti sanno
che oltre che presidente di quel tavolo tecnico Virano è anche Commissario
Governativo per l'opera, ovvero un uomo di parte che finge di essere super
partes.
In Val di Susa il gioco delle tre
carte non ha molto seguito e che nell'Osservatorio si giocasse una partita
truccata lo avevano capito quasi tutti fin da subito; ora che se ne stavano
accorgendo anche i sindaci ecco che chi tiene il banco sbotta e dice: non gioco
più, tutti a casa. Eh no, neanche all’oratorio si faceva così!
Chiudere una sala da gioco proprio a capodanno può sembrare una stupidaggine, e non può essere certo un croupier a deciderlo in uno scatto d'ira: questa sì che sarebbe una vera notizia. Se invece è il suo datore di lavoro a prendere la decisione vuol dire che avrà avuto le sue buoni ragioni.
Le oltre ventimila persone della
valle che il 6 Dicembre scorso hanno sfilato per le strade di Susa per dire
NOTAV sono una buona ragione. Se hanno ragione, devono essersi detti dalle
parti di Palazzo Chigi, perché dovrebbero mostrarsi ragionevoli? Insomma, ci
abbiamo provato ma dobbiamo rivedere la strategia, caro Virano devi cambiare la
giacca.
In
fondo la notizia data con enfasi da telegiornali e quotidiani è una
non-notizia, e soprattutto non giunge inaspettata: a costruire uno scoop ci
vuole poco quando in gioco ci sono grandi business. Per noi poi non cambia
nulla, anzi: l'Osservatorio, altrimenti detto “tavolo tecnico” era pur sempre
un ingombro su cui si rischiava talvolta di inciampare.
La vera notizia che un servizio
pubblico di informazione (leggi RAI) avrebbe dovuto dare è semmai un'altra:
l'ultima relazione della sezione centrale di controllo della Corte dei Conti
spiega che 44 miliardi (!) di debiti delle Ferrovie dello Stato per finanziare
l'alta velocità vengono tranquillamente caricati sui bilanci dello stato e
peseranno sulle generazioni future fino al 2060. Ma di questo nei telegiornali
non c'è traccia.
Il
2009 si affaccia carico di minacce, il nuovo genocidio di palestinesi è lì a
rinfrescarci la memoria qualora avessimo l'intenzione di brindare spensierati
all'anno bisestile ormai finito; noi magari non saremo vittime di raid aerei ma
avremo ben poco per rallegrarci, e anche i 1000 euro di bonus promessi da
Berlusconi si riveleranno un'altra boutade. Anche in Val di Susa nel 2009 'sarà
dura', come diciamo da queste parti: ma per il momento, magari di nascosto,
faremo un piccolo brindisi a questo osservatorio dissolto nel nulla.
Ezio Bertok