Sindaci delusi: “Neanche un cenno al Fare”

Ferrentino: “Domande senza risposte, il ministro ha glissato su tutto

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 25/11/08 – pag. 3

 

Peri sindaci della bassa valle l'incontro di sabato è servito a ben poco: al di là della correttezza istituzionale cui anche stavolta il ministro Matteoli non si è sottratto, sui Fare, sui sei punti della Riposa e sui contenuti del dossier consegnato all'Unione europea le risposte sono state pari a zero. Ieri sera i sindaci si sono trovati a Bussoleno per fare il punto della situazione e per decidere come muoversi di fronte a questo "nulla di fatto". L'uscita dall'Osser­vatorio non è comunque in ballo: al centro del dibattito Ferrentino ha posto il dettagliato documento, ben sei pagine, che nei prossimi giorni dovrebbe essere inviato al coordinatore europeo Brinkhorst per chiarire che né i sindaci né l'Osservatorio hanno mai potuto visionare la documentazione spedita a Bruxelles dai governi italiano e francese, che pertanto non è mai stata condivisa dalle amministrazioni locali di bassa valle e cintura.

 

«Cercheremo di andare a Bruxelles quanto prima per fare chia­rezza sulle nostre posizioni - sottolinea il presidente della Comunità montana, che sull'incontro di sabato in Prefettura commenta - Senza dire dei "no ", il ministro è riuscito a svicolare su tutto: se dovessimo scoprire che nel dossier viene detto che c'è stata la condivisione dell'Os­servatorio e del sistema degli enti locali, siamo pronti a fare denuncia contro chi ha scritto delle pure falsità. Così come non si capisce su quale base il ministro sostenga che i costi non sono aumentati, quando invece la Corte dei conti, e non i sindaci della bassa valle, dice che la quota italiana sulla tratta internazionale passa da 4,3 a 9,4 miliardi di euro. Anche sul Fare e sul documento della Riposa, Matteoli ha sostenuto che solo il governo potrà dare delle risposte in forma collegiale: in conferenza dei sindaci - dice­va ieri pomeriggio Ferrentino - valuteremo come rapportarci per ottenere al più presto delle risposte puntuali».

 

L'unico un po' meno critico è Sandro Plano, sindaco di Susa, che accoglie positivamente alcune aperture fatte dalla Bresso e da Matteoli: «E’ stato un incontro tra luci e ombre. Il fatto che la presidente della Regione ritenga prioritario l'intervento sul nodo di Torino mi sembra importante: significa che su una delle tesi del Fare la Regione è con noi e che nella nostra proposta non abbiamo detto delle cose fuori dal mondo. Mi sembra altrettanto importante che Matteoli abbia ribadito l'intenzione di procedere con il dialogo e di evitare il ricorso alla forza. L'aspetto molto negativo, invece, è che alla mia precisa domanda sul Fare il ministro non abbia dato alcuna risposta».

 

Da tutti gli altri, arriva una sostanziale bocciatura. Beppe Joannas, sindaco di Bussoleno, non è affatto stupito dell'esito di sabato matti­na: «Niente di nuovo sotto il sole, pura aria fritta. Ci si gira sempre attorno, ma a conti fatti, a parte quelle dell'Unione europea, manca­no le risorse per realizzare l'intervento». «Direi che non è successo nulla, siamo al punto di prima - concorda Bruno Gonella, sindaco di Almese - Le posizioni sembrano cristallizzate e sul Fare il ministro ha glissato del tutto. Devono darci delle risposte e dovremo cercare di ottenerle al più presto: il governo non può continuare a tergiversare in questo modo».

 

Sulla stessa linea anche Barbara Debernardi, primo cittadino di Condove, che giusto un anno fa aveva firmato la richiesta di uscita dall'Osservatorio ma che a set­tembre aveva poi condiviso il documento della Riposa. Documento che per lei rappresenta l'ultima e unica mediazione possibile: «La metodologia del Fare e i sei punti della Riposa non sono da pren­dere a casaccio, uno sì e uno no, come pare e piace: o si prendono tutti, o si rigetta tutto. Lo abbiamo anche scritto chiaramente: quel documento rappresenta la piattaforma su cui poggia la nostra disponibilità al dialogo. Arrivare a questo limite estremo per me è già stata una forzatura, ma ho ritenuto giusto condividerla: è su questi punti che io, come sindaco di Condove, esigo delle risposte puntuali e precise, altrimenti tutti quanti perdiamo di credibilità. C'è chi sostiene che la Bresso abbia fatto un'apertura sul nodo di Torino, ma non dimentichiamoci che quando le è stato chiesto se i finanziamenti europei potranno essere utilizzati sul nodo di Torino ha pronunciato un no molto chiaro. Così come Matteoli ha anche detto che il tunnel di base e il nodo di Torino potranno marciare di pari passo. E questo per me significa disattendere completamente la metodologia del Fare».