Frejus, sicurezza sotto accusa
Il
"fire detector" agli infrarossi era in manutenzione
L´impianto: un
sofisticato sistema termografico avrebbe dovuto segnalare l´aumento di calore
sul primo Tir
L’inchiesta: Guariniello ha chiesto informazioni ma l´indagine spetterà ai
colleghi della magistratura francese
di Alberto Custodero da Repubblica del 5/6/2005 – Cronaca di
Torino pagina V
O erano in manutenzione, o non ha funzionato il fire-detector installato
ai due ingressi del tunnel del Frejus dopo il tragico incendio del Monte
Bianco. A scoprire la disattivazione del fire detector (un portale termografico
che attraverso sofisticate apparecchiature a infrarossi registra le condizioni
termiche dei veicoli in transito evidenziando le anomalie che potrebbero creare
problemi), è stata la protezione civile italiana durante gli interventi di
soccorso subito dopo il rogo di ieri. Ma Gianni Luciani, amministratore
delegato di Sitaf, precisa: «Il fire-detector è uno strumento aggiuntivo a
tutti gli altri sistemi di protezione. E si sa che non è infallibile. Tutti gli
operatori sanno che se un camion passa il suo controllo, non significa
automaticamente che sia sicuro. Che fosse in manutenzione su entrambi i
versanti, non mi risulta. Ma, in ogni caso, sarebbe normale come per qualsiasi
macchinario». Se i meccanismi di prevenzione, con ogni probabilità, ieri non
sono entrati in funzione, è stata più che tempestiva, questa volta,
l´attivazione dei soccorsi.
«Quando abbiamo saputo dell´incendio nel tunnel, abbiamo subito attivato
il nostro piano di emergenza, inviando all´uscita del traforo del Frejus 4
ambulanze con medici a bordo». Gianluca Ghiselli, responsabile del 118, non s´è
fatto cogliere di sorpresa quando dalla Sitaf è scattato l´allarme incendio.
Dopo il rogo del Monte Bianco, infatti, da mesi a Bardonecchia la protezione
civile e il 118 predisponevano i soccorsi anche con esercitazioni all´interno
della galleria. Sul posto, ieri, è stata inviata anche una farmacia mobile che
contiene tutti i farmaci dell´emergenza. Le ambulanze si sono piazzate a un
centinaio di metri dall´uscita delle gallerie nelle quali si sono subito
introdotti i vigili del fuoco, protetti dalle tute ignifughe e le maschere ad
ossigeno. Il fumo, denso, acre e nero, è stato «sparato» verso l´imbocco
italiano, mentre i francesi - sul cui territorio è divampato l´incendio -
facevano evacuare tutti i mezzi - camper, automobili, camion - e tutte le
persone che avevano abbandonato le loro vetture cercando la fuga a piedi. In
totale, una ventina di automobilisti. Dall´imboccatura sul versante italiano,
nel giro di un paio di ore, sono uscite sette persone, quattro vigili del fuoco
e 3 autisti di Tir, tutti intossicati, colti da malori. Alcuni hanno
manifestato difficoltà respiratorie, nausea, cefalea, altri presentavano lievi
ustioni. Tutti sono subito stati curati e trattati sulle barelle delle
autolettighe. Ad alcuni è stata praticata una flebo con farmaci contro
l´intossicazione. Sei dipendenti della società che gestisce il traforo (la
Sitaf), sono stati sottoposti a controlli medici. «Ma non è stato necessario il
ricovero in ospedale di nessuno», ha precisato in serata il dottor Ghiselli.
I soccorsi dei vigili del fuoco, che hanno tentato di addentrarsi
all´interno della galleria sfidando le fiamme e, soprattutto il fumo denso
provocato dalla combustione dei pneumatici, sono stati interrotti, ad un certo
punto, dal rischio che parte del tunnel crollasse. La temperatura che ha
superato i 1000 gradi (si verificavano frequenti scoppi), ha provocato gravi
problemi strutturali con il rischio di cedimenti della volta. Per tutta la
notte il presidio del 118 è rimasto in funzione. Non tutto il traforo, lungo 13
chilometri, infatti, è stato ispezionato: duemila metri sono rimasti
inesplorati. Il timore è che qualche veicolo possa essere sfuggito all´appello.
La procura di Torino ha cominciato ad acquisire informazioni sul rogo. Ad
attivarsi è stato il pubblico ministero Raffaele Guariniello, che sulla
sicurezza della galleria ha in corso da tempo un´indagine (il primo filone è
stato aperto nel 2001). La competenza, comunque, secondo le prime indicazioni
raccolte anche dai collaboratori del procuratore aggiunto, dovrebbe spettare
alla magistratura francese, in quanto l´incendio è iniziato oltre confine.