fonte: http://www.museo-lamaddalena.it/sito.asp
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Le caratteristiche fondamentali di questo complesso archeologico risiedono nella sua unitarietà e nello stretto collegamento con i siti d’Oltralpe.
Si
tratta di un complesso strumentario materiale (ceramica, strumenti in pietra
verde levigata e selce scheggiata) riferibile a un esteso abitato ed alla
contigua necropoli del Neolitico finale. L’insieme dei reperti offre la
possibilità al visitatore di avvicinarsi alla vita e all’economia di quella
lontana comunità di agricoltori e allevatori che per prima si insediò a
Chiomonte a partire dalla fine del V millennio a.C. Tracce meno consistenti ma
estremamente significative testimoniano le frequentazioni successive, ma di
particolare importanza risulta essere la tomba di una donna di rango della fase
iniziale della seconda età del Ferro (IV secolo a.C.), inumata con un ricco
corredo di ornamenti ed elementi di abbigliamento in bronzo, ora esposti al
Museo di Antichità di Torino.
La
visita al Museo si completa con l’escursione alla contigua area archeologica,
ove il visitatore incontra dapprima l’area della necropoli e, percorrendo i
sentieri dell’ampia spianata, può ammirare i grandi complessi monumentali dei
ripari sottoroccia, molti dei quali hanno restituito materiali archeologici.
Nel
primo tratto, a ridosso degli imbocchi della galleria Ramat, si trovano infatti
i resti della necropoli tardoneolitica, che ha restituito
undici tombe in cista (cassetta) litica, di cui una attualmente in museo.
La
necropoli è collocata in un’area lievemente rilevata rispetto al pianoro e ha
visto già nel Neolitico finale una sistemazione artificiale del terreno intorno
alle tombe; il diverso orientamento delle ciste che proteggevano le inumazioni
potrebbe suggerire più fasi di seppellimento. I resti scheletrici rinvenuti, in
cattivo stato di conservazione, sono riferibili ad individui giovani di sesso
maschile dotati di denti particolarmente sani. Nelle necropoli neolitiche il
corredo era comunemente destinato soltanto agli individui che rivestivano un
determinato ruolo nella comunità, per prestigio personale, età o posizione di
discendenza nel clan.
I
ripari sotto roccia, formatisi come conseguenza di episodi di
frana avvenuti in età antica, sono stati frequentati dall’uomo dalla Preistoria
(Neolitico) fino ad età moderna. All’interno di alcuni sono stati effettuati
limitati sondaggi che hanno restituito frammenti ceramici di diversi periodi
cronologici (Neolitico, età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro, Medioevo)
che ne confermano la continuità insediativa.
L’area
archeologica della Maddalena propone quindi una lettura approfondita e dinamica
del sito, offrendo così alla comunità scientifica e al pubblico interessato una
preziosa tessera nella ricostruzione dello sfaccettato quadro dell’insediamento
di Chiomonte e dell’Alta Valle di Susa, inserendone la realtà culturale in un
contesto di scambi e commerci dal Mediterraneo alle regioni dell’Europa
settentrionale già nel V millennio a.C. Un percorso ricco di suggestioni che
vanno oltre l’inquadramento del sito in un ambito strettamente territoriale e
costituiscono lo spunto per un’approfondita analisi delle tematiche relative ai
problemi del Neolitico recente in Italia con ampi riferimenti ai contesti
d’Oltralpe.
Le
testimonianze archeologiche di questo Museo raccontano e coinvolgono ciascuno
in una storia comune che affonda le proprie radici nei millenni.