Le cosche e la Ferrero "Lei può darci appalti"
di Alberto Gaino, Grazia Longo da La Stampa del
13/6/11 – Cronaca di Torino
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/406789/
Viaggiano separatamente, come dev’essere, le inchieste sulla sanità e sulla ‘ndrangheta nel Torinese, ma si incrociano sulle attività di Nevio Coral, della nuora Caterina Ferrero e del loro tuttofare Piero Gambarino. Un clan molto potente nel centrodestra locale sino a due settimane fa. Ogni giorno che passa nuove carte lo sommergono.
Basta
leggere alcune conversazioni tra due arrestati dell’operazione contro la
‘ndrangheta, il boss Adolfo Crea e Vittorio Bartesaghi, in carcere per tentata
estorsione. Il primo, architetto, dice all’altro: «Adesso io... sono l’unico
che ho appoggiato, nell’ambito del mio Comune, questa Caterina Ferrero!».
Crea risponde: «Adesso non è che poi va a parlare, questo politico, che
promette, che poi a me mi arrestano e a lui non fanno niente».
L’intercettazione ambientale viene registrata nell’esercizio commerciale «Full
Service» di Adolfo Crea, il 6 novembre 2003, quando Caterina Ferrero è
assessore regionale ai Lavori pubblici nella giunta Ghigo.
Lo
stesso orecchio investigativo annota altri dettagli, sempre riferiti
all’assessore nell’eventualità che venga candidata a presidente della
Provincia. Vittorio: «Secondo me può... si può chiedere subito qualcosa
...oppure dopo, ma del lavoro che ci sia! Non che siano chiacchiere, cioè
appalti che si possono gestire, se la Provincia... c’è tanto da lavorare in
Provincia. C’è un mare di lavoro, per le strade, la manutenzione, se riesce a dare
un incarico, ma che sia... cioè una cosa su cui si possa tirare su soldi».
Le
intercettazioni sono un contributo prezioso per gli inquirenti. Come quelle del
nuovo filone di sanitopoli, che riguarda il servizio di emodinamica
dell’ospedale di Chivasso assegnato con trattativa privata alla clinica Villa
Maria Pia (che ora ha rescisso la convenzione). Il 3 dicembre 2010 Piero
Gambarino (attualmente in carcere) riceve una telefonata da un cellulare
intestato a Villa Maria Pia e in uso a «un tale Carlo». L’ad Di Giambattista di
nome fa Carlo.
Gambarino,
a differenza delle conversazioni dei mesi precedenti, è più cauto, come se
temesse di essere sotto controllo. Ma il gip Cristiano Trevisan è talmente
colpito dal dialogo da inserirlo nell’ordinanza di rigetto dei domiciliari
presentata da Gambarino. Carlo chiede se ci «sono novità e Piero gli dice
che sta andando avanti con il lavoro con l’Orlando - scrive il gip - e
Carlo gli risponde che quello è “l’importante”. Piero aggiunge che sta
preparando il lavoro come gli aveva preannunciato e che si è allineata».
Chi? Forse l’assessore Ferrero? Nella giunta Cota stava alla Sanità e, indagata
per turbativa d’asta, ha rimesso le deleghe restando però assessore.
Ancora
il gip: «Carlo ribadisce a Gambarino che questo rinnovo si deve fare e Piero
risponde che piano piano sta capendo». Sempre la «misteriosa» terza
persona. Il resto della conversazione è più criptico, come quando, siamo a
marzo, si comincia a temere il peggio e ci si guarda le spalle. Gambarino: «Per
quella cosa che ti avevo detto ho controllato a fondo e non risulta niente».
L’altro: «È un bene».
Gambarino
non appare (almeno per il momento) in prima fila nell’operazione della
frettolosa apertura del servizio di emodinamica dell’ospedale di Chivasso. Il
direttore generale dell’assessorato, Paolo Monferino, vi piazza l’assessore. Né
potrebbe essere diversamente: secondo i pm Stefano Demontis e Paolo Toso,
Ferrero avrebbe forzato l’operazione per un calcolo elettorale nel suo bacino
di voti.
E
Chivasso, comunque, significa interessi particolari pure per Gambarino: in quel
centro ha sede legale Canavese Sviluppo di cui il Piero è socio e fa uso di un
cellulare intestato alla spa. Ad inizio 2010 la società non sembra navigare in
buone acque malgrado gestisca nella zona più di un’iniziativa pubblica. E
allora, arrivato al vertice della sanità con la Ferrero, il «Gamba» si impegna,
intercettato, per dare a dirigenti Asl e avere per Canavese Sviluppo. I cui
siti Internet, ora, risultano stranamente inaccessibili.