Choc a Chivasso: "I voti dei boss al nuovo sindaco"
'ndrangheta,
il terremoto politico
di Maria Di Poppa, Raphaël Zanotti da La
Stampa del 11/6/11 – Cronaca di Torino
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/406622/
Bruno Matola è chiaro: «Al primo consiglio chiederò al sindaco Gianni De Mori di dimettersi. La sua vittoria è inquinata dal sospetto». La cronaca nera, dopo gli arresti nella mega operazione contro la ‘ndrangheta, entra di forza nella politica. A Chivasso si è già ai ferri corti.
Alle
ultime Comunali il candidato del centrosinistra Gianni De Mori ha battuto a
sorpresa il sindaco uscente del Pdl, Bruno Matola appunto. Merito
dell’apparentamento con l’Udc. E proprio qui sta il problema. Perché
vicesegretario dei casiniani e coordinatore della campagna elettorale, è uno
degli arrestati: Bruno Trunfio, figlio di Pasquale, capocosca di Chivasso. Sia
Bruno sia il fratello Giuseppe sono ai vertici del clan. Secondo l’inchiesta
Bruno, il 5 aprile 2008, partecipa al conferimento della dote di trequartino a
Salvatore Pititto. La cerimonia avviene al «Timone» di Chivasso, bar
chiacchierato gestito da un altro affiliato. Il locale è spoglio: pavimento in
graniglia, pochi tavolini, dehors, alle pareti foto di Charlie Chaplin e
l’immancabile barometro a forma di timone. Ma è in locali come questi che si
svolgono le cerimonie della ‘ndrangheta di paese, l’inchiesta lo ha insegnato.
Massimo
Striglia, coordinatore provinciale dell’Udc e candidato sindaco proprio a
Chivasso, si dice scioccato: «Conosco Bruno da anni, da quando insegnavo
alle serali e lui seguiva il corso di geometra. Sono anche commercialista del
padre, un signore sempre educato, mai sospettato nulla». D’altra parte i
Trunfio hanno sempre tenuto un profilo basso. Il padre, titolare di una ditta
edile, ha un solo precedente per ricettazione; Giuseppe per delle munizioni;
Bruno è addirittura incensurato. L’inchiesta, però, ha travolto la famiglia.
L’Udc ha sospeso Bruno da ogni incarico. Ma forse non basterà. Il
centrosinistra ha infatti un altro problema: la composizione della giunta. Secondo
gli accordi pre-ballottaggio, all’Udc spetterebbe un assessorato. Ma ora in
molti cominciano a metterlo in dubbio. Striglia rassicura: «Non conta, tanto
sarei andato io comunque e non Trunfio».
E
anche De Mori sembra ben disposto: «Andiamo avanti, io non potevo sapere».
Ma già ieri sera, alla direzione regionale del Pd, l’onorevole Stefano Esposito
ha posto la questione: «Massimo garantismo, ma chiediamo chiarezza all’Udc:
su Chivasso va acceso un riflettore». E Matola ha gioco facile: «Mi
domando come De Mori potrà governare sereno considerando che l’Udc ha
raddoppiato i voti in una sola tornata».
E
il senatore Pdl Andrea Fluttero si prende il gusto di svelare i retroscena con
cui De Mori dovrà fare i conti: «Noi rifiutammo l’apparentamento, in quella
lista c’erano troppi “collettori di voti”. Striglia e Trunfio ci chiesero la
carica di vicesindaco e la presidenza di una partecipata del Comune in linea
con le stesse deleghe. Ce n’è una sola, a Chivasso: Chind, si occupa del polo
integrato di sviluppo». Una poltrona che avrebbe fatto gola alla
‘ndrangheta.
«Non
è un caso se le cosche sono tornate a interessarsi di quest’area - dichiara
un esperto di urbanistica chivassese -. Nei prossimi anni a Chivasso si
costruiranno i 200 alloggi dell’area Mauriziano e il parco commerciale all’ex
Lancia. L’ultimo Prg che fece costruire così risale alla giunta Fluttero».
All’epoca c’era un giovane assessore ai Lavori Pubblici: Bruno Trunfio. «Rimase
per poco - si giustifica il senatore -. Lo scelse Forza Italia e Forza
Italia lo sostituì. Non ne ricordo il motivo». Il motivo era l’opinione
pubblica: Trunfio finì nei guai per un abuso edilizio nella sua villa di
Lauriano. Un’inezia rispetto alle accuse di oggi.