di M. Zol dalla rivista Narcomafie del
18/2/11 - http://www.narcomafie.it/2011/02/18/pavia-la-ndrangheta-nella-nebbia/
Mafia di provincia, la ricca provincia pavese per nulla immune dall’infiltrazione della criminalità organizzata. A dirlo è Domenico Grimaldi, colonnello della guardia di finanza, a margine del bilancio dell’attività delle fiamme gialle nel 2010: «I patrimoni illeciti riguardano anche la provincia di Pavia. Il nostro territorio non fa eccezione al radicamento della ’ndrangheta». Poche secche parole che, ancora una volta, confermano quanto il tessuto sociale ed economico del nord Italia non possa dirsi immune dal morbo mafioso. Grimaldi, che è stato anche a capo del Gico di Milano durante l’inchiesta “Cerberus” – che aveva messo in luce il monopolio di una cosca calabrese tra Buccinasco e Corsico nel movimento terra – conosce bene la realtà delle infiltrazioni mafiose in Lombardia.
L’attività della guardia di finanza nel 2010 in provincia di Pavia, ieri presentata al comando di corso Garibaldi dati alla mano, è fatta anzitutto di lotta all’evasione fiscale e contrasto alla contraffazione dei marchi. Ma anche di altro. Il lavoro dei finanzieri si è intrecciato più volte con quello della Direzione distrettuale antimafia di Milano – culminato con gli arresti del 13 luglio – sul piano dei controlli alle imprese e sui flussi di denaro che attraversano il territorio della provincia di Pavia. Con un occhio di riguardo proprio al pericolo ‘ndrangheta.
«I settori più a
rischio sono sicuramente l’edilizia e il movimento terra» spiega Grimaldi «Spesso
arrivano dal sud padroncini o manovalanza improvvisati, in grado di tenere i
costi bassi e quindi di inserirsi nell’economia del nord. Questi due ambiti
sono poi legati al business dei rifiuti e dello smaltimento delle terre. La
’ndrangheta è stata così in grado di radicarsi in maniera silenziosa, anche
attraverso la complicità di chi, negli anni passati, ha pensato di poter avere
un tornaconto». Il richiamo è a una certa classe di imprenditori, che ha
preferito scendere a patti con la mafia piuttosto che combatterla. Anche in
provincia di Pavia, come nel resto della Lombardia, si contano sulla punta
delle dita le denunce di episodi di usura o estorsione. La ‘ndrangheta si muove
sottotraccia, nascosta dalla fitta nebbia padana delle connivenze e delle
collusioni, anche con la politica.
«La ’ndrangheta è
stata però anche capace di infiltrarsi nelle istituzioni» afferma ancora
Grimaldi. «Quindi ha a disposizione una fitta rete di persone. Questo
complica tutto. Non basta la repressione, serve una presa di coscienza della
società civile. Se ci sono qui patrimoni accumulati illecitamente? Non vedo
perché Pavia dovrebbe essere diversa da altre zone. D’altra parte già
l’inchiesta di Milano sembra averlo evidenziato»
L’attività della
Finanza riguarda, comunque, anche settori più “tradizionali”. Lo scorso anno
sono state fatte oltre mille verifiche fiscali e 772 controlli, 140 dei quali
su beneficiari di prestazioni sociali agevolate (sostegni per asili nido, mense
e tasse universitarie): il 10 per cento delle richieste erano irregolari. Sono
stati anche identificati 72 evasori del tutto sconosciuti al fisco, mentre per
le frodi comunitarie sono risultate 13 situazioni illecite, per 1,5 milioni di
euro percepiti in maniera indebita. E’ emerso anche che 404 commercianti, su
2.310, non hanno rilasciato lo scontrino fiscale: il 17,49 per cento contro il
12 per cento dell’anno precedente.