di Marco Trabucco da Repubblica del 31/7/09 –
pagg. I, II, III Cronaca di Torino
E’ arrivato il momento che molti aspettavano e tutti temevano: in autunno partiranno i primi sondaggi geologici per la linea ad alta velocità Torino-Lione, quegli stessi sondaggi che nel 2004-2005 provocarono la ribellione della Val Susa e l’esplosione del movimento No Tav.
L’annuncio dell'inizio
della fase operativa per la Torino-Lione è arrivato ieri al termine
dell'incontro che il ministro Altero Matteoli in visita a Torino aveva avuto in
Prefettura con i membri dell'Osservatorio Tecnico sull'opera (l'organismo
presieduto da Mario Virano) e con i sindaci dei comuni interessati e cui hanno
partecipato anche la presidente della Regione Mercedes Bresso, l'assessore ai
Trasporti Daniele Borioli e il presidente della Provincia Antonio Saitta.
Matteoli, nonostante
le perplessità di alcuni dei sindaci valsusini durante l'incontro, è stato secco:
«A luglio di un anno fa - ha detto - dichiarammo chiusa la prima
fase e annunciammo l'avvio della seconda, quella di ascolto delle istanze del
territorio. Oggi si passa alla fase operativa che è quella del progetto
preliminare che sarà pronto per il marzo 2010». Una scadenza questa,
fissata tra l'altro dagli accordi con l'Unione Europea. Il ministro ha quindi
annunciato che il prossimo autunno partiranno i primi sondaggi in valle a cui
seguirà all'inizio del 2010 l'avvio dei lavori per il tunnel geognostico della
Maddalena a Chiomonte. Matteoli ha concluso, ringraziando Bresso, Chiamparino
e Saitta per il buon rapporto creatosi in questi mesi «che è andato oltre
il rispetto tra istituzioni e ha permesso di lavorare con profitto». E ha
ribadito la sua intenzione di venire ogni mese a Torino per incontrare i
sindaci della Val Susa: «Anche quelli che ritenessero di non partecipare più
all’Osservatorio perché è giusto informare tutti con chiarezza di ciò che si
intende fare».
Difficile però
stabilire, adesso quali saranno i comuni più duri nelle lotta anti Tav: le
recenti elezioni amministrative hanno infatti cambiato il quadro dei sindaci
della valle e alcuni paesi un tempo anti Tav duri come Bussoleno sembrano oggi
su posizioni meno drastiche. Susa è passato dal centrosinistra al
centrodestra, ma il suo sindaco (Plano, Pd) è diventato assessore ai trasporti
di Venaus. Sul fronte del no assoluto sembrano oggi essere tre amministrazioni,
San Didero, Sant'Ambrogio e Mattie. Solo nei prossimi giorni però si potrà
davvero sapere di più. Il ministro ha però allontanato il rischio di tensioni,
per ora. «La forza? Si usa solo quando ci sono atteggiamenti contro la
legge. Il fatto che un sindaco si dica contrario a un'opera non mi pare
sufficiente».
Un nodo importante
resta da chiarire: quello sui fondi che il ministero dovrebbe dare per quel
piano di riqualificazione della Val Susa che è uno dei punti di forza del
lavoro dell'Osservatorio: Matteoli ha affermato che dovrebbero arrivare i
primi 200 milioni dei 600 annunciati: «Gli ho proposto di inserirli nella
Finanziaria in modo che siano disponibili da gennaio 2010 - dice la
presidente Bresso - e credo che il ministro abbia recepito il mio consiglio».
Se sarà così noi Regione ne metteremo altri cento. Ma tra i sindaci c'è qualche
dubbio sull'effettiva possibilità che quel denaro arrivi da Roma. Virano non li
biasima: «I toni usati da Ferrentino sono eccessivi. Ma è comprensibile l'esigenza
che il governo, nel momento in cui chiede agli amministratori locali di
rispettare i patti, rispetti a sua volta gli accordi sul tavolo sui
finanziamenti per il trasporto locale e il miglioramento del nodo ferroviario
di Torino e della Val Susa e per il passaggio delle merci dalla strada alla
rotaia».