Osservatorio, fuori subito

In 700 hanno preso parte all’assemblea

indetta dagli 87 amministratori comunali valsusini che chiedono l’uscita dal tavolo tecnico

 

di Paola Meinardi da Luna Nuova del 15/1/08 - pag.2

 

BUSSOLENO - Almeno 700 persone, forse più. Il salone poliva­lente traboccante e in centinaia fuo­ri, nonostante il freddo e la pioggia invernale tutt'altro che piacevole, ad ascoltare il dibattito attraverso gli altoparlanti. Gli amministra­tori firmatari del documento "no Osservatorio" speravano in questo risultato, quando hanno organiz­zato l'assemblea di venerdì sera, ed è stata certo un sollievo la soli­darietà dimostrata loro nella quasi totalità degli interventi, compreso quello dell’europarlamentare di Rifondazione comunista, Vittorio Agnoletto. Fermare, o per lo meno sospendere, i lavori dell'Osserva­torio presieduto da Mario Virano e bocciare ogni proposta di referen­dum sulla Torino-Lione sono stati gli input provenienti dalla platea gremita. In più, l'assemblea ha chiesto di organizzare un nuovo incontro pubblico prima del tavolo politico previsto per il 30 gennaio, per poter costruire insieme agli amministratori le linee guida da seguire in quella sede.

 

La serata è stata aperta da due dei sindaci firmatari del docu­mento "no Osservatorio", Bep­pe Joannas e Loredana Bellone. Joannas ha spiegato, ancora una volta, le ragioni per le quali 87 amministratori hanno chiesto e sottoscritto una pausa di riflessio­ne. Vittorio Agnoletto ha poi preso la parola per illustrare nel dettaglio la questione dei finanziamenti europei. «Finanziamenti che non si potranno usare per il nodo di Torino e che per la maggior parte sono destinati ai lavori e non agli studi del supertunnel Italia-Fran­cia - ha detto l'europarlamentare - Nel giugno del 2007 mi è stato chiaramente detto che si davano i soldi alla Torino-Lione perché l'Osservatorio stava appianando le resistenze locali. Le rassicu­razioni erano state fatte alla Ue dallo stesso Virano. A dicembre, Barrot mi ha mandato una lettera ringraziandomi per aver organiz­zato l'incontro con i valsusini, ripetendomi che l'Osservatorio stava concertando e rispondendo alle preoccupazioni degli stessi. E ' una situazione complessa che sta avendo una forte accelerazione. Ora la partita si gioca tutta in Italia e in valle di Susa».

 

L'Osservatorio "cavallo di Troia", non per discutere realmente dell'opportunità di realizzare il Tav, ma per far credere a tutti che si stia di­scutendo di come realizzare al meglio l'opera. Questo il concetto sviscerato e ribadito da Gio­vanni Vighetti, Al­berto Perino, Gigi Richetto, Nicoletta Dosio, Luca Abbà, Lele Rizzo e tanti altri, seppur con di­verse sfumature. «Oggi nessuna mediazione è possibile e bisogna uscire dall 'Osservatorio - ha detto Vighetti - Ha avuto una buona fase di confronto tecnico, ma ora quella fase è finita. Bisogna mantenere alto il livello di mobilitazione e definire un documento come comu­nità valsusina contro un eventuale referendum». «Come nel 2005 impediremo qualunque sondag­gio, studio o cantiere ovunque lo vogliano fare - ha ribadito Perino - da questa sera dobbiamo, come movimento No Tav, delegittimare l'Osservatorio. E ' una truffa solo per far credere ali 'Europa che sia­mo d'accordo al Tav. Inoltre, visto che gli amministratori firmatari sono circa il 25per cento, dobbia­mo chiedere che il 25 per cento della delegazione che va a Roma sia rappresentata da loro».

 

E ancora Richetto: «Gli 87 am­ministratori saranno in minoranza, ma sono maggioranza tra la gente. Dobbiamo dire a chi va a Roma che non ha nessuna delega per discute­re di tracciati e che il referendum noi l'abbiamo già fatto e sono quelle 32mila firme raccolte». «E ' fondamentale uscire di qui con una posizione chiara ed esplicita e farla conoscere a tutti - ha ribadito la Dosio - avevamo detto che non dovevamo entrare nell 'Osservato­rio ma tant'è. Ora è assolutamente necessario uscirne». Abbà ha pro­posto anche una manifestazione a Torino sotto la sede dell'Osserva­torio nell'ultima data prima del tavolo politico di Palazzo Chigi. «Se non alzarci e andarcene - ha chiosato Mario Cavargna - almeno un pugno sul tavolo ogni tanto bisognerebbe batterlo per far valere le proprie ra­gioni. Soprattutto perché i quaderni dell'Osservatorio non rendono giustizia alla valle di Susa». «Sarà sta­ta una legittima strategia quella dell 'Osservatorio - il parere di Lele Rizzo - ma è ora di riconoscere, anche se non è facile, che quella è una strategia sbagliata. Poi sono tranquillo, perché comunque dalla valle di Susa devono passare e qui ci siamo noi».

 

Unica voce fuori dal coro, Lu­ciano Midellino, storica figura della sinistra condovese, che ha fatto appello all'unità dei sindaci perché «senza le fasce tricolori in prima fila non so quanti si sareb­bero messi davanti alle ruspe e quanti sarebbero disposti a farlo ancora».

 

L'assemblea è stata anche oc­casione per informare su alcune novità di questa settimana. Pare che nella conferenza dei sindaci di questa sera sarà mostrato ai sindaci il dossier che il governo ha presentato alla Ue per ottenere i finanziamenti. La conferenza dei sindaci avrà mercoledì una seconda sessione sempre dedicata all'argomento Tav. Infine, gli am­ministratori "dissidenti" si sono impegnati a informare in tempo reale, prendendo come punto di riferimento i presidi No Tav, di cosa viene discusso nella confe­renza dei sindaci «per aumentare la trasparenza e la partecipazione al processo democratico»