TAV:
amianto e uranio
Rischi
di esposizione ad amianto e uranio
causati dai
lavori di costruzione della linea ad alta velocità
30-05-2004
- Fonte: Medici di base Val di Susa
TAV/TAC: I PROGETTI
La RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha presentato, nel mese di dicembre 2003,
il progetto preliminare della linea TAV/TAC per la tratta nazionale della
Torino-Lione.
La tratta, da Settimo Torinese a Bruzolo, ha una lunghezza complessiva di
circa 44 km, e prevede, rispetto al precedente progetto, una galleria unica
da Grange di Brione a Borgone (galleria Musinè-Gravio) di quasi 23 km con
il passaggio in galleria anche nella zona di Caprie.
Allo scavo principale andrebbero inoltre ad aggiungersi almeno tre “finestre
di sicurezza”, ovvero gallerie secondarie in località Rivera, Caprie e Grangetta.
Per quanto riguarda invece la tratta internazionale, il progetto prevede il
cosiddetto tunnel “di base” di 53 km, da Venaus a St. Jean-de-Maurienne.
L’AMIANTO
Nel gennaio 2003 un’equipe di geologi del centro di Geotecnologie dell’Università
di Siena ha svolto, per conto di RFI, un’indagine finalizzata alla ricerca
di amianto nelle rocce della bassa valle, con prelevamento di 39 campioni
in 29 punti di osservazione, ubicati nel territorio compreso fra Grange di
Brione e Condove. In circa la metà dei campioni esaminati è stata riscontrata
la presenza di amianto in diverse forme.
Sulla base di questo studio RFI ha valutato l’estrazione di materiale roccioso
contentente amianto: il volume previsto è di 1.150.000 metri cubi (per avere
un’idea si pensi ad un grattacielo di base 50 per 50 alto 460 metri); è previsto
che circa la metà (500.000 mc) di questo materiale venga stoccato in località
Tetti S. Mauro (Almese); dal progetto non risulta previsto un piano di sicurezza
che possa impedire la dispersione di fibre d’amianto durante le fasi di lavorazione
e di stoccaggio.
IL MESOTELIOMA
Tra le malattie causate dall’amianto, il mesotelioma, tumore maligno della
pleura, è sicuramente la più grave. Si manifesta dopo 15-20 anni dall’inalazione
di particelle di amianto, ma ha una mortalità del cento per cento e conduce
a morte in media entro nove mesi dalla diagnosi. Non esiste esposizione sicura,
cioè non esiste una soglia di esposizione al di sotto della quale l’amianto
sia innocuo. Nella nostra provincia si verificano ogni anno 5 decessi per
mesotelioma ogni 200.000 abitanti: è una percentuale molto più alta rispetto
a quella nazionale. Nel caso di una prolungata esposizione ambientale, come
quella che dovrebbe derivare dalla movimentazione di più di un milione di
tonnellate di rocce contenti amianto, i casi di questa malattia potrebbero
aumentare di molto.
L’URANIO
Nel massiccio d’Ambin attraversato dal traforo sono presenti numerosi giacimenti
di uranio, come documentato dal CNR fin dal 1965; per maggior precisione il
materiale presente è pechblenda, forma notevolmente radioattiva; non è conosciuta
per il momento una previsione di LTF (la società che gestirà la costruzione
della tratta internazionale) sulla quantità di uranio che potrà essere contenuto
nel materiale estratto (cosiddetto smarino): ben 15 milioni di metri cubi,
pari a sei volte il volume della piramide di Cheope.
L’uranio si disperde nell’aria e può essere inalato, ma soprattutto contamina
le falde acquifere e va ad inquinare i corsi d’acqua che possono essere utilizzati
per l’irrigazione.
I LINFOMI
L’uranio, se inalato o ingerito, provoca contaminazione interna e può essere
causa di linfomi. Un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato
un incremento di linfomi di Hodgkin nei militari impiegati in missione di
pace nei Balcani ed esposti all’uranio impoverito: ben il 236% in più rispetto
alla popolazione non esposta.
L’uranio che potrebbe essere estratto nelle nostre zone è notevolmente più
radioattivo di quello impoverito a fini bellici.
CONCLUSIONI
La situazione che si prospetta per il nostro territorio è, a nostro avviso,
estremamente preoccupante, tale da configurare la concreta possibilità di
severi danni alla salute pubblica.
Come medici operanti in Val di Susa crediamo sia nostro dovere pretendere
che siano attivate misure di sicurezza tali da impedire la contaminazione
del nostro territorio.