PREMESSA
a cura del Comitato No-TAV Torino
Si narra dell’ennesima passerella ideata per mostrare ai potenti, alla vigilia di elezioni amministrative, chi è “il più pro-Tav del reame”. Questa ulteriore replica del teatrino, stavolta su iniziativa Pd, è andata in scena nell’aula del Consiglio regionale del Piemonte
8 marzo 2011
Chi non ha mai assistito ad un Consiglio regionale dovrebbe farlo, almeno una volta per propria ‘formazione’. Io, dopo tanto tempo, l’ho rifatto oggi per assistere al dibattito sulla Tav richiesto dal PD con un Ordine del Giorno sui ritardi nel procedere. L’immagine che mi viene più immediata è una classe elementare in cui manca il maestro: il caos più totale in cui i Signori Consiglieri vanno e vengono, parlano al telefono, giocano con il PC, chiacchierano in capannelli senza curarsi di chi sta parlando, tra le occasionali scampanellate del Presidente per chiedere silenzio ma che intanto si fa gli affari suoi anch’egli conversando con i vicini o addirittura assentandosi momentaneamente. Ecco, siamo governati da personaggi così, che intervengono per dire la loro in maniera scoordinata, cioè senza badare quasi a quello che gli altri hanno detto, per ribadire le loro posizioni, anzi quelle del loro Partito e basta. Insomma, il contrario di quella che Jefferson definiva ‘un’assemblea di uomini liberi’.
In un angolo, per l’occasione si è
piazzato Virano
che ha assistito al ‘dibattito’ placidamente, sapendo di non andare incontro a
sorprese. Per il TG3 c’era ‘Manina’ Battaglia, quello con la riga in mezzo che
accompagna la lettura delle notizie con gesti incongruenti della mano sinistra,
che teneva banco con colleghi e consiglieri come in una lunga pausa-caffè in
ufficio.
Diciamo subito, per coloro che non
hanno voglia di soffermarsi nella lettura, che non ci sono stati risultati di
sorta: la mozione PD che sollecitava maggioranza e governo a darsi da fare per
realizzare la Tav è stata infine votata all’unanimità tranne i due voti dei 5 Stelle
che hanno presentato il loro OdG contrario ed hanno valorosamente sciorinato i
dati sui flussi ed i costi, che ormai tutti conoscono come negativi rispetto
alle esigenze dell’opera, nell’indifferenza generale, e due ‘non votanti’ (!)
di Rifondazione (Artesio) e SEL (Cerutti). Qualche segno di insofferenza Virano
l’ha dato solo ascoltando Biolè
(5 Stelle) sui dati dei costi al Km. Per il resto, una elegante Bonino ha elencato tutti
i passi e gli ‘auspicata’ compiuti dalla maggioranza per avvicinarsi alla
realizzazione del progetto; il Consigliere itinerante (per il numero di casacche
indossate in carriera) e Presidente della Commissione Trasporti, Angeleri (oggi Lega,
domani chissà?) ha sproloquiato sui facinorosi, su quanto di più fatto dal
centrodestra che dal centrosinistra, e via di inutilità di parte; il capogruppo
PDL Pedrale
ha parlato del settore movimento terra come risorsa dello sviluppo economico
della Valle, cioè, guarda caso, proprio il terreno controllato dalla
criminalità organizzata.
I
paradossi sono stati i seguenti casi umani: Boeti e Lepri (PD) che hanno in qualche
misura lamentato i limiti del progetto e riconosciuto le ragioni dei
contrari all’opera ma hanno comunque poi votato a favore esplicitamente per
ragioni di scuderia (e quindi per mantenersi il posto); Boeti ha dissertato
sulla democrazia che affida a maggioranza il pronunciamento sulla Tav
agli eletti. Lepri ha affrontato il ridicolo dicendo che l’ammortamento
dell’opera va correttamente calcolato sul centinaio di anni!
la Cerutti, inviata in Regione di
Ferrentino, che ha saputo solo sbrodolare ancora sul metodo del FARE e spendere
parole di elogio per il disegno di Legge Regionale, voluto da Virano, per il
coinvolgimento della popolazione (quello ad imitazione del francese Demarche
Grand Chantier) che finora non sembra aver conquistato alcuno in Valle; salvo
poi assentarsi al momento del voto.
la Artesio (PRC), che ha rimarcato la
concomitanza del tema del giorno con l’avvicinarsi della campagna elettorale,
ha attaccato il progetto salvo poi non votare contro l’OdG.
Ma il paradosso ‘migliore’ è stato
quello di Buquicchio
(IdV) che ha fatto un intervento esplicitamente contro la Tav dicendo che le
cose sono cambiate (riferendosi forse a quanto si era prodigato il Di Pietro
Ministro per la Tav) ma poi dichiarando il suo Sì all’OdG ‘per disciplina
di Partito’.
Le impressioni finali dello
sconcertato sottoscritto sono:
1. che
non ci sia niente da aspettarsi da codesto teatrino in cui l’unanimità sulla
Tav è ormai cementata e su cui pesa la pressione della Confindustria e della
lobby dei costruttori, un vero ricatto alle forze politiche che avranno bisogno
dei loro soldi per pagarsi la campagna elettorale.
2. Che nei
politici c’è coscienza della diffusione dell’opposizione sul territorio ed una
certa apprensione per le difficoltà rappresentate da quella, dai limiti delle
risorse e dalla sotterranea propensione di Bossi, Tremonti e Bonsignore ad
optare per il corridoio Genova-Novara-Milano-Sempione. Tra le incertezze non
rivelate c’è probabilmente la consapevolezza che possono non farcela.
3.
Che, in questa situazione, non possono che andare allo
scontro con la Valle per tentare di dimostrare volontà e fermezza. Resta da
capire quanto decisa sarà la spallata o se sarà un bluff come i sondaggi per
strappare quanti più soldi europei.
(F.S.
8.3.2011)