I No Tav bloccano il centro di Torino
Fischi e urla contro Berlusconi all’inaugurazione della Freccia Rossa
di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 8/12/09 – pag. 3
Dalla prefettura ieri
fiItravano indiscrezioni su un possibile slittamento dei sondaggi in valle di
Susa a dopo le festività natalizie e di fine anno. Sulla scorta
dell'esperienza del 2005, quando i turisti del ponte dell'Immacolata rimasero
bloccati in coda per il blocco No Tav dell'autostrada, il prefetto sarebbe
orientato a non rischiare turbative del periodo vacanziero. Questo anche dopo
la manifestazione No Tav di sabato a Torino.
Sabato infatti, alla
fine dei veri organizzatori del presidio contro l'inaugurazione della linea ad
alta velocità Torino-Milano ce n'erano appena una decina. Se non fosse stato
per il movimento No Tav a Torino nessuno si sarebbe accorto che c'erano dei
pendolari che avrebbero voluto contestare Berlusconi e le Ferrovie per i
disservizi che ogni giorno vive chi usa il treno per andare a lavorare o a
studiare. Invece con 200 No Tav tra valsusini e torinesi, il centro di Torino è
rimasto paralizzato per tutto il primo sabato buono per lo shopping di Natale.
Tagliato in due da un blocco improvvisato in corso Vittorio angolo via Nizza.
Blocco durato dalle 14,30 fino alle 18. Traffico in tilt e deviazione di corse
dei bus che hanno causato disagi per tutto il pomeriggio.
Ma la giornata di
sabato ha anche confermato che Torino è sempre una piazza non così congeniale
a Berlusconi. Se a Milano lo attendevano gli striscioni "Con Silvio
l'Italia corre", a Torino è stato accolto dai fischi di cento persone
riuscite a sfuggire ai severissimi controlli agli ingressi. Pochi passi
dall'auto blindata che lo ha fatto arrivare alle 16 meno dieci da un'entrata
secondaria di via Nizza fino al punto dove l'arcivescovo Severino Poletto
stava per benedire il Freccia Rossa. Cinque minuti di passi con Chiamparino e
Saitta (senza la Bresso) avvolto da un rumore fortissimo e slogan del tipo:
"mafioso, mafioso"; "vergogna, vergogna". Del resto
l'arrivo del premier a Torino, proprio il giorno dopo le dichiarazioni in
Tribunale (a Torino) del pentito Spatuzza sui suoi presunti legami con la
mafia, non se lo aspettavano in molti. C'è venuto lo stesso, e nonostante la
sicurezza avesse fatto di tutto per evitarlo si è beccato la contestazione. In
mezzo al nervosismo di polizia e carabinieri, dei servizi di Palazzo Chigi, del
"servizio di protezione aziendale" delle Fs e persino degli
artificieri del CC, qualche militante di Legambiente è riuscito ad attaccate
uno striscione con la scritta: "Più treni per i pendolari" e due No
Tav hanno tirato fuori le bandiere. Poi, alla spicciolata si è radunata la
piccola folla contenuta a forza da un cordone di carabinieri.
Il Freccia Rossa dell'inaugurazione con sopra
anche Bossi, Cota e Borghezio («questa Tav Torino-Milano è una grande
infrastruttura per il Nord», ha risposto Cota al cronista che gli chiedeva
se avere Torino collegata in alta velocità al resto d'Italia, Roma e Napoli
comprese, fosse una grande opportunità) è partita alle 16,25. Quindi i fischi
e le urla sono andati avanti per più di mezzora.
Fuori, il presidio di quelli che non sono
riusciti ad entrare mescolati ai comuni viaggiatori passando il vaglio attento
della Digos. Un presidio che è continuato, come detto, per tutto il pomeriggio,
contenuto da polizia e carabinieri, dietro alla grande carota di polistirolo
che gli squatters avevano già portato in giro per tutta la mattinata aprendo la
protesta No Tav.
La contestazione a Berlusconi e il presidio che
ha asfissiato Torino sono stati, infatti, solo la seconda parte di una giornata
concitata. L'appuntamento era alle 12 in piazza San Carlo pedonale. Lì
il comitato pendolari guidato da Cesare Carbonari di Torino e da Ettore
Fittavolini di Piacenza, ha esposto sotto il cavai d'brons, le foto dei treni
sporchi e mal funzionanti dedicati ai pendolari. Lì era prevista l'ironica
"inaugurazione" di questo mondo ferroviario quotidiano.
Dopo tre quarti d’ora e dopo il taglio di questo
nastro, si diffonde la voce che Moretti, ad di Fs, e il sottosegretario
Giachino, stanno incontrando i pendolari in prefettura. In realtà, l'incontro
è negli uffici dirigenziali di Porta Nuova e l'incontro è riservato solo ai
pendolari che usano il Torino-Milano ad alta velocità e che chiedono almeno due
treni in più per questo servizio. Viene invitato all'ultimo anche Carbonari,
che rifiuta.
Intanto un piccolo corteo è già partito.
Bandiere No Tav e carote portate dagli orti e dai mercati della valle di Susa
si mescolano a un drappello di tifosi della Juve venuti da Bisceglie (sabato
in centro era anche pieno di tifosi di Juve e Inter). Di fronte alla prefettura
si improvvisa un presidio che dura fino alle 14.Nel frattempo le poche decine
di persone sono diventate un centinaio. A questo punto si muove un corteo
improvvisato, sempre preceduto dalla carota gigante che percorre tutta via
Roma fino a Porta Nuova.
L'ingresso degli invitati al viaggio inaugurale
della Freccia Rossa è sul lato di via Nizza. Lì vogliono arrivare i No Tav, a
cui adesso si sono aggiunti anche gruppi dei centri sociali di Torino e gruppi
che stanno andando al presidio per il No-Berlusconi day in piazza Castello.
La polizia corre e blocca l'accesso a via Nizza, ma ormai il corteo è fermo all'angolo tra via Nizza e corso Vittorio, a quel punto non si può più bloccare, si potrebbe solo tentare di scioglierlo, con la forza. Meglio di no, pensano i responsabili dell'ordine pubblico. Il 19 dicembre c'è un corteo dei centri sociali, in quei giorni inizierebbero i sondaggi in valle di Susa. Meglio essere prudenti, e permettono così un presidio in mezzo alla strada. I No Tav chiedono di poter accedere a Porta Nuova in delegazione. Restano lì, perché intanto il piano è un altro: mantenere il presidio che spacca in due il centro e cercare di entrare alla chetichella mescolati agli altri passeggeri del treno, tanto tutti hanno in tasca il biglietto del treno.
Intanto, dalla "zona rossa" di via
Nizza, lontano dai tamburi e dai fischietti dei No Tav, entrano Umberto Bossi,
il ministro Maltteoli, Roberto Cota, l'arcivescovo Poletto, deputati e altri
politici piemontesi. Nessuno sa se arriverà anche Berlusconi. La sicurezza
cerca di mantenere fuori dal la zona proibita anche i giornalisti non accreditati.
Solo un paio di No Tav riescono ad avvicinarsi. Quando arriva a sirene spiegate
il corteo di Berlusconi urlano qualcosa che lui, in auto, nemmeno sente. Ma è
solo il preludio di quello che invece sentirà bene, non appena sceso dall'auto
di fronte al binario 17 (numero scelto per sfidare la sorte) dove lo attende il
Freccia Rossa.
Il premier sale in carrozza. Farà la sua
conferenza stampa dalla cabina, in video-collegamento con la carrozza dove
viaggiano in giornalisti, che hanno il divieto di avvicinarlo. Non sono stati
invitati i giornali locali per disponibilità limitata di posti e soprattutto
per evitare domande che non fossero strettamente legate alla nuova grande opera
che il presidente inaugurava. Pendolari e Torino-Lione, tutto è dovuto stare fuori
dal salotto insonorizzato della fiammante, nuova, Freccia Rossa che porta a
Milano in 50 minuti, contro la vecchia ora e mezza, toccando i 300 all'ora, e
che per questo è costata 50 milioni al km.
A terra, a Torino, il movimento No Tav ha
dimostrato che ancora oggi dopo quattro anni da quel caldo 2005, per semplice
passaparola è in grado di bloccare pacificamente Torino. Lasciando così
immaginare cosa sarebbe in grado di fare in valle di Susa, se iniziassero i
carotaggi per la Torino-Lione.