Bergamo, città di mafia
di Matteo
Zola dalla rivista Narcomafie:
http://www.narcomafie.it/2011/03/14/bergamo-citta-di-mafia/
Non piacerà sentirlo, ai
bergamaschi, di vivere in una delle città con più alta presenza mafiosa al Nord
Italia. Il capoluogo orobico, caposaldo di quella Lega Nord che predica la
superiorità morale del nord operoso, non è immune alla metastasi della
criminalità organizzata che, da queste parti, si ostinano a ritenere corpo
estraneo prodotto, semmai, dall’immigrazione dal meridione. I dati diffusi da
Bankitalia, e dal suo governatore Mario Draghi, raccontano invece un’altra
storia. Non dell’infiltrazione mafiosa in un tessuto sano, a confermare la tesi
dell’estraneità, ma di un forte controllo e radicamento sul territorio da parte
delle cosche che fanno affari con imprenditori locali.
“Ma quali infiltrazioni”
sbotta Rocco Artifoni, rappresentante bergamasco di Libera: “A Bergamo ormai
c’è una vera e propria presenza mafiosa. E’ positivo che la dichiarazione di
Mario Draghi abbia avuto una grande risonanza mediatica, perché la
consapevolezza su quello che accade in provincia è troppo scarsa. L’idea di
infiltrazione implica un tessuto buono che viene contaminato da un virus,
invece qui ci sono parti di territorio in mano alle cosche mafiose”
commenta Artifoni sulle colonne di Affaritaliani.it. I dati di
Bankitalia lo confermano, indicando Bergamo come città lombarda più colpita
dalla mafia dopo Milano. Fra il 2004 e il 2009 le denunce per associazione a
delinquere di stampo mafioso si sono infatti concentrate per quattro quinti
nelle province di Milano, Bergamo e Brescia.
E i casi di mafia in provincia non
sono pochi. Artifoni li snocciola uno ad uno mostrando come di campanelli
d’allarme ce ne siano stati parecchi nel corso degli anni. A partire da tempi
lontani. Già nel maggio 1990 in un casolare di Rota Imagna fu scoperta la prima
raffineria di eroina del Nord Italia gestita da Cosa nostra. Altri episodi sono
legati alla costruzione della quarta corsia dell’autostrada A4 Milano-Bergamo e
i cantieri lombardi dell’Alta Velocità ferroviaria. “Bergamaschi e calabresi
hanno collaborato nel truccare le carte per aggirare i controlli antimafia”.
E ancora, una serie di omicidi che sanno di stampo mafioso-camorristico. “Nel
2007 un collaboratore di giustizia di Castelli Calepio, arrestato per droga, fu
ucciso con tre proiettili all’addome mentre rientrava al carcere, secondo il
regime di semilibertà. Pochi mesi dopo fu ammazzato anche l’uomo che lo
accompagnava, testimone scomodo del delitto. Nel novembre 2009 – aggiunge
Artifoni – un imprenditore edile di origine campana, da una ventina di anni
residente nella bergamasca, è stato ucciso con quattro colpi di pistola davanti
allo stadio di San Siro a Milano in pieno giorno: era coinvolto e indagato in
un’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia, che aveva consentito di
smantellare un’organizzazione della ‘ndrangheta lombarda”.
Arriviamo così a tempi più
recenti. Il 12 maggio 2010 ad Almenno San Bartolomeo è stata sequestrata
un’abitazione, dove – secondo gli inquirenti – veniva raffinata la droga
smerciata in Lombardia, Emilia e Liguria, nell’ambito di un traffico di
stupefacenti dalla Colombia all’Italia. L’8 giugno 2010 a Caravaggio è stato
arrestato un appartenente alla ‘ndrangheta, con l’accusa di associazione
mafiosa ed estorsione. Senza dimenticare che il superlatitante di mafia Gaetano
Fidanzati, boss del narcotraffico e capo della famiglia Arenella, si nascondeva
a Parre, in Val Seriana. “In questi anni in provincia di Bergamo quasi una
ventina di immobili sono stati sequestrati alla criminalità organizzata: alcuni
di essi si trovano a Suisio, Brembate, Seriate, Dalmine, Cornalba, Alzano
Lombardo, Foppolo, Lovere e Berbenno”.
Un panorama criminale in cui,
secondo Artifoni, si intrecciano fenomeni di criminalità organizzata
tradizionale, ossia di stampo ‘ndranghetista, camorrista, mafioso, e gruppi
criminali stranieri, attivi soprattutto nei settori della droga, della armi,
della prostituzione e delle ecomafie. “Un fenomeno sottovalutato –
conclude Artifoni – e molti, più o meno consapevolmente, continuano a
pensare che le mafie siano un problema del sud o comunque estraneo al contesto
territoriale bergamasco. Persiste un’immagine di questa provincia non corretta,
troppo mitizzata”.
La reazione della Lega Nord non si
è fatta attendere, a confermare e riprodurre quello stereotipo di sanità morale
che renderebbe la bergamasca immune dal male mafioso: “La mafia a Bergamo?
Io in provincia non ho mai visto una coppola”. Così Ettore Pirovano,
presidente della Provincia orobica e parlamentare leghista, intervistato da Affaritaliani.it,
replica ai dati di Bankitalia, semplicemente negandoli in nome di un atavico
“la mafia non esiste”. E si dice “molto tranquillo” il presidente
Pirovano “perché noi come istituzione siamo molto attenti a questo tema. Nei
miei due anni di presidenza posso dire di non aver mai avuto contatti con
infiltrazioni di stampo mafioso”.