LETTERA APERTA
22 Novembre 2007
- Ad Antonio Ferrentino,
Presidente della Comunità Montana Bassa Valle Susa e Val Cenischia;
- Ad Alberto Deambrogio,
Consigliere regionale e segretario regionale PRC;
- A Monica Frassoni,
Presidente del Gruppo dei Verdi/ALE al Parlamento Europeo
Oggetto: prospettive dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione
L’intento della lettera è quello di invitare tutti, a partire da noi stessi, ad un approfondimento della riflessione e del confronto dialettico.
Nel proporvi queste brevi considerazioni vogliamo ricordare che, come Comitato NO-TAV Torino, abbiamo riconosciuto fin dall’inizio la legittimità della scelta delle istituzioni locali di partecipare all’Osservatorio a prescindere da un diverso giudizio sui rischi che tale scelta comportava; questa premessa ci pare utile per ricordare quanto sia presente nei nostri giudizi la consapevolezza delle naturali differenze di ruolo delle amministrazioni locali da un lato e dei comitati NO-TAV dall’altro, nel comune impegno volto ad impedire la realizzazione del TAV Torino-Lione.
Noi, come
molti altri, abbiamo apprezzato il lavoro che nell’Osservatorio hanno
svolto i tecnici designati dai sindaci: con la loro indiscussa competenza e
con la forza di argomentazioni oggettive hanno saputo dimostrare egregiamente
l’inutilità di una nuova ferrovia Torino-Lione, rappresentando
al meglio la più basilare delle nostre ragioni di opposizione.
Il limite di efficacia di questo risultato è semmai consistito nella
mancata veicolazione chiara verso l’opinione pubblica: chi ha gestito
monopolisticamente la comunicazione da quel tavolo aveva interesse a NON farla.
Così,
col tempo, si è assistito ad un utilizzo strumentale, sempre più
insistente, del ruolo dell’Osservatorio da parte dei media e di rappresentanti
politici delle istituzioni ai vari livelli, dalla Provincia alla Regione, dal
Governo all’Unione Europea.
Costoro dicono in pubblico, ormai quasi ogni giorno, un falso clamoroso: “adesso
c’è un progetto condiviso e concertato con le popolazioni”.
Un recupero di immagine presso l’opinione pubblica a favore della verità,
e quindi anche nostro, è a questo punto difficilissimo: non può
bastare neanche un ottimo convegno (che pure può essere utilizzato come
occasione di chiarificazione verso i media).
In questo
contesto arriva la proposta di concessione del finanziamento UE, relativamente
sostanzioso in tempi di ristrettezze, per sondaggi, lavori e (infine) anche
studi di realizzazione, tutti finalizzati alla costruzione della tratta internazionale
della nuova ferrovia.
E’ indubbiamente un risultato a favore di coloro che nascondono i dati
di inutilità dell’opera.
Nonostante
lo stanziamento, congiunto per i due Stati, riguardi intrinsecamente il segmento
franco-italiano del valico alpino si può ancora dire, come pare facciate
voi, che questi soldi possono essere dirottati ad altri scopi? (cfr. Luna Nuova
del 20/11/07: in fondo 671 milioni di Euro sono pochi… non si menziona
espressamente il tunnel… dobbiamo riuscire a farli impiegare per un lavoro
di approfondimento dell’Osservatorio … chiediamo di spostarli sul
nodo di Torino…).
Si può avere una convinzione talmente forte delle proprie potenzialità
da voler continuare questa partita al tavolo tecnico pensando di riuscire a
ribaltare i rapporti di forza, condizionare le manovre esterne e determinare
un esito finale favorevole?
La moltitudine
di persone impegnate attivamente nei Comitati di opposizione ad una nuova Torino-Lione,
di fronte alle evidenze fin qui ricordate, si è a questo punto convinta
che la partita è (o è diventata) truccata; che “l’altra
squadra” bara regolarmente; che l’arbitro non è imparziale;
che i cronisti che raccontano al mondo i risultati quasi sempre non sono affidabili.
Questi sentimenti sono oggi ampiamente maggioritari fra i Comitati NO-TAV, così
come la convinzione che qualsiasi delegazione a qualsiasi tavolo debba sempre
tenere ben presente quale sostegno possa avere dalla propria base organizzata
per commisurare al meglio l’azione ai rapporti di forza esprimibili.
Per il Comitato NO-TAV Torino
Paolo Mattone