Lettera e proiettile: minacce di morte all’imprenditore
Si-Tav Cribari
di Marco Giavelli
da Luna Nuova del 12/2/10 – pag. 3 (stralcio)
Susa - Due lettere anonime, un proiettile calibro nove e una minaccia di morte. La decisione di esporsi, di creare un consorzio di imprese valsusine a favore del Tav è costata cara a Michele Cribari, l'imprenditore segusino che domenica 24 gennaio, insieme a questo gruppo di aziende, aveva ufficialmente aderito al convegno Sì Tav promosso dal Partito democratico nella sala gialla del Lingotto di Torino.
La prima lettera è
stata intercettata venerdì scorso dalla polizia postale al centro di
smistamento di Torino, ma nel frattempo una seconda, identica, gli è stata
recapitata anche in azienda. Una di queste conteneva appunto un proiettile
calibro nove. Il materiale è stato subito acquisito dalla Digos, che ha aperto
un'inchiesta per cercare di risalire agli autori del gesto. La farneticante
missiva è firmata "Fronte nero No Tav" ed è scritta con una grafia
volutamente contraffatta, che mischia stampatello maiuscolo e corsivo: «Lurido
bastardo - recita il testo - state bruciando i simboli della lotta No
Tav, noi siamo molto meno democratici dei nostri "fratelli di lotta"
ma vi assicuriamo che avrete una punizione esemplare! Luridi cani mafiosi non
coinvolgete volontariamente i vostri famigliari, viaggiate da soli perché vi
spareremo in faccia alla guida in qualsiasi momento, luridi figli di troia».
Le minacce di morte a
Michele Cribari sono solo l'ultimo dei tanti episodi di tensione che hanno
accompagnato l'avvio dei sondaggi in valle di Susa: dopo le pallottole
recapitate al sindaco dì Torino Sergio Chiamparino e dopo i due presìdi No Tav
dati alle fiamme a Borgone e Bruzolo, per gli inquirenti c'è altro materiale su
cui lavorare. «E un episodio un po’ spiacevole - commenta Cribari con un
eufemismo - è la prima volta che mi capita: non pensavo di meritarmi queste
minacce. Ho voluto mettere in piedi questo consorzio a cui aderiscono solo
aziende valsusine perché forse, se uniamo le forze, oltre alla polvere
riusciremo a portare a casa anche qualcosa di utile per l'occupazione e lo
sviluppo di questa valle. Continuare a dire di no non ha più senso».
Poi si sfoga: «Sono
arrabbiato: mi dispiace anzitutto per la mia famiglia, ma non mi lascio
intimidire. Con i componenti del consorzio continuiamo a incontrarci, a
discutere, e soprattutto continuiamo a ricevere adesioni. Siamo partiti con 93
imprese tutte locali, in queste settimane ci hanno contattato altre persone e
questo è un incoraggiamento ad andare avanti. Io condanno la violenza da ambo
le parti, non mi sono mai permesso di offendere chi la pensa diversamente da
me. Non credevo si arrivasse a tanto. Tutti devono moderare i toni: bisogna
saper distinguere i cittadini che protestano perché sono contrari a quest'opera
e isolare invece quelli che protestano per mestiere. Spero che questa lettera
svegli le coscienze dei No Tav puri».
Ieri pomeriggio è
stato lo stesso comitato No Tav
Susa-Mompantero a prendere pubblicamente le distanze dal gesto
intimidatorio attraverso un comunicato
stampa che condanna però con altrettanta fermezza la campagna mediatica di quanti si ostinano ad associare
il movimento No Tav al terrorismo rosso
del passato: «Il comitato si dissocia
totalmente dal gesto vigliacco perpetrato ai danni del signor Michele Cribari di Susa. Il comitato
condanna ogni strategia di questo tipo
utilizzata per affrontare la questione Tav in
questo territorio. Strategia nella quale rientrano anche i recenti incendi ai presìdi No Tav di Borgone e di
Bruzolo. nonché i diffamanti attacchi
dei media al movimento No Tav tra le file
del quale, com'è noto a tutti, militano persone che da tempo hanno
saldato il proprio debito con la giustizia e apportano il loro contributo da comuni cittadini».