Cari amici,
ho esitato molto prima
di scrivere questa lettera nel timore che qualcuno di voi la potesse interpretare
come un'ingerenza nel proprio ruolo istituzionale. Ho superato i miei timori
ritenendo che la comune militanza nel movimento NO TAV e la collaborazione che,
in diverse occasioni, ci ha unito verso obiettivi comuni, fossero tali da scongiurare
quel rischio. Ovviamente questo dialogo parte dalla piena consapevolezza dei
differenti ruoli istituzionali che ricopriamo e delle diverse responsabilità
alle quali siamo chiamati a rispondere.
Le
pressioni delle lobby e le carte truccate.
Siamo tutti assolutamente
consapevoli che il governo italiano non ha alcuna possibilità di rispettare
i vincoli del bando europeo. Infatti siamo di fronte: ad una semplice bozza
di progetto ancora ampiamente indefinito e senza alcuna approvazione; all'assenza
sia della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), sia della Valutazione Ambientale
Strategica (VAS); alla mancanza di qualunque requisito tecnico ed economico-finanziario
previsto dalle norme comunitarie.
Ma noi tutti sappiamo anche che vi è il forte rischio che le normative vengano aggirate. É facile supporre che l'ottimismo, manifestato da significative componenti del governo, nasconda un accordo già pattuito tra la lobby bipartisan economica-finanziaria e referenti politici, altrettanto bipartisan, che garantirebbero l'appoggio della Commissione Europea a prescindere dal rispetto dei procedimenti formalmente previsti.
Che qualcuno cerchi di truccare le carte mi pare ovvio. Come poteva infatti Rainer Masera, il presidente della Cig, la Commissione intergovernativa per la linea ferroviaria Torino-Lione, dichiarare il 20 giugno, al termine dell'incontro con la delegazione francese, che la riunione si era svolta in modo positivo e raccogliere l'assenso dei colleghi d'Oltralpe attorno al progetto presentato? Ma quale progetto ha presentato Masera? A nome di chi? Ma il governo, e quindi anche Masera, non dovrebbe attenersi a ciò che ancora sta discutendo l'Osservatorio? A questo si aggiunge che Popolari e Socialisti hanno accettato di ridimensionare il ruolo del Parlamento Europeo nella fase finale di tutto l'iter, in modo tale che all'aula di Strasburgo spetti solo un parere consultivo, e non vincolante, sulle proposte di finanziamento provenienti dalla Commissione Europea. Credo che qualche dubbio sul rispetto della legalità nel percorso avviato con il bando europeo sia bene averlo.
Gli
scenari dopo il 20 luglio
Gli scenari
che potranno dischiudersi in seguito al pronunciamento della commissione giudicatrice
del bando sono due, l'uno opposto all'altro.
Nel caso in cui l'UE decida di non finanziare la Torino-Lione diventerà molto più semplice ottenere dal governo se non la cancellazione definitiva, almeno l'accantonamento del progetto fino al nuovo programma pluriennale europeo 2013-2019 e vi sarà tutto il tempo di dimostrare la correttezza delle previsioni fatte dai tecnici scelti dalla valle: sulle enormi potenzialità che ancora ha l'attuale linea ferroviaria, sui reali ritmi di crescita del trasporto merci in questa zona d'Italia e per verificare effettivamente la volontà del governo di assumere iniziative tese a penalizzare il trasporto pesante su gomma.
Se invece l'UE deciderà di destinare delle risorse economiche alla Torino-Lione potremo ancora esprimere tutta la nostra opposizione, ma avremo sempre meno orecchie disponibili ad ascoltarci e ripartirà una fortissima campagna politico-mediatica che con grande demagogia ci accuserà di voler far perdere allo Stato italiano fondi comunitari già assegnati. Saremo costretti in difesa, il confronto diventerà molto più difficile e dall'esito molto incerto.
Per tutte queste ragioni sono convinto esattamente del contrario di quanto in più occasioni ha espresso Mario Virano che, non a caso, continua a declassare l'importanza della scadenza del 20 luglio: sa molto bene che, una volta ottenuto un finanziamento dalla UE, la discussione sarà solo su come realizzare la TAV, ma non più sul se realizzarla.
Siamo quindi davanti ad uno snodo fondamentale della battaglia anti TAV, uno snodo che si giocherà in pochi giorni.
L'importanza
del prossimo voto dei consigli comunali
E qui vengo
al punto. Per le norme dell'UE è importante che i progetti da finanziare
abbiano il consenso delle comunità locali, istituzionalmente rappresentate,
o che comunque non vi sia una loro netta opposizione.
Comprendo, sul piano formale, le ragioni della mozione che vi apprestate a votare tra pochi giorni nella quale vengono rivendicati con orgoglio i risultati ottenuti. Ma vedo un rischio; temo possa essere utilizzata dalla Commissione giudicatrice del bando in senso opposto a quello che voi auspicate. Voi infatti ribadite l'assoluta non condivisione di un dossier di cui non si conosce il contenuto, ma prendete atto della volontà del governo di presentare il dossier medesimo e ribadite la vostra disponibilità a continuare il lavoro dell'Osservatorio.
Il mio timore è che la commissione giudicatrice possa dire (ovviamente strumentalmente ed in presenza delle sopracitate pressioni lobbistiche) “Certo fino ad ora non hanno raggiunto un accordo tra governo e comunità locale, ma lo troveranno comunque all'interno dell'Osservatorio dentro il quale continuerà la discussione,come ambedue le parti hanno dichiarato. Tanto é vero che nelle delibere comunali recentemente votate è scomparso un netto e chiaro rifiuto senza se e senza ma della TAV. In questa situazione - potrà affermare la Commissione - è possibile approvare il finanziamento.”
Se
la TAV era inutile e dannosa prima lo è anche ora.
Voi, e tutto
il movimento valsusino, mi avete insegnato in questi anni che la TAV è
assolutamente inutile, oltre che dannosa, per la salute umana e per la tutela
dell'ambiente. Credo che questo fosse vero nel 2004 con il governo Berlusconi
così come continua ad essere vero oggi con il governo Prodi.
Va certamente riconosciuto che i metodi usati sono diversi; l'attuale governo ha accettato il confronto e non ha militarizzato la valle e questo è importante.
Credo però che sia fra noi comune l'opinione che la TAV continui, anche oggi, ad essere inutile e potenzialmente dannosa. Ed allora penso sia bene scriverlo in modo chiaro e incontrovertibile sulle risoluzioni che saranno votate ed inviate a Bruxelles per togliere ogni alibi alla Commissione Europea. Prima che sia troppo tardi e che la nostra battaglia rischi di trasformarsi in pura testimonianza.
Certo, non ho una sfera di cristallo per prevedere il futuro e posso sbagliarmi. Quella illustrata è solo un'ipotesi, ma deriva da ciò che riesco a vedere e a capire dal mio specifico punto d'osservazione a Bruxelles.
Scusate la franchezza, ma se i miei timori un domani dovessero, anche solo parzialmente, dimostrarsi fondati, non mi sarei mai perdonato di non averli preventivamente condivisi con voi.
Per questo vi chiedo di prendere in considerazione queste mie valutazioni nelle decisioni che vi apprestate a prendere, anche per evitare che l'esito di una lotta che dura da numerosi anni rischi di essere compromesso proprio quando si è giunti a pochi giorni, dalla possibilità di raggiungere l'obiettivo.
Con stima e amicizia
Vittorio Agnoletto