I No Tav si pentono? I valsusini smentiscono il Corriere
di Eleonora
Formisani da Carta on-line del 4/2/08
Sarà che si avvicina la data della riunione del tavolo politico sulla Tav, rinviata già il 30 gennaio per via della crisi di governo (si dovrebbe tenere nei prossimi giorni), che sul Corriere della Sera di oggi c’è un articolo sui «No Tav che si pentono».
«Quel treno ci porta lavoro. Sindaci, commercianti, casalinghe: non
marciamo più. L’ex capopopolo Ferrentino: è finito il tempo di urlare», titola
il Corriere a pagina 25.
Ma
è proprio vero? Potranno mai «pentirsi» i valsusini? E di cosa?
Antonio Ferrentino, presidente
della Comunità montana bassa Val di Susa e Val Cenischia smentisce l’articolo.
«La giornalista che l’ha scritto ha fatto una personale ricostruzione delle
mie parola. Di parte direi, e con un obiettivo ben specifico – dice – Ho
risposto a domande precise, come quella in cui mi si chiedeva se fossero
previste altre manifestazioni in Valle alla quale ho risposto che al momento
non sapremmo come e contro chi manifestare perché stiamo cercando di fare
emergere, dal confronto con l’Osservatorio, quelle che sono le nostre
osservazioni e la nostra contrarietà a quest’opera. È esattamente quello stiamo
facendo all’interno di un tavolo di confronto. Sulle questioni tecniche ho
detto poi che noi siamo d’accordo al potenziamento della linea storica, al nodo
di Torino, e che il tunnel non è la priorità, se ne discuterà nei prossimi
10-15 anni. La cosa molto brutta è che la giornalista ha fatto emergere la
sensazione che in Valle tutti abbiano cambiato idea. Nessuno di noi ha cambiato
idea. Chi era favorevole è rimasto favorevole, chi era contrario è rimasto
contrario. Nell’articolo però si possono leggere solo le valutazioni di chi è
favorevole, non c’è nessun contrario all’opera. Mi sembra una operazione un po’
squallida. Si vuole lanciare il messaggio che in Valle non esiste più
l’opposizione alla Tav, cosa totalmente falsa. È una operazione molto brutta».
Dello stesso parere è il
sindaco-atleta di Borgone, protagonista di una traversata a nuoto in
solidarietà con i No Ponte nel 2006, Simona Pognant. «Non è che la valle ha
cambiato idea. Una parte della popolazione queste cose le pensa da sempre. Una
parte rimane a favore della Tav ma la maggioranza è contro quest’opera, come
assolutamente contrari sono gli amministratori – dice – Un articolo del
genere esce per dimostrare che oramai la Valle di Susa non è più un problema,
che la Tav è stata accettata. Ovviamente non è così. È vero che noi ci sediamo
con i nostri tecnici nell’Osservatorio, è vero che partecipiamo al Tavolo
politico, ma questo non significa essere a favore e non significa neanche
andare a capire come realizzare quest’opera. Non è cambiato nulla, da ieri, da
sei mesi fa. L’unica cosa che è cambiata sicuramente è la possibilità di
sedersi attorno ad un tavolo per spiegare le nostre ragioni e di vederle
scritte su alcuni quaderni, appunto i quaderni dell’Osservatorio, convalidati
da tutti».
Per Chiara Sasso: «La
giornalista del Corriere della Sera la conosciamo da tempo, non è la prima
volta che affonda in malo modo il coltello. Il giorno dopo la manifestazione
contro le grandi opere del 14 ottobre 2006 a Roma aveva intervistato a suo modo
il sindaco di Almese presentando una valle divisa e pronta a mediare. Che cos’è
cambiato da allora? Oggi c’è meno fiducia (quasi nulla), l’eredità che lascia
la sinistra dopo due anni di governo è un vuoto e una desolazione assoluta».
Anche per Giorgio Vair, assessore
all’ambiente della Comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia
quell’articolo: «È sicuramente impostato male e poi se dobbiamo parlare
anche del problema dell’occupazione, questo non c’entra con la Tav. Forse le
gallerie, se dobbiamo usarle comunque perché le abbiamo ordinate, facciamo
prima ad usarle sotto la città di Torino facendo la metropolitana seria e
credibile che garantisca il trasporto per centinaia di migliaia di persone,
eliminando allo stesso tempo gran parte del traffico urbano dalle strade
cittadine»