La Ue: “Torino-Lione ancora in ritardo”
E Bruxelles studia l'ipotesi della Marsiglia-Genova
Fondi Ue a rischio: c’è già stato un taglio. Se va avanti così l’Italia li perde tutti.
Un’altra Alta velocità: l’idea è di aggirare le Alpi e i tunnel passando per la Liguria.
di Marco Zatterin (corrispondente da Bruxelles) da
La Stampa del 29/3/11 – pag 27
«Ovviamente il futuro
è aperto», confessa alla fine Siim Kallas, quando arriva la domanda sul
decollo infinito della Torino-Lione e i ritardi che si accumulano da anni. La
valutazione del commissario europeo per i Trasporti è che si tratti di «uno
dei progetti prioritari più difficili» fra le reti Transeuropee. La sua
speranza è che «vada tutto bene e che il tunnel sia costruito». Eppure,
a Bruxelles, ha preso a circolare un'indiscrezione rumorosa. Quella che
sarebbe partita una riflessione, ancora teorica, sulle possibilità effettive
di realizzare l'opera, esercizio che avrebbe condotto alla ricerca di
un’alternativa. La quale, secondo fonti concordanti, potrebbe essere la
Marsiglia-Genova, da collegare a Milano e quindi ad Anversa.
E' un'ipotesi per il
futuro. Analisti a conoscenza del dossier confermano la voce, la fanno
risalire ai forti interessi del partito provenzale in seno alla squadra di Sarkozy,
ma anche alle Ferrovie (che risultano avere in programma ricchi investimenti
sulla costiera di Ponente per il traffico passeggeri) e anche all'azione di
lobby del governo regionale ligure. «Se ragioni politiche o finanziarie
dovessero bloccare la Torino-Lione - spiega una fonte industriale - questa
sarebbe in effetti una carta da giocare. Col terzo valico nell'Appennino
Ligure si andrebbe su verso il Gottardo che nel 2016 potrebbe essere completo
e operativo».
Alla Commissione Ue si
fa comunque notare che non esiste alcuno studio di fattibilità e che le
gallerie rivierasche avrebbero
bisogno di grandi interventi per accogliere un maggiore traffico merci.
Kallas, da parte sua, manifesta qualche
scetticismo nei confronti dei tunnel. «Sono molto onerosi e
complicati - ha detto ieri l'estone - I requisiti per la sicurezza
crescono continuamente e così i costi, che risultano sempre più alti del
previsto. Lo dico sempre a chi ne vuole costruire uno».
Frase sibillina, senza
dubbio. C'è chi la interpreta come un invito a pensarci bene e chi invece ci
legge una disponibilità a essere più clemente con italiani e francesi. «E'
bene ricordare che abbiamo concesso loro un certo tempo aggiuntivo per finire
questi lavori - ha sottolineato il commissario Ue - Si sono impegnati
all'esecuzione del progetto, e io sono molto lieto di questa promessa». In
febbraio Bruxelles ha dimostrato clemenza sia per l'avvio dei lavori del
tunnel esplorativo della Maddalena (atteso in primavera) che per il rinnovo
dell’accordo tra Italia e Francia, che doveva essere siglato entro dicembre e
che invece non si è visto. Roma ha già perso una parte dei fondi per la
Torino-Lione (9,8 milioni) pur ottenendo la facoltà di usufruire delle risorse
2007-2013 sino al 2015.
Ora il tempo stringe.
Il prezzo d'un ulteriore ritardo potrebbe essere la perdita totale dei
capitali stanziati dalla Ue. Ai primi di febbraio il ministro dei Trasporti
Altero Matteoli e il collega francese Thierry Mariani hanno concordato un
tavolo tecnico per definire il cosiddetto «fasaggio» (la realizzazione
dell'opera per fasi costruttive) e verificare i costi nella parte comune del
tunnel e dei tratti di reciproca competenza nazionale. Si sono dati 60-90
giorni. Dunque resta un mese o poco più.
Matteoli ha risposto con irritazione, ieri al Tgr Piemonte, alle domande sulle parole per nulla aggressive del commissario estone. «Non ho letto Kallas, avevo altro da fare», ha tagliato corto. «Sull'opera non c'è niente di nuovo - ha aggiunto - Sempre la Torino-Lione! Che c'è da dire?». Nulla, assicurano a Bruxelles. Ci sarebbe da fare. La Commissione risulta disposta alla clemenza, ma i vincoli sono tali che non potrà aspettare a lungo. Il tunnel corre un rischio in più. Oltre le montagne e verso il mare, c'è nuovo sfidante che aspetta di entrare in scena.