Il 1° Dicembre 2007
si è svolto a Torino un convegno, promosso dai sindaci dei territori
interessati alla Torino-Lione, finalizzato a rendere pubblici con maggiore
chiarezza i risultati del lavoro dell'Osservatorio tecnico; titolo dell'iniziativa,
appunto, "Vediamoci chiaro".
(www.notavtorino.org
posta@notavtorino.org)
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La trattazione del problema del
nodo ferroviario di Torino, in qualsiasi sede, sarà cruciale nei prossimi mesi.
A
nostro avviso tra gli elementi basilari della soluzione che oggi viene
tracciata per il nodo figurano due componenti particolarmente critiche:
·
Il
collegamento multimodale del cosiddetto “Asse strategico di corso Marche”;
·
Il
Servizio Ferroviario Metropolitano come ipotizzato dalla Agenzia di Mobilità
Metropolitana
Al
momento entrambe le ipotesi sono ben lontane da uno stato di effettiva
progettualità e gli stessi proponenti si riferiscono ad esse parlando di
“suggestioni” e di “pensieri”: si tratta in effetti di mirabolanti studi
preliminari che prescindono da qualsiasi ipotesi di copertura finanziaria, da
tempi e gradualità di attuazione credibili oltre che da una sia pur preliminare
analisi di impatto sul territorio..
Ciò
non di meno prefigurano uno scenario che avrebbe riflessi enormi su Torino e
cintura, mentre l’esigenza di infrastrutture di tale portata è tutta da
dimostrare, anche a prescindere da un’analisi costi/benefici. Ancora una volta
sembra prevalere l’interesse a “costruire” per costruire piuttosto che
rispondere alle esigenze dei cittadini.
Nel
caso di corso Marche, strettamente connesso ai progetti di rivoluzione
urbanistica di un’area ben più vasta che va da Venaria a Mirafiori, appare
evidente quanto le presunte ragioni di
ordine trasportistico siano prese a pretesto per giustificare nuove grandi
speculazioni “urbanistiche”.
Il
problema è che nel terzo quaderno dell’Osservatorio le due ipotesi citate sono
state comunque tenute in considerazione, pur in questa loro attuale dimensione
irreale, nel configurare il modello di studio del nodo torinese; tanto da
contribuire in misura determinante, ad esempio, a pronosticare l’inizio di
saturazione della tratta Avigliana-Torino della linea storica a partire già dal
2012.
Riteniamo
che esse debbano essere invece rimesse in discussione, con un approfondimento
tecnico che si basi su analisi scientifiche della domanda di trasporto ed in
una prospettiva di gradualità credibile che parta da un corretto utilizzo e
ottimizzazione delle attuali strutture.
Quanto
questo sia poi compito dell’Osservatorio è questione aperta: e noi vorremmo si
riflettesse non soltanto sulle ragioni “tecniche” rispetto alle quali i nostri
rappresentanti al tavolo hanno dimostrato fino ad oggi l’efficacia di un
approccio basato su dati e non su pregiudizi.
A
quasi due anni dall’avvio dei lavori dell’Osservatorio un bilancio è quanto mai
necessario, ma non può limitarsi ai risultati positivi che pure vanno
giustamente valorizzati, forse ancora più di quanto non sia stato fatto. Oggi,
in particolare, a nostro avviso non devono essere sottovalutati i rischi di un
uso strumentale della presenza dei nostri tecnici a quel tavolo, e lo
stanziamento dei fondi dell’Unione Europea è li a ricordarci che sempre la
politica ha il sopravvento sulla scienza e non viceversa.
Nel pieno rispetto delle diverse autonomie ci
permettiamo di segnalare questo rischio.
Concludiamo
proponendo qui, pubblicamente, il rilancio di quelle pratiche avanzate di
democrazia partecipata che hanno caratterizzato il movimento NO-TAV facendone
un esempio virtuoso, ma che si sono un po’ offuscate in questi mesi di tavoli istituzionali.
All’insieme
degli amministratori pubblici, dal livello regionale a quello dei Comuni delle
valli Susa e Sangone e della cintura di Torino chiediamo di approfondire le
questioni che poniamo, auspicando che nel corso di questo lavoro di approfondimento
nelle diverse sedi possa aver luogo un utile confronto di esperienze con i
Comitati e le Associazioni che nell’area metropolitana da anni trattano gli
aspetti di impatto socio-ambientale di infrastrutture ed evoluzioni
urbanistiche.
Torino 1/12/2007