Associazione di volontariato Idra
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TAV
Appello all’Europa perché non si comporti... à la
façon italienne
Un
anno e mezzo fa volevano farci credere, politici navigati e organi
di disinformazione di massa, che se non fosse partito il primo cantiere di quel
progetto devastante TAV avversato dai cittadini della Val di Susa avremmo perso (tutta l’Italia,
s’intende...) il treno del progresso
insieme a un gruzzoletto di contributi europei!
Sembrava una scadenza perentoria. Una di quelle che se la manchi piombi
diritto nel sottosviluppo, e l’Europa non ti guarderà più in faccia.
Poi abbiamo verificato che non era così. Quel cantiere non è partito, e
il progetto hanno dovuto ritirarlo perché era pessimo, e soprattutto perché un
intero popolo ha avuto la forza e la costanza di rispedirlo al mittente.
Adesso,
ci viene presentato il 20 luglio come nuova scadenza inderogabile per accedere
a quei finanziamenti, peraltro modestissimi a fronte della gigantesca spesa
globale. Stavolta vorrebbero farci credere che per ottenerli basti la semplice
“idea” (o poco più) di un progetto diverso solo nell’ultimo tratto da quello
già bocciato, fermo restando il lunghissimo tunnel di base, madre di tutte
le criticità. Non occorrerebbe neppure dimostrare se abbiamo poi le risorse
necessarie per realizzarlo, ipotizza – leggiamo – il ministro Antonio Di Pietro.
L’Europa ci aiuterebbe comunque, col suo piccolissimo contributo, al
buio.
Ma cosa sarebbe mai quest’Europa, se davvero fosse quella che ci
propongono, quella che ci dipingono?
A fronte di un’amministrazione che appare sottovalutare nel nostro
Paese i meccanismi di crescita incontrollata del debito pubblico a carico anche
delle future generazioni, auspichiamo un
semaforo rosso almeno in sede europea
a questo tipo di politica. Ecco perché rilanciamo con convinzione il sano e
dignitosissimo appello (allegato 1) della popolazione della Val Sangone (il
“corridoio” di turno nelle intenzioni dei TAV-a-tutti-i-costi) e il documento
(allegato 2) sotto il quale si raccolgono firme fra Susa e Torino (migliaia già
in poche ore): l’Europa non si lasci
incantare dalle sirene dei nostri cercatori
di oro e credito comunitario!