Pont Ventoux , una centrale senza collaudo.
L’impianto della Valsusa in funzione da quasi due anni, ma i periti non sono riusciti a compiere i test.
Guasti frequenti e produzione dimezzata rispetto alle
previsioni.
di Diego Longhin, da La Repubblica del 12/4/08
Doveva
essere la più grande opera idroelettrica italiana, una delle più importanti in
Europa. Invece la centrale Iride di Pont Ventoux a Susa sta diventando un
simbolo degli sprechi. E’ costata quasi il doppio, più di 353 milioni, rispetto
a quanto ipotizzato da AEM Torino nel 1995, circa 181 milioni. Conti che hanno
fatto fare un balzo sulla sedia ad alcuni manager genovesi, preoccupati anche
per gli ultimi fogli ricevuti, dove si capisce che la centrale non si può
collaudare.
Si potrebbe dire che è normale
quando si tratta di interventi ciclopici realizzati in caverna e con incroci di
gallerie per incanalare le acque. Il problema sono le magagne che
periodicamente interrompono la produzione, tanto che l’impianto, messo in moto a fine 2006 e non nel 2000
come previsto, non è ancora riuscito a superare le prove di collaudo.
Più
volte i tecnici si sono presentati a Susa per fare le verifiche necessarie e
rilasciare l’attestato previsto dalla legge. Attestato senza il quale Iride non
potrebbe prendere in consegna l’impianto della Astaldi, la società che ha
realizzato l’intervento. Ma i vertici di Via Bertola hanno deciso di forzare,
avviando una trattativa riservata con Astaldi per quantificare i danni subiti
da Iride e i risarcimenti per la società controllata dai Comuni di Torino e
Genova.
L’ultimo
tentativo di collaudo , come risulta dai documenti in possesso di Repubblica,
risale al 3 dicembre 2007, quando la centrale era ancora in mano alla società
che ha realizzato l’opera. In una lettera inviata a Roberto Garbati,
amministratore delegato e direttore generale di Iride, e all’ Ing. Fermelli
dell’Astaldi, il Prof. Roberto Napoli, preside vicario della Prima Facoltà di
Ingegneria del Politecnico di Torino dichiara la “non collaudabilità di Pont Ventoux”.
Perché?
Napoli scrive che “non è
stato possibile procedere alle prove di collaudo programmate a causa della
deliberata e dichiarata indisponibilità dell’impresa”.
Nel documento il Professore spiega “ una situazione di pratica impossibilità di
svolgere i test più volte richiesti”. Il
piano prevedeva “semplici prove di funzionamento”. “Test via,via, rinviati – si
legge- a seguito dei noti malfunzionamenti “, tanto che la stessa Astaldi si
rifiuta di fare eseguire le verifiche. “ Emerge con tutta
evidenza che esistono perplessità – scrive Napoli – sulla capacità
dell’impianto di superare positivamente le prove richieste e che si preferisce
evitare i conseguenti rischi nella convinzione che tali rischi verranno
affrontati dopo il subentro di Iride alla conduzione dell’impianto “.
Tutto
questo “ viola gli obblighi contrattuali “ di Astaldi relativa ai collaudi ,
“aggravando la percezione di inaffidabilità dell’impianto”.
Una
nota dura che manda in fibrillazione i vertici di Iride, società quotata in
Borsa. Anche perché i guasti ai gruppi
idroelettrici si ripetono ciclicamente. L’ultimo caso?
Sabato 15 marzo. Il gruppo di
pompaggio, il punto debole spesso fuori uso per le riparazioni, si è fermato a
causa di infiltrazioni di acqua nell’olio di lubrificazione.
Difetto a cui i tecnici hanno dovuto porre rimedio più volte nel periodo della
gestione Astaldi. Una conseguenza del mancato collaudo a causa del veloce ed eccessivo consumo delle tenute che non
reggono per più di sei mesi.
In
pratica Iride ha accettato di prendersi in carico una centrale difettosa. Pont
Ventoux è stato progettato in sostituzione dei due impianti di Chiomonte e Susa
che producevano qualsi 200 gigawatt all’anno. La produzione media prevista dei
nuovi gruppi é di 400 gigawatt, ma nel 2007, si sono immessi in rete solo 180 gigawatt. Iride, oltre
ai danni dovuti ai mal funzionamenti, dovrà anche far fronte alla mancata
produzione. L’opera è stata realizzata
con il raddoppio dei costi e dei tempi ma le performance sono pari a quelle dei
vecchi impianti e i problemi di funzionalità e affidabilità restano da
risolvere. Il che vuol dire altri esborsi di soldi per rendere la centrale
efficiente.