Grillo denunciato al presidio
Lo showman va alla Maddalena di Chiomonte e visita la baita No Tav: i carabinieri lo denunciano
di Marco Giavelli da Luna Nuova del 7/12/10 –
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Chiomonte - E così
anche Beppe Grillo è entrato dentro il presidio Clarea della Maddalena. E
uscendo dalla baita No Tav si è fatto immortalare da fotografi e cameramen
facendo il classico gesto delle manette: anche il comico genovese, in base al
sacrosanto principio che la legge è uguale per tutti, si è beccato dunque una
denuncia per "violazione di sigilli", articolo 349 del codice
penale. Era quello che i No Tav si aspettavano dal leader del Movimento cinque
stelle e lui non ha tradito le attese: un "blitz" che serve al
movimento per avere una legittimazione politica dell'azione illegale compiuta
sia nel costruire la baita abusiva, sia nel portare a termine i lavori
nonostante l'area continui ad essere sotto sequestro. Tra l'altro domenica i
sigilli sono di nuovo spariti mentre all'interno del fortino, con l'ingresso
schermato da alcuni teloni per ostacolare le identificazioni dei carabinieri
appostati sul viadotto Clarea, i No Tav effettuavano gli ultimi ritocchi in
vista dell' inaugurazione ufficiale in programma domani.
L'annunciato arrivo di
Grillo è stato un tormentone per tutto il giorno. Viene, non viene, a che ora
viene. Il rendez-vous era fissato per mezzogiorno ma in mattinata lo showman,
in questi giorni a Torino per il suo tour a teatro, ha annunciato forfait per
problemi di salute: avendo ancora in programma uno spettacolo domenica sera al
"Colosseo", avventurarsi nel freddo dei boschi chiomontini sarebbe
stato quantomeno imprudente. Ma poi i No Tav gli hanno fatto capire che non
poteva proprio non venire. Che alla Maddalena c'era già qualche centinaio di
persone che per lui aveva sfidato il freddo e la neve. Così Grillo, atteso
anche dai "suoi" consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolè,
si è convinto a venire. È arrivato a Chiomonte per le 15, dopo la polentata
con toma e spezzatino preparata sul posto da alcuni attivisti.
Una toccata e fuga durata meno di mezzora. Volto stanco e un po' "sbattuto" dai malanni di stagione, Grillo ha rinnovato la sua solidarietà al movimento No Tav non senza dispensare battute e sarcasmo, ma anche senza eccedere. Non ha fatto un vero e proprio comizio. Si è fatto raccontare a che punto era la lotta e poi, come da copione, non si è lasciato sfuggire l'occasione per violare l'area sotto sequestro. E pensare che al suo arrivo al bivio per Giaglione il capitano Stefano Mazzanti, comandante della compagnia carabinieri di Susa, lo aveva messo in guardia: visto che i sigilli erano già spariti, lo ha regolarmente informato del fatto che lì sotto c'era un'area sequestrata dalla magistratura e che superare la zona off-limits equivaleva a commettere un reato. Della serie: uomo avvisato, mezzo salvato. Ma Beppe Grillo, facile immaginarlo, non si è fatto alcuno scrupolo.
Arrivato al Clarea
accompagnato da un No Tav a bordo di una Panda, si è guardato intorno un po'
stralunato e ha esordito con un ironico «Ma dove siete finiti? Ma
facciamola fare ‘sta Tav e prendiamoci tutti una villa ad Alassio». Risate.
Ressa di fotografi. Gli applausi dei 200 presenti e il caloroso abbraccio con
Alberto Perino. Poi sale su un cocuzzolo di massi a fianco del presidio e
esordisce così: «II capitano dei carabinieri mi ha detto "Guardi che
là c'è una roba che se lei la oltrepassa è fuorilegge". Ma di chi è
questo?», riferendosi alla baita. «E nostro, l'abbiamo fatto noi»,
gli risponde Perino. E Grillo: «Ah, allora è "cosa nostra"».
Altre risate. «Ce l'hanno sequestrato - continua il leader No Tav - e ci hanno
denunciati tutti per costruzione abusiva, rischiamo la galera ma non ce ne
frega niente. Se vieni dentro ti facciamo vedere com'è
fatto».
Il dado è tratto.
Grillo non se lo fa dire due volte e varca la fatidica soglia. Una volta dentro
la baita, osserva meravigliato i lavori. Poi gli mettono un fazzoletto No Tav
al collo, gli danno un seghetto e davanti a un turbinio di flash comincia a
tagliare una delle perline con cui gli attivisti stanno rivestendo tutto
l'interno. Anche Grillo potrà dire di aver simbolicamente contribuito ai lavori
del fortino. Intanto Perino gli racconta dei soldi spesi da Ltf per il
sondaggio mai eseguito all'autoporto di Susa: «Beppe, sai quanto hanno
pagato il terreno a Susa, là dov'eri venuto quest'inverno? Prova a sparare una
cifra... 10mila euro al giorno per i primi quattro giorni, 13mila al giorno per i sette
successivi, con tanto di contratto».
Un assist per far dire
a Grillo che «la Torino-Lione è una truffa colossale di denaro pubblico:
tanto non hanno i soldi per farla». Pronuncia queste parole davanti alle
telecamere della Rai, dopo aver detto alla giornalista: «Siete della Rai? Ma
non manderanno in onda nulla...». Invece il tg3 regionale decide di
cominciare l'intervista proprio con questa frase. Il leader Cinque stelle
dipinge l'immancabile immagine delle mozzarelle che viaggiano a 160 chilometri
orari e scandisce tutte le parole d'ordine tipiche del movimento No Tav: «Ormai
non ci sono più tutte queste tonnellate di merci da spostare. Questa è un'opera
a debito che pagheranno non i valsusini, ma tutta l'Italia, ecco perché sono qua.
Io sono un amante del treno: è giusto togliere i camion dalle strade, le ferrovie
sono il futuro, ma è questo tipo di ferrovia che non può funzionare. L'alta
velocità servirà solo a finanziare 'ndrangheta, mafia e camorra. Sarà una
chicca per i miliardari: su questi treni ci metteranno pure il wi-fi. Poi non
c'è in tutta Italia, ma sul Tav sì. Siamo in un momento in cui le rivoluzioni
si cominciano, si fanno e magari partiranno proprio da questa gente qua».
Dopo le ultime strette
di mano, Grillo si avvia alla macchina. Con sé ha i regali fatti dal movimento:
un bastone, un pezzo di corteccia, un cioccolatino, un berretto di lana
preparato dalle donne del presidio "Picapera" di Vaie e un depliant
della via Francigena, il sentiero dei pellegrini che passa proprio dalle parti
del presidio Clarea, tanto che i No Tav hanno detto di volerlo donare (un
domani) al Comune per farci un posto tappa. Il comico genovese saluta e
ringrazia tutti salendo sul predellino della Panda per sbeffeggiare il
Berlusconi di piazza San Babila. E da ultimo dispensa un consiglio: «Dobbiamo
puntare sulle nostre proposte. Facciamoci dire qualche "no " anche
noi: sono loro che devono avere il coraggio dì dire "no" alle piccole
opere che servono davvero a questo paese».