IL “GRANDE CORTILE” FA TANTA PAURA
di Marco Cedolin
La tre giorni del Forum
Internazionale, che ha trasformato la Valle di Susa e Torino in un laboratorio
di confronto e democrazia partecipata, si è conclusa questa sera a fronte di un
successo superiore anche alle più ottimistiche previsioni degli stessi
organizzatori.
La
Comunità Montana Bassa Valle di Susa, le Amministrazioni comunali della
Valsusa, i Comitati No-Tav, la redazione del giornale “Sarà dura”, la
Fiom, Legambiente, Arci, Pro natura, il Wwf, la Fiom – CGIL, Cub, il
Laboratorio per la democrazia, la Valsusa Filmfest, le Rete comuni solidali, il
Coordinamento lavoratori della scuola, la Cooperativa equo solidale il Ponte ed
altre realtà, hanno dato vita ad un momento d’incontro all’insegna dell’arricchimento
culturale e della pratica democratica che parte dal basso, avente come fulcro
l’importanza della “persona”, intesa come essere umano e non come semplice
ingranaggio della macchina consumistica.
Il
successo si è concretato non solo nella massiccia partecipazione popolare ai
vari convegni ed incontri, ma anche nell’evidenza di una nuova sensibilità
sociale che riesce ad accomunare un numero sempre crescente di cittadini di
ogni età e ceto sociale.
Il desiderio d’informarsi, di
apprendere, di condividere con gli altri, di rendersi partecipi della propria
realtà e del proprio futuro, di leggere, ragionare, aggiogarsi dal ruolo
passivo di spettatore, per interpretare quello di attore, sono le vere novità
che emergono da questi giorni di forum. Sulla strada tracciata dalla Valle di
Susa, sempre più cittadini stanno riscoprendo il gusto dello stare insieme, del
socializzare, del partecipare, stanno imparando come esistano molteplici realtà
costruttive da contrapporre al penoso berciare della televisione, ai luoghi
comuni dello shopping compulsivo, alla solitudine esistenziale di un’umanità
impegnata solo a consumare ed ormai incapace di comunicare, di leggere, di
esprimere pensiero che non sia stato indotto dalla giornaliera tempesta
mediatica e pubblicitaria.
Questa
nuova realtà terrorizza oltremisura il carrozzone del potere, poiché nulla
spaventa più di ciò che non si riesce a comprendere e la forma mentis propria
del burattinaio impedisce alla casta di eletti che dovrebbe rappresentarci, di
concepire l’esistenza di esseri umani che intendano tagliare i fili e prendere
decisioni con il solo ausilio del loro cervello e della propria sensibilità.
Il
semplice incontro fra cittadini, professori, ingegneri, tecnici, scrittori e
spiriti liberi di ogni appartenenza sociale è stato rappresentato sulle pagine
dei giornali e sui teleschermi alla stregua di un’adunata sediziosa, ricca di
spirito eversivo e potenzialmente pericolosa.
Scribacchini,
uomini politici e opinionisti vari hanno vaticinato incidenti e disordini,
arrivando al punto di confondere un momento di arricchimento culturale e
sociale con la guerriglia urbana.
I
partecipanti al forum sono stati definiti no global, antagonisti, sovversivi,
anarchici, estremisti ecologisti, da coloro che sono abituati ad etichettare
ogni cosa ed ogni persona. Da coloro che hanno paura della Valle di Susa, del
popolo NO TAV e di tutti i NO che iniziano ad alzarsi da ogni cortile. Una
paura malcelata e strisciante di chiamare le cose e le persone con il loro vero
nome. Pensiero, democrazia, libertà, partecipazione, sono parole che spaventano
più delle bombe molotov, soprattutto quando a pronunciarle sono semplici
cittadini che non si lasciano rinchiudere dentro a un’etichetta.
20/2/06