To-Lione, in Francia rimonta il no
Le Monde accusa: «Opera inutile e faraonica»
Ieri vertice tra Lunardi e De Robien: non si
torna indietro
Dal Giornale del Piemonte, Edizione del 19-04-05
Alta capacità
Riemergono
le perplessità francesi sulla Torino-Lione. Sul quotidiano Le Monde in edicola
ieri i transalpini si interrogano nuovamente sull'utilità di un'opera
considerata «faraonica e non giustificata dall'incremento del traffico merci
previsto nei prossimi anni sul corridoio 5». Una nuova doccia gelata proprio
mentre il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi incontrava il suo
collega di Parigi Gilles De Robien. I due ministri hanno voluto ribadire che
l'opera si farà anche se rimangono dubbi su quando saranno finiti i lavori,
incertezze che continuano a preoccupare il comitato Transpadana, che da anni
preme per la realizzazione dell'opera in tempi brevi.
Sembra invece più vicina una
soluzione per il tunnel autostradale del Frejus. E questo lo si intuisce, più
che dalle dichiarazioni dopo l'incontro, dal fatto che i due ministri
torneranno a vedersi su questo tema dopodomani in Lussemburgo. Un vertice
ravvicinato che probabilmente significa che tra i due governi c'è un accordo di
massima sul percorso da seguire per la messa in sicurezza del traforo. Seconda
canna riservata ai mezzi di soccorso o raddoppio vero - ipotesi quest'ultima
che ha ripreso quota - però ancora non si sa.
Sulla Torino-Lione sembra intanto
farsi strada l'eventualità di un prolungamento della tratta internazionale, in
modo da favorire la ripartizione delle spese tra Italia e Francia. Secondo
indiscrezioni, nel territorio italiano, la parte definita internazionale - e
quindi finanziata in parte dalla Ue e per il resto per il 63 per cento da Roma
e per il 37 per cento da Parigi - potrebbe essere prolungata da Bruzolo a
Settimo. Ma più importante è di quanto proseguirà in Francia il tratto comune
dopo St Jean de Maurienne, perché si tratta di lavori in galleria, molto più
costosi rispetto a quelli previsti attorno a Torino. Lunardi e De Robien hanno
ribadito ieri che l'opera si farà ma la fine dei lavori resta nel vago, in un
arco di tempo compreso tra il 2016 e il 2020.
Al termine dell'incontro torinese,
svoltosi in prefettura Lunardi e De Robien hanno diffuso un comunicato in cui
si afferma che relativamente al tunnel autostradale del Frejus «sono stati
esaminati gli aspetti relativi alla messa in sicurezza della galleria, tema sul
quale i due ministri si sono dati un nuovo appuntamento il 21 aprile a
Lussemburgo, al fine di trovare una soluzione condivisa dai due Paesi». «Per
quanto concerne, invece, il tunnel ferroviario - aggiunge la nota - è stata
concordata la necessità di formalizzare tutte le informazioni relative agli
investimenti necessari per le due tratte di accesso, come richiesto dall'Unione
europea. A questo scopo sarà convocata in tempi brevissimi una riunione ad
hoc». Il faccia a faccia di ieri tra i due ministri non si è limitato
all'appuntamento torinese. Anzi è stato lungo, si può dire, quanto la
Torino-Lione. Infatti, i responsabili delle Infrastrutture dei due Paesi,
partiti nel pomeriggio da Caselle, hanno sorvolato insieme la tratta dell'alta
capacità fino a Chambery, per poi giungere in elicottero a St Martin de la
Porte dove sono in corso i lavori della discenderia francese. Assieme a loro,
tra gli altri, Rainer Masera, presidente della conferenza intergovernativa
italo francese sulla Torino Lione e l'amministratore delegato di Rfi Mauro
Moretti. C'è stata anche una piccola contestazione, limitata ad una ottantina
di persone, di oppositori all'alta velocità.
L'appuntamento
di ieri comunque non ha cancellato le riserve del Comitato Transpadana che
ritiene preoccupante il termine del 2020 come ipotesi di fine lavori. «La
scadenza per la realizzazione della nuova linea ferroviaria veloce tra Torino e
Lione - sottolinea una nota del Comitato - è prevista dal "Documento di
revisione dei progetti prioritari infrastrutturali europei" approvato dal
Parlamento Europeo nell'aprile 2004, per il 2017. Tale termine rappresenta già
un ritardo grave rispetto alle reali esigenze del nostro Paese (il traffico
merci globale tra Italia e Francia è infatti aumentato dal 1992 al 2003 da 40 a
50 milioni di tonnellate) e soprattutto rispetto al programma italiano
dell'alta velocità ferroviaria, che sarà completato, per le sue tratte
nazionali Torino-Venezia e Milano-Roma-Napoli, entro il 2012. In questo
quadro, l'assenza della Torino-Lione si configura, quindi, come un grave anello
mancante della trasversale ad alta velocità sud europea. Per questa ragione il
programma della progettazione e dei sondaggi di Lyon Turin Ferroviaire
(Società incaricata del progetto e controllata al 50% da Rete Ferroviaria
Italiana e Reseau Ferré de France) è oggi totalmente insoddisfacente, in quanto
prevede l'apertura dei cantieri solo nel 2009/2010, data che non dà alcuna
sicurezza sul rispetto della scadenza europea del 2017. È quindi indispensabile
- conclude la nota di Transpadana - che i due governi e le due Ferrovie, su
impulso della Regione Piemonte e delle altre istituzioni piemontesi, impongano
un'accelerazione al programma di attività di Lyon Turin Ferroviaire ed una
precisa indicazione delle risorse disponibili per la fase di progettazione».