Stipendi d´oro, cantieri fermi: il flop delle Grandi
Opere
Il fallimento della "Legge Obiettivo": meno di 9 miliardi
sui 126 previsti dal Programma per le infrastrutture strategiche
Dal 2001 finanziato solo il 7% dei lavori promessi
di Vladimiro Polchi da Repubblica del 27/3/06 – pag. 11
Piccole opere e grandi sprechi. Altro che spot trionfalistici e
inaugurazioni festose: quello della "Legge Obiettivo" è il bilancio
di un fallimento. Stipendi d´oro, cantieri fermi, finanziamenti col contagocce.
Grandi Opere, chi le ha viste? Nessuno. I progetti rimangono scritti sulla
sabbia.
Tutto comincia nel 2001, quando il governo Berlusconi delibera un Programma
di infrastrutture strategiche di 117 opere, per un investimento complessivo di
125,8 miliardi di euro. Che ne è stato? A leggere sul sito Internet di Forza
Italia ci sarebbe da essere ottimisti: «Alla fine del 2005 risultano aperti
cantieri per 51 miliardi di euro». Non solo. Il premier, commentando la
delibera Cipe del 22 marzo scorso, ha annunciato: «Entro ottobre 2006 saranno
aperti 106 cantieri, per una movimentazione complessiva di 71 miliardi, 671
milioni di euro». Sbagliato. I numeri infatti dicono altro. Come confermano
fonti vicine al ministero delle Infrastrutture.
Intanto, a leggere con attenzione la delibera Cipe 121 del 2001, si
scopre che l´attuale esecutivo ha ricevuto in dote dai precedenti governi ben
18 miliardi di euro. Per i finanziamenti successivi, bisogna invece guardare
anno per anno il capitolo 7060 del bilancio dello Stato: "Fondo per
infrastrutture strategiche". Ebbene dal 2002 al 2006 gli stanziamenti per
le Grandi Opere sono stati in tutto 805 milioni di euro. Soldi con cui lo Stato
ha via via contratto mutui con varie banche, indebitandosi per ben 15 anni.
Lo stanziamento iniziale (una sorta di prima rata del mutuo) va infatti
moltiplicato per 11 volte: il valore che il governo prevede di spendere per le
Grandi Opere (4 rate se ne vanno nel pagamento degli interessi). Si arriva così
alla cifra di 8 miliardi e 855 milioni di euro di lavori finanziati (grazie a
prestiti bancari): solo il 7% degli investimenti promessi nel 2001. E´ la
stessa Corte dei Conti, nel 2005, a stigmatizzare la situazione: con poche
risorse si sono cantierate troppe opere, con il rischio della paralisi dei
lavori.
Quali sono gli istituti che hanno concesso i mutui necessari alla
realizzazione della "Legge Obiettivo"? Banca Opi (gruppo San Paolo IMI),
Banca Intesa, Dexia-Crediop, Depfa Bank, Cassa depositi e prestiti. E
Infrastrutture spa? La società, che nelle intenzioni del governo doveva fare la
parte del leone, ha finanziato una sola opera: il passante di Mestre (delibera
Cipe, 3 febbraio 2004).
E mentre i lavori procedono a rilento, i costi corrono. La "Legge
Obiettivo" è infatti cara. Tra commissari speciali e strutture esterne al
ministero, dal 2003 si sono spesi 25 milioni di euro in stipendi. Lo rivela il
capitolo 1021 del bilancio dello Stato. Per i primi anni i soldi sono arrivati
dalla Cassa depositi e prestiti. Nel 2006, invece, gli stipendi sono stati
pagati con un aumento delle tariffe delle Motorizzazioni (patenti e revisioni).
Stipendi d´oro, a partire dall´assegno annuale che ricevono i 7 commissari speciali all´attuazione delle opere (all´origine erano 9): 500mila euro all´anno, più 280mila euro di rimborso spese. L´ultimo a essere nominato commissario straordinario per il Nord-Ovest è stato l´architetto Mario Virano, consigliere d´amministrazione di Anas e presidente dell´Osservatorio per la tratta Torino-Lione.
Non è tutto. Dietro ai numeri delle Grandi Opere, si intravede un Paese
fermo. Nel capitolo di bilancio 7060, sono stati infatti stanziati 35 milioni
di euro per le progettazioni preliminari. Un investimento intelligente, per
creare anche in Italia un parco progettuale per il futuro. Ma purtroppo non si
sono presentate imprese appaltanti. Da noi dunque o non si fanno progetti, o se
ne fanno troppo pochi. I fondi non sono stati impegnati. Il recente decreto
"Mille proroghe" ha ristanziato la stessa cifra per un altro anno
ancora. Senza molte speranze, visto che c´è già chi prevede di destinare quei
35 milioni a rimpinguare le vuote casse dei lavori per le Grandi Opere.