Sito: Mercedes Bresso stoppa l’ingresso di Finpiemonte
di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 10/3/09 – pag 2
La fuoriuscita dei soci privati da Sito, per fare spazio a nuovi investitori della logistica, era "necessaria" e considerata "strategica" per la società che gestisce l'interporto di Orbassano. Presieduta dall'ex consigliere regionale Alessandro Di Benedetto, ora Pd, la società dell'interporto aveva così in progetto di fare comperare a Finpiemonte (la finanziaria regionale) le quote dei privati raggruppati nella società Socotras che non sono più interessati alla logistica. In realtà Sito si è dissociata dall'operazione ma resta la volontà di scambiare le vecchie quote dei privati con nuovi partner adatti dal mandato della società che gestirà il grande interporto di Torino attraversato dalla Torino-Lione. Le quote ai privati sarebbero state pagate con la cessione di capannoni e uffici di Sito.
Lo stop è arrivato
dalla presidente della Regione Mercedes Bresso che prosegue nella linea (già
dimostrata nella vicenda di Villa Melano a Rivoli) di non voler impegnare
risorse pubbliche in operazioni poco chiare dove sembra che a guadagnarci siano
solo i privati. Su mandato della Bresso, Finpiemonte (che aveva già
sottoscritto un anno fa una scrittura privata con Socotras), ha infatti
annunciato in assemblea dei soci che la vendita non si farà. Motivo? Troppi
quei 28 milioni di euro di valore in cambio del 43 per cento di Sito, che se
vale 64 milioni in tutto è solo grazie ai continui finanziamenti regionali e
non grazie all’apporto dei privati che sono accusati di avere messo in questi
anni soltanto 4,2 milioni di investimenti contro i 64,7 milioni investiti nella
società dalla Regione.
Nella bufera è così
finito il presidente di Finpiemonte, Giuseppe Trabucco, accusato
indirettamente dalla stessa Bresso di aver tentato di favorire eccessivamente
gli interessi dei privati. Così la Bresso si è detta pronta ad adire le vie
legali per vederci chiaro e ha anche chiesto «le dimissioni dei
responsabili». Non è chiaro se tra i responsabili nel mirino della Bresso
ci sia anche Di Benedetto, che nel frattempo è già stato candidato dal Pd alle
elezioni provinciali, nel suo collegio di Nichelino.
Nel frattempo,
operazione ferma. «La Regione - ha detto martedì in consiglio regionale
la Bresso - intende arrivare ad una valutazione patrimoniale della società
Sito prima che si proceda nell’esame dell'ipotesi di scissione o dell'uscita
del partner privato, valutazione che deve tener conto dei contributi pubblici
erogati alla società nel corso degli anni».
Nella stessa seduta di
consiglio è stata bocciata la proposta della destra per una Commissione
d'indagine. L'argomento sarà invece approfondito dalla Commissione consiliare
trasporti, che ha ricevuto il consenso dell'ufficio di presidenza del Consiglio
a svolgere «una indagine conoscitiva sulla Sito e gestione dei beni
patrimoniali Consepi». Della questione si occupa anche la Procura che
adesso vuole vederci chiaro.
Il centrodestra in
Consiglio ha così chiesto che si accertino le responsabilità politiche del
tentativo di vendita e ha accusato Bresso di avere fatto un voltafaccia solo
dopo che l'esistenza dell'accordo con i privati è venuta fuori sui giornali.
L'assessore ai trasporti Daniele Borioli è intervenuto per puntualizzare che il
problema sta negli accordi parasociali. «Il nostro obiettivo ora è capire
se l'associazione in partecipazione sottoscritta tra Sito e Socotras nel 1999
fosse legittima. Oggi la ragione di divergenza tra la parte pubblica e quella
privata deriva dalla decisione della Regione e Finpiemonte di rescindere
l'associazione in partecipazione, come previsto dalle attuali normative sugli
appalti». Da Rifondazione e Turigliatto è arrivata invece la richiesta di
azzerare i vertici di Sito.