Fiaccole, trombe e fischietti: a Rosta il “cacerolazo” No Tav
Oltre 700 alla marcia di mercoledì sera sotto la nevicata: nessuna tensione con le forze dell’ordine
di Paolo Procaccini da
Luna Nuova del 12/3/10 – pag. 3
Evitando il confronto con le forze dell'ordine e attraversando un campo di terra completamente imbiancato, i No Tav arrivano a dieci metri dal sondaggio. A dividere un gruppo del movimento e la trivella c'è solo la recinzione del cantiere. Si rimane un po' lì, ma non si fa nulla. Anche le forze dell'ordine sono ferme. Immobili sia dentro il perimetro dei lavori, sia fuori, mentre scrutano da lontano come si sta muovendo quel centinaio di persone che gironzola vicino al sondaggio. Gli attivisti alla fine si, voltano e tornano sui loro passi. È l'epilogo della fiaccolata del movimento anti-treno che si è mossa dentro Rosta mercoledì sera. Sotto una nevicata polare, almeno 700 persone hanno detto ancora una volta No all'opera.
Il serpente aperto
dallo striscione "Giù le mani dalla collina morenica" si muove lungo
le vie delle città. Una passeggiata col treno crociato in mezzo alle case,
attirando l'attenzione dei curiosi affacciati alle finestre. Nessun contatto
con le forze dell'ordine rovina la dimostrazione di dissenso. Soltanto a
corteo ormai disperso sulla via del ritorno, parole, palle di neve e qualche
laser hanno composto le uniche armi di uno sparuto gruppo di manifestanti.
Provocazioni che trovano origine a Coldimosso, quando la 46enne Marinella
Alotto, e il giovane Simone Pettinati, di 25 anni, sono stati travolti dalle
forze dell'ordine. Nessun lancio di pietre, di bengala, di chiodi e neanche
minacce agli operai dei cantieri si è fatto vedere.
Anzi, a suon di pezzi
di legno sulle pentole, trombe e fischietti, il movimento replica a chi li
accusa di estremismo. Alle recenti dichiarazioni del deputato del Partito democratico,
Stefano Esposito, arrivano le risposte. «Esposito non ha mai lavorato in
vita sua, ma solo occupato consigli politici vari», dichiara con microfono
alla mano l'attivista No Tav del comitato di Rivoli, Gianna De Masi, a fiaccole
ferme davanti alla casa comunale. Il lungo serpente dei manifestanti si
ricompatta e ascolta le parole di chi vuole esprimersi. Per Claudio Cancelli,
del comitato Habitat: «II vero problema è che questa linea è una truffa!». Scroscio
di applausi e bordate di urla. «Per noi la qualità della vita è difendere il
territorio», afferma Fabrizia Alberto, del comitato anti-tav della città.
Dopo la breve sosta,
il cammino riprende sotto un cielo pallinato di neve. Con i fischietti a
riempire le vie della città insieme ai «Scendete! Venite con noi!», rivolti
alle famiglie con il naso incollato ai vetri di casa e lo sguardo fisso giù. La
musica sparata dalla panda rossa alla testa del corteo e l'assordante
"cacerolazo" accompagna la discesa del movimento. Fiaccole alla mano,
la strada di fine corteo arriva dritta dritta alla rotonda di fronte al cordone
delle forze dell'ordine. Gli uomini con scudi e casco sono disposti su tre
file, chiusi tra due mezzi, ma un pelo indietro rispetto all'ingresso della
via. A rotatoria completamente bloccata, le luci delle fiaccole rimangono
lontane dalla polizia. Evitando lo scontro che nessuno vuole. Appuntamento
stasera alle 21 al polivalente di Bussoleno. Si fa il punto della situazione.