Ferrentino: “Virano deve fermarsi e discutere”

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 28/4/09 – pag. 3

 

I 200 milioni promessi dal governo con firma solenne di apposito protocollo d'intesa, a favore del nodo ferroviario di Torino e il Sistema ferroviario metropolitano, sarebbero stati dirottati sulla ricostruzione dell'Abruzzo terremotato. Inol­tre, ci sono voci sul possibile slittamento della data (era previsto per il 2012) per l'entrata in servizio del Sistema ferroviario metropolita­no. Queste due notizie che da giorni circolano sempre più insistentemente hanno fatto nuo­vamente alzare la tensione tra i sindaci della bassa valle di Susa e l'Osservatorio.

 

Come annunciato, infatti, venerdì, alla riunione dedicata agli approfondimenti sui problemi ambientali e territoriali dell'alta valle di Susa, i tecnici rappresentanti della bassa valle non si sono presentati su indicazione del presidente della Comunità montana che coordina l'assemblea dei sindaci. I sindaci chiedono che si organizzi al più presto un vero incontro "politico" con i soggetti che fanno parte dell'Osservatorio per fare il punto della situazione.

 

«Vogliamo sapere che cosa sta succedendo - chiede il presidente della Comunità montana bassa valle, Antonio Ferrentino - Se il go­verno aveva bocciato la proposta Fare, aveva però accolto la nostra richiesta per fare partire, prima di ogni altro progetto, il Sistema ferroviario metropolitano. Era una richiesta prioritaria, insieme a segnali concreti per il riequilibrio modale del trasporto merci attraverso la valle di Susa. A questo punto ci chiediamo che cosa è rimasto di quegli accordi. E che dire del bando per la progettazione emanato da Ltf? Quante delle "specifiche progettuali " che tanto ci hanno impegnato nelle riunioni dell'Osservatorio e su cui era stato trovato un accordo, sono state davvero inserite in quel bando?».

 

A questo punto la bassa valle di Susa vuole confrontare il bando di Ltf con l'elenco delle specifiche progettuali varato a gennaio e soprat­tutto stabilire una nuova serie di riunioni non decise dal presidente. «In questa situazione di totale incertezza c'è puzza di fregatura. Ci chiediamo come possa pensare Virano di andare avanti con le riunioni con i territori senza tenere conto dell'indisponibilità della bassa valle di Susa. Virano sta cercando di arrivare all'approvazione del documento sulla governance del progetto, ma come può pensare di farlo senza il territorio su cui si concentra il 90 per cento dei pro­blemi di quest'opera? Per questo è venuto il momento di stabilire un calendario degli incontri con l'Osservatorio che non sia deciso solo dal presidente ma insieme a tutti i componenti, soprattutto con la bassa valle, dove si concentrano i problemi del progetto».

 

A scuotere dal torpore in cui pareva scivolata la questione Tav ci ha pensato anche lo stesso Virano, con la pubblicazione sulle pagi­ne domenicali della "Stampa", del fumetto a puntate che vorrebbe raccontare in modo "simpatico" la vicenda del Tav in valle di Susa. L'effetto è stato solo quello di offendere la valle e di provocare un nuovo incidente con il fronte dei sindaci.

 

«Un commissario di governo non si mette a scrivere vignette sull'argomento per cui è stato nominato. Quei fumetti dipingono il territorio in modo becero e non possono non pesare sui rapporti tra valle e Osservatorio. Sono fumetti che non solo mi fanno schifo, ma sono una vera operazione politica a cui il commissario di governo si è prestato che serve solo a denigrare le posizione della bassa valle di Susa. Per questo vogliamo che il commissario renda conto di questa operazione così come vogliamo sapere chi l'ha pagata e per quali motivi. Se pensa di denigrarci per aggirarci e farci trovare di fronte al fatto compiuto degli accordi raggiunti con gli altri territori, faccia pure. Tanto di qui dovrà passare».