Espropri Tav, falsi i verbali ma è scontro tra
magistrati
Firme fasulle, visite sul campo mai effettuate: il caso si complica
Svolta
nell´indagine dei giudici contabili. Maddalena fa rapporto a Roma
La Procura:
ingerenze della Corte dei Conti
di Alberto Custodero da Repubblica del 20/9/06
– Pag. II Cronaca di Torino
Sono falsi i verbali relativi agli espropri dei terreni sui quali è sorto il cantiere di Venaus dell´Alta Velocità per la costruzione del tunnel esplorativo. A scoprirlo, un po´ casualmente, è stata la Corte dei Conti che da tempo ha aperto un´indagine per danno all´immagine dello Stato in seguito alla violenta carica della polizia contro i manifestanti anti-Tav avvenuta nella notte fra il 5 e il 6 dicembre di un anno fa.
Indagando sulle manganellate sferrate alle 3 di notte dai poliziotti contro il gruppetto di donne e anziani che a quell´ora rappresentava il «presidio» no-Tav di Venaus, i finanzieri al comando del procuratore contabile Ermete Bogetti si sono accorti di falsificazioni nelle procedure seguite per occupare i terreni del cantiere. I lavori per 84 milioni di euro - ora sospesi per motivi di ordine pubblico - erano stati appaltati alla CMC di Ravenna. Secondo le «fiamme gialle», in quei giorni di «guerra civile» fra l´Alta Val Susa e la Val Cenischia (il 30 novembre e il 6 dicembre), chi aveva effettuato le operazioni per allestire il cantiere avrebbe commesso alcune irregolarità.
E quindi, dopo indagini e
accertamenti, la giustizia contabile ha trasmesso per competenza la notizia di
reato (contro ignoti), alla procura ordinaria ipotizzando il falso. Questa
iniziativa non è stata del tutto gradita al Palazzo di Giustizia di corso
Vittorio. Il procuratore della repubblica Marcello Maddalena ha deferito il
collega Ermete Bogetti al procuratore generale della giustizia contabile
«accusandolo» di aver travalicato le sue competenze.
Al di là degli attriti fra le due procure, fa riflettere - se sarà verificato dai pm Saluzzo e Caputo - il fatto che un´operazione così delicata come l´esproprio dei terreni per l´apertura del cantiere della Tav, avvenuta mentre la popolazione era in subbuglio e la zona militarizzata, sia stata fatta in modo poco ortodosso. In un momento di gran tensione, quelle procedure amministrative avrebbero dovuto essere svolte nel massimo rispetto delle regole e nella massima trasparenza per tranquillizzare l´opinione pubblica.
Ecco, invece, cos´ha scoperto la guardia di finanza che lavora per la Corte dei Conti.
Va detto che il decreto di occupazione
temporanea dei terreni del cantiere firmato da Rete Ferroviaria Italiana è
stato attuato dalla LTF. Per appropriarsi dei cantieri, in genere va seguita
una procedura chiamata «accertamento dello stato di consistenza» e «immissione
del possesso» che consiste nell´eseguire sopralluoghi sui terreni da espropriare,
misurandone le particelle catastali alla presenza dei proprietari e dei testimoni.
I finanzieri, dopo aver
sequestrato 50 verbali relativi a quelle operazioni, si sono accorti che molti
risultavano falsi. Firme che non sono state riconosciute, sopralluoghi
dichiarati a verbale che non sono stati effettuati. Alcuni fogli, che parevano
compilati sui campi, sono stati invece scritti in un container-ufficio. Alcuni
originali erano diversi gli uni dagli altri, in qualche caso addirittura
fotocopiati quando a Venaus, in quei giorni, su quei prati, fra manganellate
della polizia e lanci di pietre dei manifestanti, di fotocopiatrici proprio non
se ne sono viste.
Se ora la CMC vorrà chiedere i
danni per la sospensione dei lavori, il fatto che il cantiere possa essere
stato aperto da LTF sulla base di verbali falsi, e quindi nulli, potrebbe
complicare non poco l´eventuale contenzioso.