“Il dopo Olimpiadi? Un fallimento”
di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 9/2/10 – pag. 3
Sulla fondazione XX Marzo e su tutta la gestione post-olimpica il centrodestra scatena la sua battaglia elettorale. Gian Luca Vignale, Pdl, presidente della Commissione sul post-olimpico del consiglio regionale, è andato sabato in alta valle per presentare il rapporto che due giorni prima era stato presentato a Torino da Barbara Bonino, che del Pdl è coordinatrice provinciale, e da Roberto Ravello, consigliere a Torino.
Così, mentre per
tenere in vita la pista da bob di Cesana e i trampolini di Pragelato c'è solo
la boccata d'ossigeno di sei mesi decisa dalla Bresso, il Pdl denuncia quello
che chiama «lo scempio dei 190 milioni investiti per la realizzazione di impianti
ora inutilizzati; 25 i milioni di passivo alla chiusura del Toroc; 70mila le
tonnellate di montagna distrutta a Pragelato per la realizzazione del
trampolino, 200 le aziende coinvolte nello "scandalo Consortium"».
In particolare Barbara Bonino punta il dito contro la gestione tutta in mano al centrosinistra. «L'ampiezza del debito è sotto gli occhi di tutti - afferma - così come l'incapacità a gestire la promozione e la riattualizzazione della maggior parte degli impianti che a soli quattro anni dalle olimpiadi versano in uno stato di degrado irreversibile». Il dossier accusa, tra l'altro, la fondazione post-olimpica guidata finora da Elda Tessore, e la società in house guidata da Pierpaolo Maza.
«La Fondazione,
dopo avere ripetutamente assicurato all'indomani delle Olimpiadi che la
gestione del post-olimpico avrebbe portato surplus economico, si è accorta che
esso causava invece un deficit di 6 milioni di euro. La patata bollente è
passata dal novembre scorso dalla Fondazione XX Marzo nelle mani del colosso
americano Live Nation. L'agenzia statunitense ha rilevato il 70 per cento degli
impianti del parco olimpico per un totale di 2 milioni 150mila euro, ovvero
appena lo 0,4 per cento del puro costo per la loro realizzazione. Vale a dire
che il parco olimpico è stato letteralmente svenduto agli americani. Live
Nation si accollerà la gestione dei trampolini di Pragelato, dell'ex
PalaIsozaki, del Palavela di Torino, e soprattutto della pista di bob a Cesana,
garantendone il funzionamento "nella versione estiva". Ma in cosa
consiste questa "versione estiva " di una pista da bob? E
soprattutto: Live Nation non si accolla le spese di refrigerazione per il
ghiaccio, la voce di costo più rilevante della struttura. E nel caso di gare ed
eventi?
Risposta: le spese
se le accolleranno le federazioni. La pista di bob, costata 61,4 milioni di
euro, ha chiuso i battenti lo scorso 31 gennaio a causa dell'incapacità
gestionale del Comitato olimpico, prima, e della Fondazione XX marzo, poi, che
non hanno saputo arginare una perdita annua pari a un milione e mezzo di euro.
Nemmeno l'intervento di Live Nation è stato in grado di garantirne la
continuità: la struttura, che ha sfregiato la montagna e ha indebitato gli
enti, ha cessato l'attività. Completamente abbandonato, dopo avere sventrato il
fianco della montagna, anche l'impianto di Freestyle di Sauze
d'Oulx/Jouvenceaux (costato 9 milioni di euro, sono stati recentemente erogati
ulteriori 700mila euro per il suo spostamento): 10 ettari di terreni
espropriati acquisiti dai legittimi proprietari a 0,27 cent di euro al metro
quadro; lo stesso vale per il biathlon di Cesana. Dopo avere subito il danno
ambientale derivato dalla costruzione degli impianti (30 ettari di bosco
disboscati a Cesana; 70mila tonnellate di montagna distrutte e 14mila ettari
occupati dal trampolino a Pragelato), la valle di Susa rischia di diventare un
cimitero degli elefanti».
E sulla chiusura di trampolino e bob è intervenuto a Pragelato anche Roberto Cota, candidato in Regione e capogruppo della Lega alla Camera. «E' il primo caso in cui dopo appena quattro anni dalle Olimpiadi si rischia la chiusura di impianti montani per i quali gli abitanti della montagna sono stati espropriati, e che allora avevano accettato tale sofferta scelta senza alcun demagogico presidio di cantieri, vedendo un'opportunità di sviluppo della loro terra. Questo è un vero e proprio tradimento nei confronti della montagna e dei suoi valori. E' stato un grandissimo errore mandare in gara la vendita della maggioranza di quote di Parcoolimpico Srl senza preoccuparsi di condizionare l'offerta alla gestione o, quanto meno, al mantenimento di alcune gare di coppa del mondo sugli impianti di Pragelato e Cesana Torinese, che oggi sono in assoluto tra i più moderni e tecnologici del mondo».
E sulla proposta
dell'onorevole Esposito per destinare 10 milioni di avanzo dell'Agenzia Torino
2006 alla gestione di questi impianti? «Sull'emendamento Esposito possiamo
anche essere d'accordo, a patto e condizione che a gestire i risparmi
dell'Agenzia Torino 2006 siano i territori di montagna e non "Top",
struttura già partita appesantita per gli eccessivi costi di gestione
complessiva». Frase che conferma l'idea del centrodestra di creare una
nuova agenzia di gestione del post olimpico per gli impianti di montagna,
affidata agli enti locali delle valli.