ALTA INUTILITÀ
Conti in rosso e carrozze vuote. A due anni dal
debutto dell’alta velocità, il bilancio deludente per i treni ultra-rapidi.
Sulla tratta Roma-Napoli occupati solo un terzo dei
posti disponibili.
Di Emiliano Fittipaldi da l’Espresso dell’11/10/07- pagg
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Non tutti conoscono il trucco, ma chi ha scoperto il segreto l'ha custodito gelosamente per
mesi. Il rischio era quello di fare
un viaggio in piedi, e perdere il privilegio
d i viaggiare sulla Tav a basso costo.
Tre o quattro Eurostar al giorno congiungevano
Roma e Napoli alla stessa velocità
dei nuovi e costosi treni dell'Alta
velocità. Stesso tragitto, prezzi più
bassi (8 euro in meno per la seconda classe,
7 per la prima) e 30 minuti risparmiati
rispetto agli Eutostar normali. Un esempio
plastico, attaccano i sindacati, di una gestione poco professionale del prodotto Tav: la presenza di “vagoni clandestini” sarebbe solo uno dei motivi che non ha permesso di fìdelizzare la clientela all'alta velocità. A quasi due anni dall'inaugurazione della prima tratta del treno veloce, in effetti, non c'è da stare allegri. L'Alta
velocità non sfonda. Nonostante una puntualità che sfiora il 95 per cento, i treni marchiati con la V stilizzata sono ancora
mezzi vuoti, e l'attesa rivoluzione
dei trasporti non è avvenuta. Dal
primo gennaio al primo settembre in media i passeggeri hanno riempito
solo il 34 per cento dei posti disponibili
sulla Roma-Napoli. Dati ufficiali di Trenitalia. In media 228 paganti sulle 672 poltrone a disposizione sugli Etr
500, il modello più usato sulla tratta. A occhio e croce in 22 mesi Treniralia ha incassato la miseria di 110-120 milioni di euro: considerando che il costo del cantiere (ancora da completare) raggiungerà probabilmente
la cifra monstre di 6 miliardi di euro, con questo ritmo per rifarsi dall'investimento ci vorranno quasi cento anni. La società gestita da oltre un anno da Mauro Moretti ha tentato di correre ai ripari, e nel nuovo orario in vigore da giugno ha prticamente cancellato gli Eurostar di vecchia generazione: ce ne sono solo sei (uno ogni quattro ore), una scelta che di fatto costringerà i pendolari a usare la nuova linea. Anche a giugno, luglio e
agosto il calo di passeggeri
è stato inarrestabile, ma l'estate modifica le abitudini di viaggio e le statistiche sono da prendere con le molle. Di certo i turisti non hanno preso il treno, e se la domanda non
crescerà secondo le previsioni il rischio
di un fallimento finanziario è più che concreto.
Aspettando i risultati commerciali del nuovo piano, il
bilancio complessivo
dell’alta velocità è deludente.
Anche i quattro Tbiz che
collegano Roma, Bologna e Milano viaggiano con meno di un terzo di biglietti venduti: da gennaio a giugno di quest'anno
i passeggeri
(soprattutto dirigenti e imprenditori) sono stari appena 110 mila. Gli Etr sono ancora pochissimi (oggi tra la
Capitale e il
capoluogo partenopeo si tanno 14 viaggi), e all'orizzonte
non sembrano in
vista investimenti in locomotive e carrozze. Eppure secondo gli esperti l'Av ha senso solo se la capacità della linea è sfruttata al
massimo, con partenze
serrate a orari standardizzati per affezionare i pendolari: sulla Colonia-Francoforte (meno di 200
chilometri di lunghezza)
sono programmate ben 34 coppie di corse. Secondo le previsioni ufficiali (anno 1997) ogni giorno
sulla Roma-Napoli
sarebbero dovuti passare circa 54 mila passeggeri, ma attualmente la media quotidiana non arriva a 3 mila.
L’ipotesi formulata nello studio era legata alla “percorrenza dell'intera tratta”, e dunque i numeri dovranno essere
verificati quando
la rete Tav sarà completa. Ma sembra difficile che le
proiezioni saranno
rispettate, almeno in tempi brevi. Anche l'obiettivo di incrementare la frequenza dei treni (intercity e Regionali compresi) non è stata realizzata: il numero di convogli tra Roma e Napoli doveva passare da
72 a 102, ma per ora sono state aggiunte solo dieci corse in più.
I sindacati se la prendono in primis con la mancanza di una strategia complessiva. La Roma-Napoli era probabilmente la linea meno urgente da realizzare in termini di domanda, ma i lavori sono iniziati prima sia per la conformazione geologica favorevole sia per la presenza di enti locali più morbidi rispetto all'impatto dei cantieri: l'ostilità del comune di Modena ha per esempio inchiodato i lavori della Milano-Bologna per un lustro,
e la tratta sarà l'ultima (nonostante
le stime dei flussi siano da record)
a entrare in servizio. La difficoltà di accrescere il numero di
treni dipende poi dalla mancanza di accessi
ai due terminali: per entrare
e uscire da Termini e da Napoli
(Centrale si torna sulla linea normale, e finché i lavori
non saranno completati l'ammortamento
economico e la redditività
della tratta sarà minima.
“Colpa dei vecchi
amministratori delegati, Cimoli e Catania non hanno mai pensato davvero allo
sfruttamento economico della linea”, hanno più volte affermarn Cgil, Cisl e
Uil. Se gli investimenti complessivi
potrebbero raggiungere i 66 miliardi, sia
per la Torino-Novara che per la Roma-Napoli
non sono state lanciate con massicce
ed efficaci campagne di marketing. In Spagna
per conquistare l'utenza alla nuova
Siviglia-Madrid le ferrovie hanno speso in pubblicità milioni di euro, mentre Oltralpe l'annuncio della Lione-Parigi è stato fatto persino con il porta-a-porta. In Europa
il logo dell'Alta velocità nelle stazioni
è subito riconoscibile, ci sono spazi appositi dedicaci alla clientela. Secondo Lanfranco Senn, ordinario di economia dei trasporti alla Bocconi, la domanda di
Alta velocità potrà crescere solo
quando sarà completata tutta la rete
nazionale. “LaTorino-Novara è in realtà una linea inesistente, i
passeggeri che scendono a Novara sono
pochissimi. Non si può parlare di un sensibile
miglioramento nei collegamenti con
Milano, non è un caso che lo spostamento
dalla gomma al ferro non sia ancora
avvenuto. Dopo pochi chilometri a 200 all'ora
il treno decelera e il risparmio di tempo
non è sufficiente a modificare
le abitudini degli automobilisti”. La
penuria di fermate blocca anche la vendita
dei biglietti della Roma-Napoli. “Quando
l'Alta velocità coinvolgerà anche le
stazioni di Firenze, Bologna e
Milano si potrà intercettare una
mole crescente ci passeggeri”, chiosa
il docente, “per ora le Fs devono limitare i danni concentrando l'offerta nelle ore di
punta: ci sono convogli che partono alle 10, alle 11 e alle 12 non coordinati con l'orario d'ufficio. È inevitabile che siano vuoti”. La mancanza di spot sarebbe dunque dovuta al fatto che l'Alta velocità è incompleta: se si ha un prodotto in pochi negozi
per l'assenza di una rete di distribuzione
efficace, è ovvio che non si investa troppo
in pubblicità. Per Senn il break even,
il punto di intersezione tra ricavi e cost
i totali, non può arrivare subito, “Ci vuole
tempo, la Tav è un investimento di lungo
periodo. Mi terrorizzerei se i dati fossero
questi tra vent'anni. Allora sì che parlerei di un disastro
commerciale”.
Di fatto le statistiche complessive delle due tratte non fotografano un
trend confortante:
se all'inizio i viaggiatori
sono stati conquistati dalla novità
di viaggiare a trecento chilometri
l’orà e dalle superpromozioni
(durante la fase dimostrativa tra
Roma e Napoli non si pagava il
biglietto, e nei primi cinque giorni l'Alta
velocità venne presa letteralmente d'assalto)
con il tempo la media è scesa a 275
passeggeri a convoglio. Numeri che per
i No Tav e Legamhiente non giustificano
gli investimenti effettuati e l'impatto
ambientale sul territorio. Non solo quello causato all'apertura dei cantieri, ma anche quello provocato dall'incredibile utilizzo che, in Campania, ne ha fatto la criminalità: la Procura di Napoli ha scoperto pochi giorni fa 5 mila tonnellate di rifiuti
tossici occultati in parte sotto i binari della Tav, nel tratto tra Caivano e Afragola. Pericoloso catrame bituminoso proveniente dai lavori di realizzazione della stessa Av e dal cantiere dell'aeroporto di Capodichino.