Dal Programma di Governo dell’Unione (Marzo 2006)
Estratto a cura del Comitato NO-TAV Torino
versione completa (1.52MB) su:
Uno dei gravi limiti dello sviluppo italiano è costituito
dalla debolezza delle infrastrutture viarie e della logistica.
I cittadini e le imprese italiani si confrontano con una rete infrastrutturale
satura, inadeguata e pesantemente sbilanciata a favore del trasporto su gomma,
con servizi insufficienti a soddisfare le esigenze di mobilità delle persone e
delle merci.
Questo scenario sta
producendo effetti drammatici, come un drammatico numero di morti per incidenti
stradali, e gravi disfunzioni sotto vari profili: costi del trasporto, impatto
ambientale, consumi energetici ed emissioni di gas serra, sicurezza e vivibilità
nelle aree urbane e metropolitane, dove si sviluppa quasi il 70% degli spostamenti
di tutto il territorio nazionale.
Con il governo di centrodestra la situazione è ulteriormente
peggiorata. Il trasporto pubblico è stato indebolito e la Legge Obiettivo per
la realizzazione delle grandi opere, sulle quali si sono concentrate le risorse
pubbliche, si è rivelata un fallimento. Si è inoltre abbandonata ogni corretta
forma di pro grammazione delle opere coerente con il "Piano generale dei
tra sporti e logistica" e di relazione con gli enti locali.
L’unione si impegna a individuare,
sulla base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastrutturali
da realizzare prioritariamente, in coerenza con il "Piano generale dei
trasporti", con il coinvolgimento attivo degli enti territoriali.
L’individuazione delle priorità infrastrutturali deve a sua
volta avvenire alla luce delle risultanze della valutazione ambientale
strategica (VAS), dell’esame del rapporto costo-beneficio di ogni intervento e
delle sua coerenza con gli obiettivi generali e di sistema da perseguire, a
partire dal riequilibrio modale.
A tal fine, proponiamo di
modificare profondamente la "legge obiettivo", per rafforzare il
ruolo degli enti territoriali, per rendere generalizzato e inderogabile il
ricorso alla valutazione di impatto ambientale, per potenziare le capacità
di controllo, monitoraggio e di vigilanza complessiva sul ruolo e sull’operato
dell’istituto del "General contractor", cioè della figura introdotta
dalla "legge obiettivo" come esecutore generale dell'opera.
In generale, proponiamo di
riordinare la legislazione sui lavori pubblici in un unico corpo normativo,
che recepisca le direttive comunitarie e assicuri una disciplina omogenea
delle leggi regionali. Obiettivi fondamentali sono per noi: la centralità
e la qualità del progetto, la trasparenza delle procedure, il rispetto della
legalità, la leale concorrenza e l’accelerazione dei tempi di realizzazione
dei lavori. In questo contesto, la consultazione, la partecipazione e l'informazione
a livello locale verranno garantite anche attraverso il finanziamento del
programma Agenda 21.
Con riferimento alle infrastrutture
dei trasporti - ferma restando la necessità di migliorare la qualità, l’efficienza
e la sicurezza delle infrastrutture esistenti – indichiamo alcune priorità.
In primo luogo l'investimento
sulle aree portuali e retroportuali nel rispetto dei massimi livelli
di sicurezza, nel quadro del più generale investimento sulle autostrade
del mare, per l'assorbimento del nuovo flusso di traffici dall’Asia verso
il Mediterraneo. C'è oggi una ragione in più per dare priorità alle infrastrutture
portuali del Mezzogiorno: farne l’avamposto nazionale della nuova logistica
che viene dall’Oriente. Le autostrade del mare e l’integrazione dei porti
con le reti ferroviarie meridionali e il loro potenziamento sono i nostri
obiettivi più urgenti. I nuovi flussi dei traffici richiedono più che in passato
l’unità del Paese anche nelle infrastrutture.
Altra priorità è l’integrazione con le grandi reti europee, attraverso
specifici interventi idonei a:
-distinguere dove necessitino opere nuove oppure occorrano ristrutturazioni dell’esistente;
-valorizzare il coinvolgimento
dei cittadini e delle istituzioni dei territori interessati dagli interventi
di infrastrutturazione, in sede di valutazione della compatibilità ambientale
delle opere e dell'impatto socio-economico sulle popolazioni;
-dare priorità alle direttrici
già vicine alla saturazione dei traffici, come ad esempio quelle verso il
Gottardo e il Brennero;
-avvantaggiare la ferrovia
nella ripartizione modale;
-integrare le reti di trasporto
europeo con gli aeroporti, in primo luogo con gli aeroporti di Fiumicino e
Malpensa;
-nei punti di incrocio delle
reti di trasporto europee, realizzare interporti di rango europeo per l’integrazione
modale della logistica. Dalla capacità di offrire servizi concorrenziali di
magazzinaggio e prima trasformazione delle merci, deriveranno anche migliori
condizioni per l’insediamento produttivo.
Prioritario è anche il rifinanziamento
degli incentivi per l’intermodalità e il sostegno alle attività delle
imprese armatoriali finalizzate allo sviluppo del sistema intermodale.
Sarà poi importante lo sviluppo delle reti metropolitane,
decisive per la competitività dei nostri sistemi urbani.
Centrali nel programma dell’unione
sono gli interventi e gli investimenti per le città per il potenziamento del
trasporto pubblico locale collettivo. In particolare per le città proponiamo
di:
-migliorare la mobilità urbana
attraverso investimenti mirati a potenziare l’offerta di trasporto pubblico
locale, estendendo le reti tranviarie e metropolitane, ammodernando il trasporto
pubblico con vetture meno inquinanti ed esten dendo le piste ciclabili, le
corsie protette, le zone a traffico limitato e quelle pedonalizzate;
-dare adeguata risposta alle
esigenze dei pendolari rafforzando il trasporto ferroviario metropolitano
e regionale, accelerando gli investimenti sui nodi, incrementando e ammodernando
i treni e prevedendo un’efficace azione di indirizzo e coordinamento, d’intesa
con gli enti locali, delle scelte di riconversione delle tracce liberate dall’entrata
in funzione dell’alta velocità;
-regolare e finanziare i
"Piani urbani delle mobilità" da attuare da parte delle amministrazioni
locali;
-sostenere la riorganizzazione del
trasporto merci all’interno delle aree urbane
Con riferimento al settore delle ferrovie, proponiamo
di proseguire lungo il solco tracciato dai governi di centrosinistra
nell'adozione dello standard di Alta Capacità della rete, come strumento di
potenziamento del trasporto di persone e di merci e dunque di alleggerimento
del traffico stradale. Proponiamo inoltre l'adozione di un programma
pluriennale di investimento sul materiale rotabile, che possa diventare anche
un’occasione per il rilancio di ciò che rimane del settore industriale di
riferimento.
Fondamentale è un quadro
organico di misure e risorse destina te a garantire la sicurezza nei trasporti.
Noi crediamo opportuno investire in nuovi impianti e tecnologie di controllo
sulla rete ferroviaria, stradale e per il trasporto aereo e marittimo. In
particolare, crediamo nella necessità di rilanciare gli investimenti in materia
di sicurezza stradale e di promuovere nuove politiche per lo sviluppo
di una "cultura della sicurezza stradale", soprattutto presso i
giovani.
….
Infine, riguardo al ponte sullo Stretto di Messina,
proponia mo di sospendere l’iter procedurale in atto per realizzare le
priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno (sistema autostra dale e
ferroviario, Salerno-Reggio Calabria-Palermo, reti idriche, Statale Ionica,
porti e cabotaggio).