Cifra da capogiro per due sondaggi

Consepi ha versato a Ltf 164mila euro per carotaggi mai eseguiti

I No Tav presentano un esposto all’ufficio europeo antifrodi

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 10/9/10 – pag. 2

 

Due sondaggi per la Torino-Lione sono costati quasi 165mila euro. E il bello è che non sono mai stati realizzati. Questa è la cifra pagata da Ltf a Consepi, la società che gestisce l'autoporto di Susa e il centro regionale di "guida sicura", per affittare i terreni ed eseguire i carotaggi contrassegnati con le sigle S69 e S71.

 

I sondaggi non li fecero. Prima dell'alba del 12 gennaio, quando i tecnici di Ltf si presentarono scortati dalla polizia, i presidianti non li fecero passare: chiudevano uno degli accessi all'area e aveva­no eretto il presidio sul terreno del sondaggio S68. Ma la cifra pattuita è stata regolarmente pagata da Ltf a Consepi.

 

Una cifra così alta per un lavoro di pochi giorni non poteva non scandalizzare. Così se i sondaggi dell'inverno scorso sono stati il pri­mo assaggio di cantieri della Torino-Lione in valle di Susa, secondo i No Tav sarebbero stati anche il primo clamoroso esempio di come i soldi per l'opera verrebbero sprecati a vantaggio più di interessi particolari che per realizzare la Torino-Lione. Insomma, la dimostrazione che il Tav sarebbe soprattutto "una torta" più che una ferrovia.

 

Così quattro No Tav, in rap­presentanza dei comitati, hanno presentato alla Olaf, l'ufficio euro­peo per la lotta contro le frodi, una "segnalazione" di «presunta lesione degli interessi dell'Unione europea in seguito a comportamenti irrego­lari da parte della società Ltf».

 

L'esposto riguarda le due fatture emesse da Consepi a Ltf il 12 feb­braio di quest'anno, rispettivamente di 4.800 euro (4000 di importo più il 20 percentodi Iva) e di 156mila600 euro (130mila e 500 di importo più il 20 per cento di Iva) per l'acconto e il saldo del "corrispettivo dovuto per concessione aree per sondaggi geognostici".

 

Nelle fatture si fa riferimento alla scrittura privata stipulata tra Consepi e Ltf l'8 gennaio, contratto che prevedeva l'effettuazione dei due sondaggi per una durata di sette giorni e la conseguente necessità di occupare 150 metri quadrati per allestire i cantieri di ciascun son­daggio. Nella scrittura privata si precisa che la concessione sarebbe stata limitata a quattro giorni (il tempo necessario ad allestire i sondaggi, dalla mezzanotte dell'11 gennaio alla mezzanotte del 13). Poi la durata avrebbe potuto essere prorogata.

 

La cifra richiesta da Consepi è inizialmente di 40mila euro forfettari e di altri 13.500 euro al giorno per ogni giorno di ritardo della  riconse­gna dei terreni. E’ prevista una sospensione con proroga in caso di forza maggiore. Il contratto viene stipulato per­ché Consepi prevede che dovrà sospendere tutte le attività dell'area, a partire da quelle di Motoroasi. La cifra richie­sta sarebbe così servita a ripagare la società a maggioranza regionale dei giorni di blocco forzato. L'inizio dei lavori per l'allestimento dei cantieri era previsto per il 12 gennaio.

 

«La cifra richiesta a saldo - spiega oggi Emidio Santucci, pre­sidente di Consepi - Corrisponde al danno subito dalla nostra società per la chiusura forzata delle at­tività, in primo luogo dei corsi di guida sicura. Eravamo agli inizi della campagna dei sondaggi e sembrava che la nostra area sa­rebbe stata scelta come la prima dove effettuare i sondaggi. Ltf e la prefettura ci avevano chiesto di mettere a disposizione i nostri spazi per i carotaggi. Noi abbiamo prefe­rito affittargli tutti i nostri terreni. Di fronte alle possibili difficoltà di ordine pubblico che avrebbero messo a grave rischio le nostre at­tività e rappresentato un problema digestione dell'area e di incolumità degli ospiti e dei dipendenti, abbia­mo preferito prevedere di chiudere tutto per qualche giorno e lasciare che Ltf facesse i suoi sondaggi. Ma ovviamente questa disponibilità totale dello spazio e la chiusura dell'attività (con il danno d'imma­gine) hanno comportato dei costi che abbiamo voluto farci pagare. E che Ltf ha regolarmente pagato. Del resto avevamo in quel periodo tutto prenotato per gli studenti delle quarte e quinte dei licei che sarebbero venuti a seguire i nostri corsi di guida sicura. Non poteva­mo certo mettere a repentaglio la sicurezza di questi ragazzi e non tutelarci dall’immagine negativa che l'esposizione a un rischio com­porta verso i nostri utenti. Quale genitore manda il figlio in un posto dove si possono verificare problemi di ordine pubblico?».

 

Ora, con i soldi in cassa, Consepi è sempre disponibile a concedere i suoi terreni a Ltf, questa volta gratis. Ma senza più interrompere le attività «per il clima che non è più quello di quei giorni».

 

Ma ai No Tav questa non sembra una spiegazione sufficiente e vo­gliono vederci chiaro. Ecco quindi la segnalazione all'Unione europea. «Il commissario europeo ai traspor­ti Kallas - ricordano in particolare Alberto Perino, Alberto Veggio e Paolo Prieri - ha risposto a un'in­terrogazione sui rischi legati alla corretta gestione dei finanziamenti europei affermando che in caso di passaggi poco limpidi i cittadini e i parlamentari avrebbero dovuto subito segnalarlo. Ecco, noi adesso lo segnaliamo». I No Tav vogliono così sollevare un caso politico e premere sull'Unione europea per­ché tolga i soldi alla Torino-Lione. Nel contratto per la concessione dei finanziamenti europei (i famosi 671 milioni, ndr) è scritto che in caso di cattivo utilizzo dei fondi il  finanzia­mento verrebbe revocato.

 

«Come si fa a spendere una cifra simile per due carotaggi? A noi pare evidente che si tratti di un imbroglio ai danni dell'Unione europea, per­ché i finanziamenti per i sondaggi sono in parte europei. E se è vero che questi sondaggi non sono serviti a nulla ma solo a giustificare l'inizio di qualche attività legata al Tav per non perdere i soldi europei, voglia­mo che a Bruxelles sappiano come vengono spesi i soldi. E che sap­piano perché questo progetto della Torino-Lione ha un costo dichiarato di 120mila euro a km»

 

La cifra stanziata per sondaggi e progettazione è dal 2007 al 2013 di due miliardi e 91 milioni di euro. Di cui per ora risulta stanziato solo il 30 per cento (i 671 milioni) da parte dell'Ue. Per il 2010 i co­sti ammissibi­li ammontano a 13 milioni e 600mila euro ed entro il 30 no­vembre (che dopo l'ultimo rinvio dell'autunno 2009 sembra una scadenza irrevocabile) la spesa per i sondaggi va documentata e quindi i sondaggi effettuati.

 

«La cifra sborsata da Ltf non ha nessuna giustificazione - continua­no i No Tav - Come si è costruito un contratto che per un lavoro da 1,5 settimane preveda un indennizzo di 40 mila euro e un corrispettivo maggiorato del 35 per cento oltre il tempo previsto? Come ha fatto Ltf a pagare in previsione di un'ipotesi che nemmeno sapeva se si sarebbe verificata? (il danno per l'interfe­renza con le attività di Consepi). Te­miamo che questo contratto faccia parte di un'azione mirata a fornire una sorta di base contrattuale su cui ottenere i contributi europei previsti per i sondaggi».

 

Un'accusa mica da poco. L'Olaf ora potrà avviare un'indagine che potrebbe finire per coinvolgere anche la Corte dei conti europea. E i No Tav già nella marcia di dopo­domani a Chiomonte chiederanno ai proprietari che verranno espropriati : «Hanno pagato questa cifra a Consepi, ma a un contadino i terreni quanto li pagano?».