Italo
sembra indicare la strada: tornate da dove siete venuti.
Sono passati quasi due mesi da quel 31 ottobre e la trivella nel frattempo ha
terminato il suo lavoro. Ora, sotto
gli alberi di natale dei boschi del Seghino, la borgata che domina Susa dalle
pendici del Rocciamelone, è arrivato il pacco dono: le truppe di occupazione
che da allora presidiavano la zona con la scusa di sorvegliare la trivella si
sono ritirate. Buone notizie dunque? Che gli abitanti della borgata non vivano
più in una sorta di arresti domiciliari è una buona notizia. Ma
i motivi per rallegrarsi finiscono qui.
Intanto perchè dopo le feste è previsto l'arrivo di altre due trivelle, con relativi blindati al seguito, che magari non troveranno l'amianto (stanno bene attenti a non scavare dove c'è) ma in compenso daranno anch'esse informazioni sulla consistenza delle rocce per il tunnel della TAV. Vedremo, sarà dura. Per il momento gli abitanti del Seghino finalmente si rilassano e possono pensare al panettone.
Una nuova,
affollata, assemblea convocata a Bussoleno dai Comitati NO-TAV ha intanto discusso
il da farsi dopo aver incassato il grande successo del corteo di Torino del
17 dicembre. Che la risposta ferma, civile e determinata data a Torino abbia
fornito nuova linfa alle ragioni dei NOTAV non ci piove; e nessuno dubita che
farà riflettere anche chi aveva mostrato un eccesso di ottimismo nei
confronti degli inviti al tavolo romano. Ma il vice-premier non aveva detto
"prendere o lasciare"? Ma tant'è: non è buona educazione
rifiutare gli inviti, e neanche l'assemblea vuole sembrare maleducata. Da qui
a farsi illusioni, scambiando lusinghe per buone intenzioni, però ce
ne passa; conviene insomma mettere qualche paletto, come si dice.
Si può allora chiamare "confronto" quello in cui si parla e
si discute ma la TAV non vien messa in discussione? No, non si può. Occorre
ripartire da zero.
Si può prendere sul serio chi dice di voler togliere i TIR dalle strade?
Se accetta di far partire da subito contingentamento e disincentivi, beh, si
può provare....
Ci si può sedere allo stesso tavolo con chi ha conflitti di interessi
e con chi è inquisito? Con chi ha già promesso una tangente pari
a 2/3 del costo del tunnel sottraendo i fondi ai contribuenti italiani per convincere
il governo francese? Suvvia, siamo gente seria e onesta, come possiamo fidarci
di chi bara al gioco? Allo stesso tavolo sì, ma solo con gente pulita.
Si può infine discutere con chi vuole mantenere i cantieri aperti, le
trivelle al lavoro e i carabinieri di guardia nei boschi e sotto casa? Non scherziamo!
A Bussoleno insomma si sta con i piedi per terra, forti delle esperienze passate,
tavoli e commissioni incluse.
E i sindaci? Ma chi ha mai parlato di mancanza di fiducia! Una cosa è
la fiducia, che resta e viene confermata perchè i sindaci hanno saputo
interpretare i desideri della loro gente, si sono messi in gioco e si sono spesi
anche in questi mesi senza risparmiarsi. Altra questione è riconoscere
i rispettivi ruoli e negare la capacità e la maturità di un movimento
che ha saputo far uscire il problema TAV dalla valle, che è riuscito
a coglierne la portata e proporla a tutto il paese al di là della questione
amianto, che intende assumersi le sue responsabilità e lo ha dimostrato
anche a Torino il 17 dicembre; un movimento che vede le popolazioni della valle
partecipare e decidere del proprio futuro, e che non è e non vuole essere
a traino di nessuno. Altra questione insomma è cogliere il valore di
un'esperienza di democrazia partecipata a cui guarda oggi tutto il paese con
ammirazione e, perchè no, con invidia. Non cogliere la differenza tra
questa democrazia praticata capace di entusiasmare e quella finta, apparente
e lontana dal sentire comune che si pratica stancamente nelle istituzioni, consigli
comunali compresi, è grave.
Altro che fiducia o sfiducia nei sindaci. Le indicazioni emerse dall'assemblea
di Bussoleno, e il documento che è stato approvato nelle sue linee generali
(che pubblicheremo), con i suoi paletti e le sue pregiudiziali rappresenteranno
un mandato e un sostegno per i sindaci, un aiuto prezioso ad un tavolo in cui
non potranno essere soli e non dovranno sentirsi soli.
22 Dicembre 2005
Comitato NO-TAV Torino