DS uniti:
si al <<progetto Valsusa>>, no al TAV
I politici continuano l’opposizione, ma prendono le distanze dai movimenti
Di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 8/3/05
Il Progetto di sviluppo della valle di Susa attraversata dal TAV ottiene il
primo via libera in valle. [vedi
nota]
I DS valsusini hanno approvato la costituzione di un tavolo di confronto sul
futuro economico e sociale della valle proposto dal capogruppo provinciale Stefano
Esposito e appoggiato dall’assessore ai trasporti della provincia, Franco
Campia. La riunione dell’Unione valle di Susa del partito con il gruppo
provinciale, giovedì sera a Sant’Ambrogio, ha così sancito
la fine di un lungo periodo di isolamento politico iniziato con l’esito
della direzione seminariale provinciale sulla Torino-Lione di tre anni fa, in
cui i diessini della valle uscirono sconfitti dalla posizione a favore del TAV
votata dal partito provinciale.
Un isolamento sempre respinto dal presidente della Cominutà montana Antonio Ferrentino e dal segretario dell’Unione Fabrizio Caneva, ma palpabile ed evidente. Il “fattore TAV” ha infatti condizionato in questi anni i rapporti tra l’Unione locale di quello che è, di fatto, l’unico partito organizzato in valle di Susa e la sua federazione provinciale, anche se i contatti non sono mancati, soprattutto in occasione degli appuntamenti elettorali. Relazioni fredde per le diverse posizioni sulla Torino-Lione che non possono restare tali per un partito che in bassa valle governa la Comunità montana e quasi tutti i Comuni, e a Torino regge gli enti sovralocali tranne la Regione.
Ma come era successo già per la riunione con i capigruppo del consiglio provinciale [vedi nota], Esposito non è riuscito a strappare una posizione più conciliante sulla Torino-Lione in cambio del progetto Valsusa. Il capogruppo provinciale è però riuscito ad aprire una discussione nel partito di valle in cui sono chiaramente emerse posizioni di stanchezza per una battaglia che il partito non ha saputo condizionare aggregandosi in questi anni, spesso, a posizioni e iniziative del fronte istituzionale e dei comitati. Giovedì è apparsa chiara la voglia di rompere con il monopolio politico della battaglia contro la Torino-Lione, di passare oltre. E anche se il partito di valle resta schierato contro la linea ad alta capacità, sono anche emerse le posizioni di chi non è d’accordo nel continuare a seguire strade oltranziste.
E in questo
senso è stato chiaro il messaggio di rottura con una parte del movimento:
non solo quella più estremista, la parte delle gomme tagliate e danneggiamenti
ai mezzi dei sondaggi [vedi
nota], ma anche con quei settori che si muovono fuori dai partiti e che
hanno avuto spesso contatti stretti con Ferrentino. Su questo punto emblematiche
le dichiarazioni di Bruno Gonella, sindaco di Almese: “Sono stufo
di essere condizionato da personaggi che non fanno politica. E’ ora che
il partito riapra spazi di discussione al suo interno; non dobbiamo ripetere
gli errori drammatici commessi per colpa di quattro gatti e dobbiamo avere posizioni
durisime contro gli estremisti”.
Una posizione sollecitata dallo stesso Esposito che ha chiesto di sganciarsi
dalle componenti più “movimentiste”. “I centri
sociali – ha detto – facciano la loro strada, ma le istituzioni
non siano collaterali”.
Ha fatto eco Bruno Allegro, sindaco di Sant’Ambrogio: “Quando
qualcuno si sdraierà sui binari del TAV, io non ci sarò”
ha affermato, ribadendo che “il confronto con il movimento non deve
condizionare la vita politica e amministrativa”.
Dal movimento anti-TAV arrivano molti nuovi amministratori che il partito sta piano piano cercando di intercettare, non sempre con successo. Non a caso le due difese più accorate dei comportamenti politici tenuti dal centrosinistra valsusino in questi anni sono arrivate da Carla Mattioli, sindaco di Avigliana, che si è avvicinata ai DS ma non è iscritta, e da Gigi Giuliano, ex sindaco di Caprie, ex indipendente e iscritto da poco. “Il movimento unitario contro il TAV ha portato la gente di nuovo vicino alla politica – ha detto la Mattioli – anche per questo la coalizione ha avuto un buon risultato nelle amministrative”. “Siamo riusciti a eliminare disastri come la bretella di Caprie – ha detto Giuliano – per un’opera che nessuno può certo dire che porti qualche vantaggio per la valle”.
Esposito
chiede un “si” al Corridoio 5, in linea con la posizione regionale
e nazionale del partito. I DS valsusini non cedono, ma il progetto per la valle
di Susa è certamente un modo per parlare anche di altro e di uscire dalla
contrapposizione con Torino. “Non chiedo uno scambio con l’assenso
al TAV– ha detto Esposito – ma una posizione coerente del
partito di valle con il programma politico del partito provinciale, regionale
e nazionale che accetta il Corridoio 5 come strategico. E’ arrivato il
momento della sintesi del lavoro già svolto anche dalla Bresso e dall’ex
assessore Gigi Rivalta, in un piano strategico per la valle”. La
proposta è stata accolta da tutti, ma senza abiure. “La diversità
di opinioni è una ricchezza per il partito – hanno detto Caneva
e Pacifico Banchieri, assessore a Caselette. – La proposta del gruppo
provinciale è certamente un’opportunità”.
Accetta il gruppo di lavoro sotto il coordinamento della Provincia anche Antonio
Ferrentino, che però ha ricordato i meriti dell’azione degli amministratori
della valle affermando che “l’approfondimento e la serietà
con cui abbiamo affrontato l’opposizione al progetto merita rispetto.
Se non ci fosse stata la nostra battaglia la Torino-Lione sarebbe passata, anche
nel partito, nella totale indifferenza. Discutiamo di un progetto strategico
per la valle, ma non chiedeteci di dire sì al TAV”.