Razionale:
SINGOLARI CONCATENAZIONI (a cura di
No-Tav Torino)
§
Lunedì 7 Febbraio 2011: la Confindustria
chiama a rapporto i vertici del Pd piemontese (che c’è di strano?), chiedendo
che gli amministratori valsusini appartenenti al partito cessino definitivamente
di ostacolare l’avvio del TAV Torino-Lione.
§
Martedì 15 Febbraio 2011: il presidente
della Comunità montana, il più alto in grado in quella categoria di
amministratori, è messo in condizione di lasciare, in seno alla società SITAF,
il suo incarico professionale di direttore d’esercizio dell’autostrada del
Frejus.
§
Intanto il presidente della stessa
società, appena condannato in un processo (di primo grado, per carità...),
rimane saldo sulla poltrona.
E’ la moderna etica a geometria variabile
Presidente Comunità Montana
di Marco Giavelli
da Luna Nuova del 18/2/11 – pag. 3
Susa. Da martedì scorso
Sandro Plano, dirigente Sitaf, non è più il direttore d'esercizio dell' A32
Torino-Bardonecchia. Resta però il mistero su come si sia arrivati a questa
decisione. A quanto pare è stato lo stesso Plano a chiedere ufficialmente di
essere trasferito ad un altro incarico sempre all'interno della società, ma si
sussurra che forse sia stato solo un modo per giocare d'anticipo ed evitare
così un "siluramento pubblico" poco simpatico da gestire tanto per
lui quanto per la Sitaf. E non è probabilmente un caso che lo stesso
presidente della società concessionaria dell'Autofrejus, Giuseppe Cerutti,
definisca «un gesto intelligente» il fatto che Plano abbia deciso di
fare questo passo indietro.
Quel che appare certo è che da un anno a questa parte, cioè da quando Plano, nella sua veste di presidente della Comunità montana, è diventato in pratica il leader dell'opposizione istituzionale al Tav, qualcosa nei rapporti con i vertici Sitaf si è incrinato. Già nell'inverno 2010, con l'arrivo delle trivelle proprio sui terreni Sitaf dell'autoporto di Susa e con le nette prese di posizione di Plano contro i sondaggi, i suoi avversari politici (non ultimi i colleghi di partito del Pd torinese) avevano avuto gioco facile nel puntare il dito contro il doppio ruolo di rilievo che ricopre in valle di Susa.
La dirigenza Sitaf non
si era mai lasciata tirare in ballo, almeno ufficialmente, ma una certa
insofferenza per questa presunta incompatibilità di ruoli era trapelata più
volte. E ora che l'avvio del cantiere per il tunnel geognostico della Maddalena
è ormai alle porte (si parla di maggio), evidentemente la pressione sul Plano
direttore d'esercizio dell'autostrada e leader No Tav era di nuovo schizzata
alle stelle. Anche perché tutti sanno che proprio l'A32 giocherà un ruolo
determinante nella viabilità di accesso all'area di cantiere di Chiomonte.
Insomma, rischiava di diventare un caso imbarazzante un po' per tutti: per
Plano e per la stessa Sitaf, che tra l'altro dovrebbe realizzare il primo
svincolo provvisorio per i mezzi di cantiere in attesa di quello definitivo,
per cui serviranno almeno tre anni.
Così Plano, stanco di
questa situazione, avrebbe deciso di tagliare la testa al toro. Il diretto
interessato si trincera dietro un "no comment". Anche
Cerutti, che ieri era a Roma, non aveva molta voglia di parlare: «Venerdì
mattina tornerò a Susa e vedrò cos'è successo, per ora non ho visto lettere». Ma
interpellato sull'ipotesi che Plano si fosse effettivamente dimesso, il
presidente Sitaf si sbottona: «Se così fosse, sarebbe un atto di buonsenso:
evidentemente teme che il suo ruolo di dirigente Sitaf vada a confliggere con
la battaglia politica che porta avanti come presidente della Comunità montana.
Io ho sempre raccomandato a tutti, lui compreso, di non trascinare la società
in vicende che non la riguardano. Avvicinandosi il "rendez-vous " di
Chiomonte, forse ha avvertito la necessità fare un passo indietro, e questo gli
fa onore».
Si mormora però che
questa sua mossa sia stata "gentilmente sollecitata" dai vertici
Sitaf... «Non mi risulta. Ribadisco che come presidente ho sempre
raccomandato a tutti di fare in modo che la società non venga coinvolta in
vicende politiche». Non è ancora chiaro quale sarà il ruolo che Plano, da
27 anni in Sitaf e da quattro direttore d'esercizio dell'A32, andrà ora a
ricoprire nell'organigramma della società.
Per ora l'unica
reazione politica arriva dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle,
notoriamente vicino alle posizioni No Tav. In un comunicato il consigliere
Davide Bono commenta sarcastico: «Nel paese delle libertà vigilate dalla
destra e dalla sinistra accade di tutto: dei condannati rimangono a capo di
una società partecipata come la Sitaf e un loro dirigente, Plano, deve
chiedere il trasferimento per "incompatibilità ideologiche". La cosa
ormai ridicola di questa pseudo-democrazia è che i mezzi di informazione
divulghino notizie di reato senza che almeno l'indignazione colga le
istituzioni».