Gli operai contro i sindaci "Non fermate le
Acciaierie"
di Christian Benna da Repubblica
del 12/7/05 – pag VI Cronaca di Torino
In
Val di Susa l´allarme diossina diventa anche emergenza occupazione. È allo
studio sui tavoli delle giunte di San Didero e Bruzolo un´ordinanza per
bloccare le acciaierie Beltrame, l´azienda sospettata da rilevazioni dell´Arpa
e dell´Asl 5 di emettere composti chimici inquinanti fuori dalla norma e
altamente nocivi alla salute. Il provvedimento dei sindaci, che oggi potrebbe
essere già approvato, non arriva però come un fulmine a ciel sereno. Anzi.
Anticipa di due settimane un programma di investimenti da 8 milioni di euro già
avviato dalla stessa società vicentina per ammodernare gli impianti e ridurne
l´impatto ambientale. Il progetto, che in origine prevedeva interventi per
installare macchinari per l´abbattimento dei fumi durante il periodo delle
ferie (24 luglio - 25 agosto) sarà valutato venerdì alla conferenza dei servizi
della Provincia.
Ma
l´accelerazione dei comuni ha gettato scompiglio tra i 300 dipendenti della
Beltrame che ieri sono scesi in piazza per protestare. Hanno indetto uno
sciopero di tre turni e hanno manifestato davanti ai municipi. Il timore è che
il braccio di ferro tra pubblica amministrazione e azienda possa portare alle
maestranze 15 giorni senza stipendio, con concrete difficoltà per accedere agli
ammortizzatori sociali.
«I lavoratori - spiega Giuseppe Iacovella della Fiom - si sentono come agnelli sacrificali di un situazione ben più grande di loro che va dalla Tav fino alla seconda canna del Frejus. Questa è anche la nostra impressione. Altrimenti perché fermare gli impianti a pochi giorni dalla chiusura già prospettata dall´azienda? E l´Arpa perché si è svegliata solo adesso? Noi vorremmo riportare la discussione su altri livelli, sulle necessità dei lavoratori della Beltrame e di quelli dell´indotto. Di fronte all´ordinanza dei sindaci, l´azienda non chiederà la cassa integrazione. Che risposta possiamo dare a chi resta senza salario?»
«Per
noi è una scelta obbligata - ribatte Giorgio Vair - vice sindaco di San Didero
con delega all´ambiente - Non possiamo comportarci in altro modo. Come siamo
stati costretti a chiudere le stalle a causa delle diossine nel latte e nella
carne, ora potremmo dover fermare la Beltrame. Non farlo, sulle base delle
stime dell´Asl e dell´Arpa, significherebbe una grave inadempienza nei
confronti dei cittadini. Non solo: non riteniamo corretto che l´azienda minacci
di non ricorrere alla cassa».
Non la pensa così Stefano
Esposito, capogruppo dei Ds in Provincia. «C´è un livello di irresponsabilità
che mi spaventa. L´azienda ha messo la disponibilità, i soldi, rispettando i
programmi avviati con la pubblica amministrazione per abbattere le emissioni
inquinanti. È inaccettabile che queste finte prese di posizione vadano a pesare
su oltre 500 lavoratori». I Verdi invece invitano a non sottovalutare i
pericoli. «La situazione è piuttosto seria - spiega Gianna de Masi consigliera
a Palazzo Cisterna - La tutela del lavoro è fondamentale, ma ancor di più è
quella dei lavoratori e della loro salute. Con un´interpellanza abbiamo chiesto
delucidazioni». Dorino Piras, assessore
provinciale alle Risorse idriche, qualità dell´aria e inquinamento atmosferico
si dice «stupito». «Il fermo degli impianti - osserva - è un diritto che i
sindaci possono e devono esercitare in casi di emergenza. Ma le rilevazioni sui
livelli di diossina risalgono a quasi un mese fa. E perché intervenire solo
adesso?».
Per
trovare una accordo Matteo Francavilla, presidente della commissione lavoro
della Provincia, invita le parti a un nuovo confronto. «La sede della
commissione - dice - è aperta come luogo di dibattito per cercare una soluzione
che tuteli il territorio senza pesare sulle spalle dei lavoratori».