Venaus, i NO-TAV in colonna
di Paola Meinardi
da Luna Nuova del 17/6/08 – pag. 5
Venaus
Quasi 1500 persone
hanno acquistato, domenica, una piccola particella di quei terreni sgomberati
con la forza dalla polizia nell'autunno 2005, su cui sorgeva il primo presidio
No Tav venausino. "Compra un posto in prima fila" ha dunque replicato
l'adesione di Chiomonte. Non è stata la bella giornata di sole che si sperava,
ma il tempo ha comunque tenuto abbastanza da permettere la stipula del
mega-atto d'acquisto, un "lenzuolo" di carta di un metro e mezzo per
tre, e la giornata di festa.
In mattinata, dopo la
lettura la microfono dell'atto da parte del notaio Roberto Martino, i primi a
firmare sono stati i tre proprietari originari dei terreni: Ornella Marcellino,
Danilo Chiabaudo e Adriano Favot. Subito dopo un gruppo di francesi, di
Lanslebourg. «Vogliono portare tutto ciò che verrà fuori dallo scavo del
traforo al Moncenisio - dicono Jacques Finiels e la consigliera comunale
Marie Clò Suiffet - là è zona protetta. Non credo sia un bene per l'acqua,
l'aria e il lago stesso. Per questo non siamo d'accordo anche se il governo
francese vuole andare avanti lo stesso. E per questo abbiamo previsto di fare
anche una manifestazione».
La coda di persone in
attesa è lunga ma scorre abbastanza velocemente, tanto da esaurire il grosso
delle firme in mattinata. La fila di auto parcheggiate sulla provinciale,
quasi a perdita d'occhio in direzione di Susa, fa tornare alla mente quei
giorni di presidio dell'autunno caldo. Il tendone sotto il quale si firma è sui
terreni acquistati dal movimento No Tav, mentre dall'altra parte della strada
si mangia, si beve e si chiacchiera.
Le lettere mandate ai
valsusini dal Partito democratico, dopo che il convegno di Almese saltò per la
mancata partecipazione di Bresso, Saitta e Chiamparino, sono diventate decorazioni
aeree per la festa al posto delle tradizionali bandierine colorate. Sul prato
adiacente il presidio No Tav hanno esposto i loro prodotti alcuni agricoltori e
allevatori locali. «Parliamo tanto di filiera corta - dice Alberto
Perino - ma
se poi non acquistiamo dai produttori locali facciamo solo belle parole». A
pranzo, polenta e salsicce e panini per tutti gli intervenuti,
oltre ai dolci e alle altre prelibatezze culinarie che molti valsusini hanno
portato al presidio per condividerle.
Per il pomeriggio era prevista l'assemblea. Al
tavolo del relatori Riccardo Petrella, segretario mondiale del
Forum sull'acqua, il sociologo Marco Revelli e l'ingegnere Ivan Cicconi, anche
acquirenti di una particella di terreno di ''Compra un posto in prima
fila". «Costruire un'alternativa è possibile – ha detto Petrella – la
vostra battaglia è sacrosanta perché combatte questo sistema che vuole
finanziarizzare la società, dove tutto non ha un valore di
per sé ma ha valore solo se può essere venduto, scambiato», Cicconi
ha riproposto una panoramica sugli alti costi del Tav italiano e ha lanciato un
avvertimento: «Oltre a mandare i militari, per poter fare il Tav, cercheranno d
introdurre metodi raffinati di distorsione per poter ottenere ciò che vogliono».
«In tanti in Italia guardano all'esperienza della valle di Susa come a un
esempio e sperano che il Tav non passi mai – ha chiosato
Revelli - dunque bisogna resistere».
Resistere è la parola d'ordine
per tutti coloro che hanno passato al giornata a Venaus. «E resisteremo», dice
Loredana Bellone, sindaco di San Didero (anche lei acquirente
della particella di terreno), tra gli applausi scroscianti delle centinaia di
persone assiepate per ascoltare gli interventi.