La variante TAV costa due miliardi

 

Torino-Lione: per finanziarla sovrapedaggi autostradali e «diritti d'uso» sulle statali

Oneri aggiuntivi per 2.080 milioni. Spesa totale a 14,5 miliardi (9,7 per l'Italia)

Lo studio ministeriale sarà sul tavolo del prossimo Esecutivo

 

Di Giorgio Santilli da Il sole 24 ore del 26/3/08 – pag. 7

 

Costerà 2.080 milioni la va­riante di tracciato alla Torino-Lione che l'Osservatorio tecni­co e Rfi stanno mettendo a pun­to nel confronto con le popola­zioni della val di Susa, dopo il via libera del Governo.

 

La stima dei costi, fatta da Rfi in via del tutto provvisoria, in attesa della discussione di un vero e proprio progetto, è con­tenuta in un documento riser­vato del ministero delle Infra­strutture del 6 marzo scorso che prevede un aggiornamen­to degli «aspetti economico-finanziari» della nuova linea. L'aggravio di costo è dovuto per 127,1 milioni agli studi di revisione del progetto e per 1.955,9 milioni alla maggiorazio­ne dei lavori.

 

Il costo totale dell'opera sale così a 14.470,9 milioni di cui 13.020 per i lavori e 1.450,9 per studi e indagini.

 

La quota a carico dell'Italia, su cui grava interamente il co­sto della nuova variante di trac­ciato, sarà di 9.715,25 milioni: or­mai siamo al 67% del totale del costo: non soltanto sulla tratta comune, come era già previsto dal trattato italo-francese, ma sull'intera opera.

 

Per i lavori la spesa a carico della parte italiana sarà di 8.926,25 milioni, mentre 514 milioni andranno a finanzia­re studi, indagini geognostiche e la struttura della socie­tà Ltf e 275 milioni andranno agli espropri e alle altre spese della committenza. Nel docu­mento ministeriale c'è anche un primo abbozzo di quello che dovrà essere il piano economico-finanziario dell'ope­ra. Il pilastro fondamentale e innovativo è la previsione che a finanziare i lavori saran­no in parte non irrilevante i nuovi pedaggi applicati all'au­totrasporto sulla rete strada­le e autostradale.

 

Il documento ministeriale in­dica cinque fonti di finanzia­mento nazionale che dovranno aggiungersi al contributo già ap­provato dalla commissione eu­ropea di 671,8 milioni (di cui 457,2 all'Italia).

Le cinque fonti di finanzia­mento che il ministero delle In­frastrutture conta di montare entro dodici mesi sono: 1) l'ap­plicazione in Italia di eurovignette, appunto, la direttiva eu­ropea che prevede il pedaggiamento delle infrastrutture stra­dali per finanziare investimenti ferroviari; 2) il canone per l'uso dell'infrastruttura ferroviaria (per cui è hi preparazione una delibera Cipe); 3) i prestiti dalla Bei e da altri organismi interna­zionali; 4) il partenariato pubbli­co-privato; 5) il contratto di pro­gramma Rfi con i fondi statali.

 

Non ci sono le quantificazio­ni delle singole voci perché l'elaborazione di un vero è pro­prio piano economico-finanziario viene rinviata al mo­mento in cui la commissione intergovernativa avrà elabora­to «un quadro di sintesi del co­sto e del finanziamento dell'opera prima della sotto­scrizione di un nuovo accordo italo-francese»: i risultati del­lo studio della Cig sono attesi per la primavera del 2009.

 

La novità più importante è proprio l'intenzione di finan­ziare massicciamente l'opera attraverso il ricorso alla diretti­va eurovignette, cioè median­te l'applicazione di un nuovo «diritto di uso» sulla rete stra­dale finora non pedaggiata e di un sovrapedaggio su alcune tratte della rete autostradale già pedaggiata.

In questo senso andava, d'altra parte, anche la Finan­ziaria 2007, con i commi 1.017 e 1.022, che prevedeva espres­samente l'imposizione di nuo­vi pedaggi stradali e sovrapedaggi autostradali sul trasporto di merci per finanziare investimenti ferroviari.

 

Non solo. Il documento svela che il ministero delle Infrastrutture è già a un punto avanzato nell’elaborazione di una mappa delle strade e delle autostrade su cui potranno essere imposti rispettivamente i nuovi “diritti d’uso” e i sovrapedaggi (vedi cartina). Dovrà essere recepita da un decreto su cui, a questo punto, dovrà essere il nuovo Governo a decidere.

 

Tav, i fondi da nuovi pedaggi

 

La variante alla Torino-Lione costerà 2 miliardi: bollino sui Tir

Il Governo ha preparato una mappa di 22 strade statali a pagamento per finanziare la linea ferroviaria

 

Da Il sole 24 ore del 26/3/08 – prima pagina

 

Il ministero delle Infra­strutture ha messo a punto una prima ipotesi di piano economico-fìnanziario della Tav che prevede di destinare alla Tori­no-Lione due nuove forme di pedaggiamento delle strade: un sovrapedaggio del 15-25% su al­cune autostrade in concessio­ne e un «bollino» annuale per i Tir che transiteranno su 22 tratte Anas (tra cui il Grande rac­cordo anulare di Roma). A deci­dere sarà il nuovo Governo. Un altro documento ministeriale ri­vela il dato aggiornato sui costi della linea del Frejus: 14.470 mi­lioni (di cui 9.715 milioni a cari­co dell'Italia), con un aggravio di 2.080 milioni dovuto alla va­riante di tracciato allo studio.